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Giovedì, 25 Aprile 2024
La grande fuga

Allarme medici in Italia, scappano soprattutto dai reparti "più difficili"

Pronto soccorso a rischio: su 886 borse bandite per specializzarsi in medicina d'urgenza oltre la metà non sono state assegnate

La carenza di medici in Italia rischia di diventare strutturale. La conferma arriva dai dati sulle scuole di specializzazione diffusi da Anaao Assomed, la principale sigla dei medici ospedalieri. Nonostante l’aumento del numero di borse per specializzandi a quasi 15mila l’anno, sempre più neo laureati in medicina decidono di diventare "medici a gettone". L’allarme è stato lanciato da Giammaria Liuzzi, responsabile giovani di Anaao Assomed, sulle pagine de Il Sole 24 Ore. A un medico a chiamata bastano 3-4 turni in pronto soccorso per guadagnare i 1.300 euro al mese degli specializzandi, ha tuonato.

I compensi d’oro dei medici a gettone

I giovani medici italiani scappano dalla sanità pubblica italiana non solo per ragioni economiche ma anche perché sono “stanchi, arrabbiati, disillusi”, spiega il segretario nazionale Anaao, Pierino Di Silverio, ricordando che ogni giorno sette medici lasciano il servizio pubblico. Una vera emorragia che non accenna a fermarsi, aggravata dal fatto che le nuove leve si orientano soprattutto verso il privato.

La fotografia scattata da Anaao è molto chiara: gli specializzandi schivano i reparti "più difficili". Quali sono? Quelli più stressanti, come i pronto soccorso. Basti sapere che su 886 borse bandite per specializzarsi in medicina d'urgenza oltre la metà (537) non sono state assegnate. La situazione è critica anche per le terapie intensive, con 279 borse non assegnate su 1.248 bandite. I camici bianchi evitano anche microbiologia e virologia: su 131 borse bandite sono ben 113 quelle  non assegnate. Secondo Liuzzi uno dei grandi problemi della carenza di medici nel servizio sanitario nazionale è legato anche alla mancata riforma del percorso formativo: "Siamo l'unico Paese dove non ci sono contratti di lavoro formazione, qui gli specializzandi che lavorano tutti i giorni in corsia sono trattati come studenti. E poi alcune specialità come il pronto soccorso sarebbe necessario riconoscerle come lavoro usurante oltre a prevedere indennità ad hoc e più flessibilità nell'impiego".

Specialità mediche e borse non assegnate

La sanità pubblica non s’ha da fare, nemmeno con i soldi del Pnrr

Di Silverio: "Positivo l'incontro con il ministro ma la strada è ancora lunga"

Dopo due anni di pressioni e richieste, le sigle sindacali tornano ad essere ricevute dal ministro della Salute Orazio Schillaci. "Non possiamo non notare la disponibilità rispetto alle problematiche del mondo della sanità pubblica - hanno scritto i sindacati al termine dell'incontro avvenuto il 16 dicembre scorso -. Abbiamo chiesto l’immediata costituzione di un tavolo tecnico permanente per un confronto sulle problematiche organizzative, economiche e programmatorie del sistema sanitario nazionale. Sono state riproposte le richieste già espresse negli ultimi mesi dall’intersindacale: campagna di assunzioni, investimenti maggiori nel SSN, riorganizzazione integrata e sistemica dei servizi territoriali ed ospedalieri, oltre alla rapida bollinatura del CCNL, segnali immediati – già in finanziaria - per la dignità del professionista, proroga e stabilizzazione dei precari. Il primo passo è compiuto - hanno concluso i sindacalisti -. Speriamo inizi un periodo di confronto attraverso i fatti. Il tempo delle attese ora è scaduto. Abbiamo infine richiesto una calendarizzazione dei prossimi incontri".

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