rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
I dati

Perché ci sono ancora tanti morti di Covid

Nell'ultima settimana sono tornati sopra quota mille il numero di decessi di pazienti covid: la fondazione Gimbe punta il dito verso il progressivo declino dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave anche nelle persone che hanno fatto il richiamo. Ma potrebbe non essere l'unica ragione

Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 30 marzo-5 aprile 2022, rispetto alla precedente, una lieve diminuzione di nuovi casi di positivi al coronavirus (469.479 vs 504.487). Sul fronte degli ospedali torna a scendere il numero dei posti letto occupati da pazienti COVID in terapia intensiva (-3,3%), mentre continuano ad aumentare, seppur in misura minore rispetto alla scorsa settimana, quelli in area medica (+5,2%). Ma il dato che più sconcerta è l'aumento dei decessi di pazienti covid (1.049 vs 953).

"È importante rilevare – commenta Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che il quadro dei pazienti ospedalizzati è notevolmente mutato negli ultimi 6 mesi, sia per effetto delle coperture vaccinali e relativi booster, sia per la progressiva sostituzione della variante delta con quella omicron, più contagiosa, ma meno severa".  In particolare, se a fine ottobre veniva ricoverato il 3,22% degli attualmente positivi in area medica e lo 0,47% in terapia intensiva, oggi queste percentuali sono crollate rispettivamente allo 0,78% ed allo 0,04%. Inoltre, se il recente rialzo dei casi ha determinato in tre settimane un incremento di oltre 2.000 posti letto in area medica, in area critica al momento si osserva un plateau. "Questo dimostra che si è ridotto in maniera rilevante il numero di pazienti COVID-19 ospedalizzati per polmonite severa che richiedono un ricovero in terapia intensiva – continua il Presidente – mentre vengono ospedalizzati soprattutto anziani con patologie multiple che possono essere assistiti nei reparti ordinari".

"Il numero dei decessi che non accenna a scendere – sottolinea Cartabellotta – merita una particolare attenzione: infatti, accanto a fattori epidemiologici non modificabili (età avanzata, comorbidità), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, è possibile intervenire".

Covid, più di mille morti nella prima settimana di Aprile

Secondo quanto riportato dall’ultimo Report dell’Istituto Superiore di Sanità, infatti, si sono verificati 3.798 decessi di persone che hanno ricevuto una diagnosi di COVID-19 nel periodo 4 febbraio-6 marzo 2022. Il tasso di mortalità per 100.000 persone, calcolato sulla popolazione per status vaccinale al 19 febbraio, è nettamente più elevato per i non vaccinati e decresce progressivamente per i vaccinati con ciclo incompleto, per quelli con ciclo completo da almeno 120 giorni, per quelli con ciclo completo da meno di 120 giorni e per quelli con ciclo completo più booster. I dati dimostrano la straordinaria efficacia del vaccino nel ridurre il tasso di mortalità a partire dagli over 40 e in particolare nella fascia 60-79 (3,4 vs 41,8) e negli over 80 (32,9 vs 470,8). 

"Per dirla con altre parole – spiega il Presidente – il tasso di mortalità nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con dose booster è superiore di 14,3 volte negli over 80, di 12,3 volte nella fascia 60-79 e di 8 volte nella fascia 40-59".

Guardando ai numeri assoluti, tra le persone vaccinate con ciclo completo più booster che hanno avuto una diagnosi di COVID-19 - nel periodo 4 febbraio-6 marzo 2022 - si sono registrati 1.688 decessi (44,4% del totale), di cui 369 nella fascia 70-79 e 1.272 tra gli over 80. Tenendo conto che al 19 febbraio circa 600 mila over 80 avevano ricevuto il booster da oltre 120 giorni è verosimile che un’ulteriore determinante dell’elevato numero di decessi sia rappresentata dal progressivo declino dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave anche nelle persone che hanno fatto il richiamo. 

Ema: "Sì alla quarta dose di vaccino per gli over 80". Quando toccherà agli altri 

"In attesa che le autorità regolatorie si pronuncino sull’estensione della quarta dose – spiega Cartabellotta – dal punto di vista organizzativo bisogna iniziare a considerare che, al 31 maggio, gli over 70 che avranno ricevuto il booster da oltre 120 giorni saranno 8,8 milioni, di cui 3,8 milioni di ultraottantenni e quasi 5 milioni nella fascia 70-79".

Oltre al declino della copertura data del booster, un’ulteriore determinante di ospedalizzazioni e decessi può essere identificata nel sottoutilizzo dei farmaci antivirali. Infatti, come riportato dal Report AIFA Monitoraggio Antivirali per COVID-19 del 25 marzo 2022, dei trattamenti antivirali disponibili per pazienti non ospedalizzati sono state avviate 4.052 terapie con Paxlovid (in 42 giorni), 12.149 con Molnupiravir (in 83 giorni) e 5.100 con Remdesivir (in 83 giorni). Numeri troppo esigui, rispetto alle indicazioni di questi farmaci, raccomandati per tutti “gli adulti non ospedalizzati per COVID-19 e non in ossigeno-terapia per COVID-19 con insorgenza di sintomi da non oltre 7 giorni e in presenza di condizioni cliniche predisponenti che rappresentino dei fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 grave”. «Il sottoutilizzo di questi farmaci – sottolinea Cartabellotta – è da imputare alla mancata abilitazione dei medici di famiglia alla loro prescrizione, oltre che all’erogazione esclusiva nelle farmacie ospedaliere e non in quelle territoriali. Considerato che l’accordo 2022 per la fornitura di Paxlovid ammonta a 600 mila trattamenti completi (per un totale di 400 milioni di euro), in assenza di un adeguato modello organizzativo in grado di garantire la necessaria tempestività della prescrizione, si rischia concretamente che le scorte rimangano inutilizzate come già accaduto per gli anticorpi monoclonali. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Perché ci sono ancora tanti morti di Covid

Today è in caricamento