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Martedì, 23 Aprile 2024
Salute Milano

A 10 anni Giada è libera dalla dialisi: la straordinaria macchina dei trapianti non si è mai fermata

La macchina dei trapianti non si ferma, nonostante la pandemia. Da Milano, da quella Lombardia così martoriata dai contagi, arriva una grande storia di vita e di speranza

Non c'è soltanto il grande sforzo di tutta la sanità italiana per fronteggiare l'emergenza coronavirus. La macchina dei trapianti non si ferma, nonostante la pandemia. Da Milano, da quella Lombardia così martoriata dai contagi, arriva una grande storia di vita e di speranza. Un organo donato può cambiare la vita soprattutto a 10 anni: Giada (nome di fantasia) oggi è finalmente libera dalla dialisi. Dei 7 trapianti di rene che il Policlinico del capoluogo lombardo ha eseguito nel pieno dell'emergenza Covid-19, tre hanno riguardato bambini, due sono avvenuti da donatore vivente.

Giada è l'ultima di questi 7 pazienti. La sua storia viene raccontata in vista del 19 aprile, Giornata nazionale della donazione di organi e tessuti. L'emergenza si combatte anche a colpi di generosità, commenta l'Irccs riferendosi ai "tantissimi donatori" che "stanno facendo la differenza, supportando economicamente (ma non solo) il sistema sanitario". Con questi fondi gli ospedali hanno potuto attrezzare nuovi reparti per curare le persone positive al coronavirus. Ma ci sono anche altri donatori, che senza poterlo sapere lasciano un segno indelebile nella di vita di alcune persone. La piccola conviveva fin dalla nascita con una malattia renale che l'ha costretta alla dialisi. Il suo donatore aveva solo 4 anni. "Un bimbo che non ce l'ha fatta a causa di un'emorragia cerebrale improvvisa e non prevedibile", racconta l'Irccs di via Sforza. Uno dei suoi reni ha restituito Giada a una vita normale. Le storie di tante persone si intrecciano ogni giorno nella 'macchina dei trapianti', che continua la sua indispensabile corsa senza soste.

Trapianti, non c'è emergenza che tenga (e che fermi) il Policlinico di Milano

Uno dei reni del piccolo donatore, con il coordinamento del Centro nazionale trapianti (Cnt) e del Nord Italia Transplant program (Nitp), è arrivato al Policlinico di Milano dove ad attenderlo c'era Giada. Lei stessa ha affrontato diverse ore di viaggio per essere lì, pronta per sottoporsi all'intervento. E' andato tutto bene, tutto per il meglio. Giada ora sta bene ed è felice, perché la dialisi diventerà solo un brutto ricordo. Il suo grazie è per i chirurghi dell'équipe di Mariano Ferraresso, direttore della Chirurgia generale-trapianti di rene del Policlinico, dove si sono eseguiti i 7 trapianti in tempi di pandemia. A dare supporto l'Unità di nefrologia, dialisi e trapianto pediatrico dell'Irccs diretta da Giovanni Montini, dove è stato realizzato un apposito percorso 'coronavirus free'.

"Nonostante questa grave pandemia - commenta Ferraresso - il trapianto di rene in Policlinico continua. Fin da subito abbiamo seguito le indicazioni del Cnt relative alla sicurezza dei donatori e dei riceventi e alle categorie di pazienti candidabili alla procedura. Tutta la comunità trapiantologica italiana, diversamente da alcuni Stati europei come Francia e Svizzera, è stata concorde nel mantenere aperta la possibilità al trapianto a certe condizioni e per certe tipologie di pazienti. Abbiamo voluto rispondere positivamente alle indicazioni del ministero della Salute per inserire le attività di donazione e trapianto nelle attività di urgenza da riorganizzare durante la pandemia". I dati preliminari, prosegue, "hanno fatto chiaramente vedere come l'incidenza dell'infezione da Covid sia quasi 3 volte maggiore nel paziente dializzato rispetto al paziente trapiantato di rene. Inoltre, ad oggi non sono riportati casi di infezione da Covid in pazienti pediatrici trapiantati di rene". La storia di Giada è un segnale di speranza per chi da anni attende il suo momento, e - sottolinea l'Irccs milanese - non deve essere privato di questa possibilità anche in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo. "Non c'è emergenza che tenga: il Policlinico per i suoi pazienti in attesa di trapianto, è sempre aperto". È la sanita pubblica italiana al suo meglio.

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