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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Sesso, lo smog riduce la lunghezza del pene

I risultati di un nuovo studio italiano pubblicato su 'Human Reproduction' hanno delineato un quadro preoccupante per la fertilità maschile

L'inquinamento ambientale influisce negativamente sulla sfera sessuale.

Se numerosi studi scientifici internazionali hanno ipotizzato che i prodotti inquinanti presenti nell'ambiente, noti come interferenti endocrini, possono alterare l'equilibrio e la funzione degli ormoni, adesso un nuovo studio italiano pubblicato su 'Human Reproduction', ha scoperto che "questi agenti riducono la produzione di spermatozoi e la lunghezza dell'organo riproduttivo maschile".

Carlo Foresta, docente di Endocrinologia all'università di Padova e coordinatore del gruppo di ricerca 'La fertilità dei giovani è a rischio', ha lanciato un allarme a tal proposito.

Lo studio

L'uomo e gli animali, attraverso l'alimentazione, le acque e il contatto, sono sempre più esposti a prodotti inquinanti, principalmente residui chimici della plastica e dei suoi prodotti di degradazione.

Questi elementi sono interferenti endocrini che possono alterare l'equilibrio e la funzione degli ormoni, interagendo con la normale funzione ormonale e portando effetti negativi sulla salute.

In alcune specie animali che vivono in ambienti particolarmente esposti a sostanze inquinanti, come alligatori dei grandi laghi americani, orsi polari, rettili e mammiferi, è stato osservato un incremento delle anomalie del sistema endocrino riproduttivo, dalla riduzione delle dimensioni dei genitali e del potenziale riproduttivo, fino all'alterazione del comportamento sessuale.

Le dimensioni del pene si sono ridotte rispetto ai giovani di 15 anni fa

Dallo studio padovano, condotto su quasi mille ventenni veneti, è emersa una riduzione della produzione degli spermatozoi (-18% rispetto ai giovani di 15 anni fa) e una variazione delle strutture corporee che sono indice di un alterato equilibrio degli ormoni testicolari. Il 36% dei giovani presenta infatti un'apertura delle braccia superiore alla media, che è indicativa di un'alterazione nelle proporzioni antropometriche, tipicamente associata al ruolo degli ormoni sessuali nello sviluppo del maschio.

Non solo. C'è stata anche una 'scoperta choc'. I risultati hanno evidenziato una riduzione delle dimensioni del pene, di -0,9 cm rispetto ai giovani di 15 anni fa, e dei testicoli: il 23% dei giovani analizzati ha mostrato un volume testicolare inferiore ai 12 cc, considerato come valore soglia di normalità.

E ancora. Per la prima volta è stata misurata la distanza ano-genitale, indicatore clinico che è determinato dalla impregnazione androgenica nel maschio durante lo sviluppo fetale. Pertanto, una riduzione della produzione di ormoni testicolari dell'embrione comporta una riduzione della distanza ano-genitale (nelle donne, mancando gli ormoni testicolari, la distanza ano-genitale è infatti molto ridotta) riscontrata nei giovani analizzati, che si associa a una riduzione del numero di spermatozoi e delle caratteristiche di mascolinizzazione come l'apertura delle braccia, il volume testicolare e le dimensioni del pene.

“Conseguenze negative sul potenziale di fertilità dei giovani”

"Tutti questi segni depongono per una interferenza da parte dei composti chimici ambientali sulla attività degli ormoni testicolari nel maschio”, è stato il commento di Foresta: “Queste interferenze possono manifestarsi sia durante lo sviluppo della fase embrionale che durante la fase adolescenziale fino all'età adulta, portando quindi a possibili conseguenze negative sul potenziale di fertilità dei giovani uomini".

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