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Sabato, 20 Aprile 2024
La storia

Paziente non vaccinato contro il Covid perde il posto in lista per il trapianto

Il caso di Gianni Tollardo, 56 anni, affetto da una grave malattia polmonare dal 2015. L'uomo sostiene di essere stato escluso per il suo rifiuto di vaccinarsi, dall'ospedale spiegano che dietro la decisione non c'è nessuna motivazione ideologica e che ogni anno su 350 persone in attesa solo 150 vengono trapiantate per mancanza di organi

Da una parte la versione del paziente, che denuncia di essere stato inserito nella lista dei trapianti perché non si è sottoposto alla vaccinazione contro il Covid; dall'altra quella dell'azienda sanitaria, l'Unità operativa di pneumologia dell'Università di Padova che nega ogni discriminazione sulla base di un'ideologia e ne fa invece una questione medica. Un caso complesso, delicato.

Lui, Gianni Tollardo, 56 anni, è malato dal 2015 di fibrosi interstiziale bronchiolocentrica, una malattia che negli anni è peggiorata al punto che oggi ha bisogno di ossigeno 24 ore al giorno. Nel 2019, visto l'aggravarsi della sua condizione, al 56enne era stato proposto di provare la strada del trapianto di polmone, una possibilità che inizialmente lasciava scettico il paziente. "Sono sempre stato bene, parlare di chirurgia mi spaventava" ha raccontato il 56enne all'emittente 'Byoblu, la tv dei cittadini' che per prima ha raccontato la sua storia. Ma poi "negli anni mi hanno convinto e mi sono reso conto che ero in un centro adatto".

Quando Tollardo si decide che non c'è altra strada scoppia la pandemia. Lui di vaccinarsi non vuole saperne. "Non è che fossi preoccupato, mi sono informato" dice. "È un vaccino sperimentale e io non sono una cavia. Posso fare da cavia se me lo chiedono, ma non se mi viene imposto. Non sono un dottore, ma non sono deficiente".

Nonostante la profonda avversione al vaccino contro il Covid il 56enne rifiuta l'etichetta di no vax. E anzi rimarca: "Ho fatto anche tutti i vaccini, anche quello da militare e l'anti influenzale". In ogni caso proprio la mancata vaccinazione sarebbe alla base dell'esclusione di Tollardo dalle liste per il trapianto. Il 56enne ha raccontato di aver ricevuto la notizia dalla dottoressa che lo aveva seguito per anni: "Mi ha detto che l'ospedale non poteva prendersi la responsabilità di farmi l'intervento".

Prima di allora l'uomo si era sottoposto a una serie di accertamenti necessari per stabilire se fosse idoneo. Nella lettera con cui è stato dimesso dall'ospedale, pubblicata sempre da 'Byoblu', si legge che non erano "emerse controindicazioni maggiori" ma viene anche evidenziato che l'uomo presentava dei "tratti paranoici legati alla vaccinazione covid, che, per quanto circoscritti potrebbero influenzare l'iter trapiantologico in un'ottica di accettazione e adattamento all'organo ricevuto". E così alla fine Tollardo non è stato inserito nelle liste per l'operazione. 

La spiegazione dell'ospedale: "Nessuna motivazione ideologica"

Dopo l'inchiesta di 'Byoblu' il caso ha provocato un polverone. L'azienda ospedaliera di Padova ha replicato così alle polemiche: "Come rappresentato più volte al paziente da parte del Prof. Federico Rea, direttore della Chirurgia Toracica dell'Azienda, 'non vi è alcuna 'motivazione ideologica' (come riportato erroneamente negli articoli) dietro la scelta di non procedere al tempo dei fatti con l'immediato inserimento in lista trapianti del paziente coinvolto nel caso (…)".

Dall'ospedale fanno presente che la lista trapianti è composta "in Italia da oltre 350 pazienti all'anno, dei quali meno di 150 vede soddisfatta la possibilità di completare il trapianto, per una palese mancanza di organi e donatori sufficienti a fabbisogno" e che la scelta della commissione aveva il "dovere di garantire che gli scarsi organi a disposizione possano trovare i riceventi che per caratteristiche di urgenza e di esito previsto possano evitare la dispersione di risorse così preziose".

Per quanto riguarda la scelta di non vaccinarsi, i medici assicurano che non c'è stato nessun pregiudizio ideologico nei confronti del signor Tollardo: "La mancata adesione alla vaccinazione Covid-19 da parte del paziente - si legge ancora -, come pure l'iniziale pretesa di ricevere un organo solo da donatore non vaccinato, poca o nessuna attinenza hanno quindi con le scelte correttamente effettuate dal Prof. Rea e dai medici valutatori, che hanno preso in considerazione fattori ben più ampi, fra i quali non secondaria la corretta aderenza e completamento delle terapie farmacologiche ed altri".

Dall'ospedale fanno poi notare che "sono stati correntemente trapiantati questi pazienti non vaccinati: 4 pazienti con trapianto di rene, 3 pazienti con trapianto di polmone (intervento similare a quello preteso dal paziente oggetto degli articoli, 1 trapianto di fegato, 1 trapianto di cuore". Insomma, nessuna preclusione verso i soggetti non vaccinati. La scelta dell'ospedale sarebbe stata invece determinata da altri fattori, tra cui "la corretta aderenza e completamento delle terapie farmacologiche". 

In una lettera inviata dall'ospedale al paziente, i medici spiegano poi che il "comportamento non aderente alle raccomandazioni mediche" potrebbe verificarsi "anche per prescrizioni mediche future essenziali (per esempio la terapia immunosoppressiva)". In tal caso "si metterebbe a rischio in caso di trapianto la sopravvivenza del paziente stesso e dell'organo a causa di complicanze infettive altrimenti evitabili". Una tesi che Tollardo contesta: l'uomo sostiene di aver sempre rispettato le prescrizioni dei medici al punto da assumere un farmaco sperimentale per la cura della sua malattia. Ma del vaccino contro il Covid non vuole proprio saperne.  
 

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