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Giovedì, 25 Aprile 2024
I dati

Boom di fumatori post pandemia: sigaretta elettronica e tradizionale convivono

Il report dell'Istituto superiore di sanità. Un italiano su 4 ha il vizio del fumo: + 2,2% in soli due anni. Dal 2019 si è triplicato il consumo del tabacco riscaldato

Quasi un italiano su quattro ha il vizio del fumo, il 24,2% della popolazione per l'esattezza. Una percentuale tanto alta non si registrava dal 2006. I fumatori erano il 22% nel 2019, ultimo anno di rilevazione prima della pandemia Covid. A fotografare la situazione è l'Istituto superiore di sanità (Iss). I dati sono stati diffusi in concomitanza con la Giornata mondiale senza tabacco di domani, promossa dall’Oms. 

Il trend rilevato nel triennio 2017-2019 che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici non viene confermato nel 2022. Quest’anno si assiste a un incremento nella percentuale dei fumatori che riguarda entrambi i sessi. “L’aumento dei fumatori rilevato dal report è un segnale che desta preoccupazione – dice Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss – e rispetto al quale è importante attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani per garantire una vita più lunga, con meno disabilità e qualitativamente migliore per noi e per chi ci vive accanto”.

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Sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato

Col tempo si è ampliata l'offerta. Alla sigaretta tradizionale si è affiancata quella elettronica e c'è anche il tabacco riscaldato.

Per sigaretta elettronica (e-cig) si intende un dispositivo che permette di inalare vapore, in genere aromatizzato, contenente quantità variabili di nicotina, che raggiunge l'apparato respiratorio senza che ci sia combustione del tabacco e i danni a essa correlati. La sigaretta con tabacco riscaldato funziona inserendo una piccola sigaretta di tabacco all’interno di un apparecchio, che scalda il tabacco senza bruciarlo.

Le sigarette preferite dagli italiani

Secondo l'Iss, si fumano principalmente sigarette confezionate (84,9%) e sigarette fatte a mano (14,9%), sebbene queste percentuali siano in diminuzione rispetto a quanto registrato nel 2019 (90,2% per le sigarette tradizionali, 18.3% per le sigarette fatte a mano). 

In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di sigarette elettroniche sono il 2,4% della popolazione, ovvero circa 1.200.000 persone. Dopo un trend che vedeva negli anni precedenti una diminuzione degli utilizzatori, questi nel 2022 sembrano essere di nuovo in aumento (erano il 2,5% nel 2017, 2,1 nel 2018, 1,7% nel 2019). L’81,9% di chi usa la sigaretta elettronica  è un fumatore, dunque un consumatore duale che fuma le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig. Il 2,8% dei fumatori abituali o occasionali di sigaretta elettronica sono invece persone che prima di utilizzare l’e-cig non avevano mai fumato sigarette tradizionali.  

In aumento le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6%) le considera meno dannose di quelle tradizionali.  Per quanto riguarda le sigarette a tabacco riscaldato (HTP), queste vengono utilizzate abitualmente o occasionalmente dal 3,3% della popolazione italiana, circa 1.700.000 persone. Il loro consumo è triplicato, passando dall’1,1% nel 2019 al 3,3% nel 2022. Relativamente alla percezione del rischio per la salute derivante dall’uso delle sigarette a tabacco riscaldato, si osserva che sebbene la maggioranza dei fumatori (il 52,2%) ritenga che esse siano dannose al pari delle sigarette tradizionali, il 36,6% ritiene che lo siano meno: quest’ultima percezione si è maggiormente diffusa tra i fumatori rispetto a quanto rilevato nel 2019 (era il pensiero del 25,3% dei fumatori).  Inoltre, il 38,8% della popolazione (48,4% dei fumatori) ritiene che questa tipologia di prodotti non portino al consumo di sigarette tradizionali mentre il 26,1% degli italiani (37,2% dei fumatori) ritiene che l’esposizione passiva al consumo di sigarette a tabacco riscaldato non faccia male alla salute.

L'effetto del Covid

“Il dato di quest’anno – dice Roberta Pacifici, responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss – ci conferma come la pandemia abbia significativamente influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco e di nicotina degli italiani. I nuovi prodotti del tabacco e le sigarette elettroniche si sono aggiunti al consumo delle sigarette tradizionali e i loro utilizzatori infatti sono quasi esclusivamente consumatori duali. La falsa percezione di consumare prodotti meno o addirittura non nocivi per la salute e il sentirsi autorizzati ad utilizzarli in ogni luogo, in deroga alla legge Sirchia, stanno certamente incidendo sull’aumento del loro consumo”.

L'identikit del fumatore

Secondo l'Istituto superiore di sanità, sono 12,4 milioni i fumatori in Italia e rappresentano il 24,2% della popolazione. Gli ex fumatori sono il 14,9% della popolazione italiana e i non fumatori il 60,9%. La prevalenza più alta di fumatori di sesso maschile si registra nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni (42,9), mentre nella fascia d’età 45-64 anni si registra la prevalenza più alta tra le donne (24,5%). Oltre i 65 anni troviamo le prevalenze più basse in entrambi i sessi. Tra i fumatori di sesso maschile si registra anche la percentuale più alta di chi fuma più di 20 sigarette al giorno (25,6% rispetto al 13,4% delle donne) mentre tra le fumatrici la percentuale più bassa di chi fuma meno di 9 sigarette al giorno (36,0% rispetto al 31,4% degli uomini). Quasi la metà dei giovani fumatori nella fascia d’età 15-24 anni (49,8%) fuma meno di 9 sigarette al giorno, sebbene il 45,5% di essi consumi tra le 10 e le 19 sigarette/die.

Si fumano in media 11,5 sigarette al giorno. Il consumo medio giornaliero di sigarette si conferma in diminuzione, sebbene tale diminuzione consista di fatto nella riduzione di 2 sigarette in 10 anni (erano 13,6 sigarette/die nel 2011), con ancora il 20,4% di fumatori che consumano più di 20 sigarette al giorno.

Rispetto all’area geografica, la prevalenza di fumatori è più alta al Sud in entrambi i sessi: 32,6% negli uomini, 21,6% nelle donne.

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I divieti non rispettati

Dopo oltre 15 anni dall’entrata in vigore della legge antifumo (legge Sirchia), il divieto è sostanzialmente rispettato. Dall'Iss si sottolinea però che "l’introduzione sul mercato di prodotti alternativi alla sigaretta tradizionale e una legislazione non ancora adeguata ai nuovi scenari del mercato di questi prodotti, stanno rimettendo in discussione l’educazione al comportamento rispettoso nei confronti dei non fumatori". Infatti, il 66,8% degli utilizzatori di e-cig (erano il 62,6% nel 2019) e il 74,6% dei fumatori di sigarette a tabacco riscaldato (erano il 62% nel 2019) si sente libero di usare questi prodotti nei luoghi pubblici (mezzi di trasporto pubblici, privati, locali, bar). Gli incrementi percentuali registrati nel 2022 degli utilizzatori di entrambe le tipologie di prodotti disposti a trasgredire i divieti di fumo, mandano "un ulteriore chiaro segnale di allerta nei confronti di una legislazione ancora troppo fragile nei confronti dei prodotti diversi dalla sigaretta tradizionale". 

Un aiuto per smettere di fumare

Per aiutare chi vuole smettere esiste la piattaforma "Smettodifumare", che offre la mappa geolocalizzata dei centri antifumo presenti sul territorio nazionale, fornendo indicazioni pratiche per un facile accesso. La piattaforma ospita anche la nuova Guida digitale "Smetto di Fumare" con consigli e strategie utili per abbandonare la sigaretta e superare i momenti critici.  

Dal 2000 è attivo anche il Telefono Verde contro il Fumo (TVF) 800 554088 che finora ha preso in carico oltre 98.000 telefonate e nell’ultimo anno (1 maggio 2021- 30 aprile 2022) sono giunte al Servizio oltre 8.500 telefonate. Si chiama di più dal Nord (40% delle telefonate totali) poi dal Sud e dalle Isole (37%), ed infine dal Centro del Paese (23%). Chi telefona è quasi sempre un fumatore (92%) ma non mancano le chiamate di familiari e amici che chiedono aiuto per far smettere di fumare i propri cari (7%).

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