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Martedì, 16 Aprile 2024
L'emergenza

"Mancano 30mila medici e 100mila posti letto: a rischio la salute di tutti"

L'allarme lanciato dalla Fossc, Forum delle 30 società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari, che chiede al Governo Meloni interventi urgenti per ribaltare un quadro che mette a repentaglio la salute dei cittadini

Ci eravamo illusi che la pandemia ci avesse insegnato ad allocare meglio le risorse e a non riunciare a investimenti fondamentali per la nostra vita e la nostra comunità. A distanza di tre anni dall'inizio dell'incubo chiamato Covid-19 tocca constare che non è purtroppo così. E i numeri precisi dell'emergenza di strutture e personale la dà la Fossc, il forum delle 30 società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari e non sono confortanti. 

Quanti sono i medici ospedalieri e gli infermieri mancanti 

 In un solo anno secondo la Fossc sono stati eliminati quasi 21.500 posti letto, incrementati solo per affrontare i mesi piu' duri della pandemia: nel 2020 erano 257.977, per poi scendere a 236.481 nel 2021. Mancano almeno 30mila specialisti ospedalieri: ad oggi sono circa 130mila, 60mila in meno della Germania e 43mila in meno della Francia. Tra medici neolaureati e specializzandi, piu' di 1.000 l'anno si trasferiscono all'estero per stipendi e condizioni di lavoro nettamente migliori. Una vera e propria emorragia di talenti che lascia il nostro Paese sguarnito in ambito sanitario mentre la popolazione anziana cresce molto di più (in rapporto ai nuovi nati), che nel resto d'Europa. 

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Infermieri e pronto soccorso: i numeri della crisi 

E nei pronti soccorsi le cose non vanno meglio. Nella medicina d'urgenza mancano infatti 4.200 camici bianchi (in sei mesi, da gennaio a luglio 2022, se ne sono dimessi 600, circa 100 al mese). E drammatica è anche la cronica carenza di infermieri: ne mancano all'appallo circa 70.000. Una dinamica originata dagli scarsi investimenti in sanità e formazione che quest'anno sono tornati ulteriormente a scendere: secondo la  Fossc, la spesa sanitaria nel 2023 tornerà al 6,3% del PIl dopo essere cresciuta nel tempo della crisi sanitaria pandemica. Una media nettamente inferiore a quella dei paesi Ocse (8%) e di Francia e Germania che spendono approsimativamente il 10% del Pil in sanità . 

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L'appello al Governo 

E le associazioni lanciano un vero e proprio grido di allarme al Governo guidato da Giorgia Meloni:  ''Abbiamo appreso con estremo interesse le intenzioni della presidente del Consiglio di voler cambiare l'indirizzo e i campi d'applicazione del Pnrr.  Riteniamo che questa sarebbe un'occasione unica per la sanita' di impiegare una quantita' cospicua di fondi gia' devoluti alla medicina territoriale e destinati purtroppo a non raggiungere i risultati attesi, proprio per l'estrema carenza di personale medico e infermieristico. Non bastano le 1.350 Case di Comunita' previste dal Pnrr a risolvere i problemi della sanita', se non si affrontano i nodi centrali della crisi profonda degli ospedali e delle risorse per il reclutamento del personale''.

In particolare, secondo la Fossc, i posti letto per abitante dovrebbero raggiungere il numero di 500 ogni 100.000 abitanti (ora sono 350), mentre le strutture di terapia intensiva devono arrivare ai 20-25 ogni 100.000 abitanti (sono al momento 14). 

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