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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute e veleni

Morti per tumori e inquinamento: cosa rivela un nuovo studio

Vivere in un'area altamente inquinata può annullare i benefici che si ottengono con uno stile di vita sano: è quanto suggerisce un'indagine realizzata da Unibo, università di Bari e Cnr

Si muore di tumore soprattutto dove l'inquinamento ambientale è più elevato, anche se si tratta di zone in cui le abitudini di vita sono in genere più sane. A suggerirlo è una nuova ricerca scientifica condotta da un gruppo di studiosi dell'Università di Bologna, dell'Università di Bari e del CNR. I ricercatori hanno analizzato con innovativi e sofisticati metodi di intelligenza artificiale i legami tra mortalità per cancro, fattori socioeconomici e fonti di inquinamento ambientale in Italia, a scala regionale e provinciale. I risultati, per chi volesse approfondire, sono stati pubblicati sulla rivista Science of the Total Environment, per la parte analitica, mentre sulla rivista Nature Scientific Data sarà pubblicato l'intero dataset decennale con i tassi di mortalità tumorale per tutti i comuni italiani, accessibile gratuitamente in modalità user friendly.

Il rapporto tra tumori e inquinamento ambientale

I tumori sono oggi la seconda causa di morte al mondo dopo le malattie cardiovascolari. E negli ultimi decenni di ricerca sul cancro, lo stile di vita (in particolare abitudini come obesità, sedentarietà, scorretta alimentazione, alcolismo e fumo) e fattori casuali o genetici sono stati indicati come cause principali nello sviluppo dei tumori. Aumenta, però, sempre più la consapevolezza che l'inquinamento abbia un peso rilevante. Secondo Roberto Cazzolla Gatti, professore al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell'Università di Bologna e primo autore dello studio, "la mortalità per tumore supera la media nazionale soprattutto dove l'inquinamento ambientale è più elevato". 

Non solo. L'impatto dell'inquinamento nel portare a morti per tumori non viene 'mitigato' dal fatto di vivere "in zone in cui le abitudini di vita sono in genere più sane", aggiunge Cazzola Gatti. Gli studiosi hanno preso in considerazione 35 fonti ambientali di inquinamento (ad esempio industrie, pesticidi, inceneritori, traffico automobilistico), rilevando che tra queste la qualità dell'aria è al primo posto per importanza per quanto riguarda l'associazione col tasso medio di mortalità per cancro. Seguono la presenza di siti da bonificare, le aree urbane, la densità dei veicoli a motore e i pesticidi.

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Inoltre, altre specifiche fonti ambientali di inquinamento si sono rivelate significative per la mortalità di alcune tipologie di tumore (come, ad esempio, la presenza di aree coltivate associate alla mortalità per tumori al tratto gastrointestinale, la vicinanza a strade e acciaierie per il cancro alla vescica, le attività industriali in aree urbane per il tumore alla prostata e i linfomi, eccetera). La provincia con tasso di mortalità da tumore più alta nel decennio 2009-2018 è Lodi, seguita da Napoli, Bergamo, Pavia, Sondrio e Cremona. La prima provincia del Centro Italia è Viterbo (11esima posizione), seguita da Roma (18esima), mentre al sud, oltre alla provincia di Napoli al secondo posto, solo quella di Caserta (ottava) rientra nelle prime 10 per mortalità da tumore.

"Questi risultati non mettono in discussione, ovviamente, il fatto che uno stile di vita più sano aiuta a ridurre il rischio di cancro, così come non contestano gli sforzi per arrivare a comprendere le basi genetiche che possono favorire l'insorgere dei tumori", aggiunge Cazzolla Gatti. "I nostri risultati, però, ci danno buone ragioni per credere che vivere in un'area altamente inquinata può annullare i benefici che si ottengono con uno stile di vita sano e indurre lo sviluppo di tumori con una frequenza maggiore".

"La qualità dellla nostra vita dipende anche da quella dell'ambiente"

In Italia si contano ogni anno circa 400.000 nuovi casi di tumori maligni, con una media annuale di decessi per tumore, secondo i Registri oncologici italiani, di circa tre morti ogni mille persone. L'analisi realizzata dagli studiosi ha mostrato, su scala nazionale e regionale, la rilevanza dell'ambiente rispetto ad altri fattori socioeconomici e allo stile di vita sull'insorgenza dei tumori. Inoltre, è stato possibile determinare su scala provinciale quali potenziali fonti di inquinamento potrebbero causare un eccesso di mortalità per cancro rispetto alla media nazionale, fornendo anche un focus sui fattori ambientali che sono per lo più associati a specifici tipi di cancro.

"In un'ottica di salute globale, secondo l'approccio noto come One Health, è ormai chiaro che la qualità della vita della nostra specie dipende strettamente da quella dell'ambiente in cui viviamo e dell'intero pianeta", spiega Cazzolla Gatti. "È necessario, allora, dare priorità non solo alla ricerca di cure per il cancro, ma anche alla riduzione e prevenzione della contaminazione ambientale: si tratta di azioni imprescindibili da mettere in atto nella difficile lotta contro l'insorgenza dei tumori. Solo se sapremo curare il nostro pianeta, potremo evitare di ammalarci".

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