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Mercoledì, 29 Novembre 2023
La parola agli esperti

Epatite nei bambini, Bassetti e Pregliasco in coro: "Nessun legame col vaccino"

Il direttore del San Martino si dice preoccupato: "Bisogna segnalare subito i casi sospetti, non fare come accaduto in Cina con il nuovo coronavirus"

Il misterioso aumento di casi di epatite acuta grave nei bambini finora è senza spiegazione. In un articolo pubblicato su 'Eurosurveillance' viene ipotizzato un legame con il lockdown: è possibile che la scarsissima esposizione della popolazione generale ai virus più comuni abbia indebolito le difese immunitarie nei bambini. Si tratta però di una teoria non provata. Solo un'ipotesi. Fatto sta che ultime settimane le segnalazioni si sono moltiplicate. E oggi è arrivata la notizia del primo caso di epatite pediatrica acuta registrato in Italia.

Casi di epatite nei bambini: cosa dicono Bassetti e Pregliasco

Cosa sta succedendo? "È difficile farsi un'idea" ammette Matteo Bassetti, direttore del reparto di malattie intettive al San Martino di Genova, raggiunto dall'AdnKronos. "Potrebbe essere un agente infettivo, ad esempio un adenovirus che può dare un quadro così aggressivo, ma negli immunodepressi. Invece qui i casi sono in bambini sani, quindi è molto importate capire in questa fase se è un virus o un nuovo agente di epatite che colpisce solo i bambini. Ci preoccupa il fatto che siamo di fronte a una epatite molto grave, che in alcuni casi ha portato al trapianto". 

Che cosa fare dunque? "Bisogna studiare tutti insieme e fare squadra a livello europeo" dice l'infettivologo. "Capire anche la modalità di trasmissione, capire se ci sono agenti esterni o fattori autoimmuni". Però, puntualizza, "possiamo escludere il Covid e i vaccini, credo che sia improbabile un loro coinvolgimento". Se una spiegazione ancora non c'è, secondo l'esperto "è importante segnalare subito i casi sospetti e non fare come accaduto in Cina con le polmoniti da Covid".

Anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano, eesclude "sicuramente" l'idea di un legame con il vaccino anti-Covid, ma concorda con l'ipotesi che a causa delle restrizioni "ci possa essere stato un abbassamento delle difese, con una quota maggiore di infezioni da adenovirus che prima risultavano più diluite. Un po' come è successo lo scorso novembre con l'epidemia di virus respiratorio sinciziale" nei più piccoli. 

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