rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Scienza e odori

Perché alcune persone sono "calamite" per le zanzare

La presenza di elevati livelli di acidi grassi nel sebo aumenta le probabilità di essere punti dalle zanzare. Lo rivela uno studio della Rockefeller University di New York

Dalle fastidiose punture delle zanzare non si scappa. Non tutti, però, ne sono vittime con la stessa frequenza. Che sia il sangue dolce, una loro predilezione per bambini e donne incinte, o che abbia a che fare piuttosto con gli alimenti che abbiamo mangiato di recente, poco importa: alcune persone sembrano essere punte di continuo, altre la scampano miracolosamente il più delle volte. O almeno, così vuole la tradizione. E in effetti, un nuovo studio pubblicato su Cell da un team di ricercatori della Rockefeller University di New York punta a una possibile spiegazione scientifica di questo fenomeno: alcuni composti presenti nel sebo della cute, che ne renderebbero irresistibile il profumo per le femmine di zanzara.

La ricerca, durata tre anni, ha coinvolto otto partecipanti a cui è stato chiesto, a più riprese, di indossare delle calze di nylon sulle braccia per diverse ore nell’arco di una giornata, in modo da imprimervi il proprio odore. Le otto calze sono quindi state comparate tra loro utilizzando un dispositivo pensato per valutare le preferenze delle zanzare: una scatola contenente gli insetti, con due uscite, alle cui estremità vengono poste le calze impregnate del profumo di due partecipanti messi a confronto.

Ripetendo più volte il test, in modo da comparare tra loro ogni volta tutti gli otto volontari, i ricercatori hanno quindi ottenuto una classifica che va dal più appetitoso al meno appetitoso. E col tempo è emerso un particolare interessante: uno dei partecipanti, identificato nei trial come soggetto 33, risultava sempre, immancabilmente, il preferito dalle zanzare: quattro volte più attrattivo del secondo classificato, e quasi 100 volte più dell’ultimo in classifica.

Qualcosa evidentemente rendeva l’odore del soggetto 33 estremamente appetitoso alle “narici” degli insetti, e i ricercatori hanno deciso ovviamente di comprendere cosa fosse. Analizzando il sebo prelevato dalla pelle degli otto volontari, hanno identificato diversi composti che risultavano prevalenti nei campioni dei soggetti più attraenti per le zanzare, arrivando a trovare il probabile responsabile: gli acidi grassi, molecole presenti in quantità più elevata nel sebo di persone come il soggetto 33, ed evidentemente in grado di spingere il microbioma della pelle a produrre un odore particolarmente appetitoso per le femmine di zanzara.

Ripetendo gli esperimenti con decine di altri volontari, i risultati non sono cambiati: il soggetto 33 è rimasto il più desiderato dagli insetti. E più in generale, il livello di attrattività nei confronti delle zanzare di ogni partecipante è rimasto sostanzialmente stabile nel tempo. Con buona pace dei più sfortunati che sembrano attrarre le punture come autentiche calamite. “Alcuni dei soggetti hanno partecipato allo studio per diversi anni, e abbiamo notato che se erano magneti per zanzare rimanevano magneti per zanzare”, spiega Maria Elena De Obaldia, una delle ricercatrici che ha partecipato all’indagine. “Molte caratteristiche dei soggetti o dei loro comportamenti potevano cambiare col tempo, ma questo particolare è rimasto sempre una proprietà stabile di ogni volontario”.

Che fare dunque? L’ipotesi dei ricercatori è che potrebbe essere possibile utilizzare il sebo e il microbiota delle persone meno attraenti per le zanzare, per creare un repellente da spargere sulla pelle, in grado di ridurre al minimo le loro attenzioni. Si tratta di ricerche estremamente complesse da portare avanti – ammettono – e quindi almeno per il prossimo futuro, ai magneti per zanzare, purtroppo, non resta che rassegnarsi, e armarsi di zampironi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Perché alcune persone sono "calamite" per le zanzare

Today è in caricamento