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Venerdì, 19 Aprile 2024
Chiariamo i dubbi

È possibile non sviluppare anticorpi dopo il vaccino?

Casi del genere sono estremamente rari e peraltro, spiega l'infettivologo Massimo Galli, l'assenza di anticorpi non significa in assoluto "che non sia stata innescata un altro tipo di protezione". Gli studi sui sanitari immunizzati hanno comunque dato risultati molto confortanti

È possibile che dopo la prima dose un soggetto vaccinato non produca anticorpi? E che cosa fare in casi del genere? Sul tema si è espresso Massimo Galli, primario infettivologo all'ospedale Sacco di Milano e docente all'università Statale del capoluogo lombardo, che in un'intervista a 'Il Mattino' spiega: "Ci sono pazienti non responsivi e solo per questi ultimi si potrebbe valutare" di fare la seconda somministrazione "con un altro vaccino. Ma è un'ipotesi ben diversa dal cambiare vaccino in corso d'opera" e comunque "da svolgersi sotto controllo medico. Bisogna anche dire - osserva Galli - che l'assenza di anticorpi evocati dalla prima dose non significa in assoluto che non sia stata innescata un altro tipo di protezione che dipende dall'immunità cellulare: i l corpo potrebbe avere una risposta difensiva indotta anche se non ha un numero significativo di anticorpi. Ma sono tutte dinamiche su cui non c'è certezza".

Invece, precisa l’infettivologo, "per chi ha già avuto il Covid e ha già fatto una dose, quella basta e avanza. Per queste persone aveva poco senso ricevere la prima dose di vaccino e non ha alcun senso ricevere la seconda. Chi ha avuto i sintomi del Covid spesso ha avuto anche una risposta anticorpale più gagliarda. Chi è stato asintomatico spesso ha una risposta anticorpale cosiddetta conservata, meno gagliarda, però è anche una persona che avuto la capacità di battere il virus senza tanti problemi. Quindi in fin dei conti, ma è una mia posizione controcorrente, anche per chi è stato asintomatico ha poco senso la vaccinazione".

Gli studi sui sanitari vaccinati: livelli altissimi di anticorpi dopo la seconda dose

Va comunque detto che la quasi totalità delle persone vaccinate produce una risposta anticorpale poderosa giùà dopo la prima dose ed è molto raro che non vengano rilevati gli anticorpi neutralizzanti Covid-19 che difendono le cellule dal coronavirus Sars-Cov-2. Da uno studio condotto tra i sanitari immunizzati all'ospedale Niguarda di Milano è emerso che a 14 giorni dalla seconda dose del preparato Pfizer-BioNTech il 98,4% del totale dei vaccinati presi in esame aveva sviluppato gli anticorpi attesi, mostrando titoli elevatissimi, nella maggior parte dei casi persino oltre i limiti misurabili dalle apparecchiature utilizzate.

Nel dettaglio il 62,6% del campione ha avuto una risposta superiore a 2.000 BAU (Binding Antibody Unit)/ml, il 21,6% tra 1.500 e 2.000 BAU/ml, l'11,4% tra 1.000 e 1.500 BAU/ml e il 4,3% inferiore a 1.000 BAU/ml. Risultati "estremamente positivi e incoraggianti", aveva spiegato Francesco Scaglione, direttore del Laboratorio di analisi chimiche e Microbiologia di Niguarda, "anche al di sopra delle aspettative. Su 2.497 vaccinati sono stati individuati solo 4 soggetti 'non responder', nello specifico persone immunodepresse, con trascorso di trapianti o patologie che implicano l'uso di farmaci che inibiscono la naturale risposta immunitaria". 

Un monitoraggio realizzato tra gli operatori sanitari dell'Ospedale Bambino Gesù ha dato risultati ancora più confortanti. A 21 giorni dalla somministrazione della prima dose del vaccino Pfizer-BioNTech, il 99% dei vaccinati aveva sviluppato anticorpi contro il virus, mentre sette giorni dopo la seconda dose, gli anticorpi sono stati sviluppati dal 100% dei sanitari presi in esame. Insomma, i casi di mancata risposta immunitaria sono davvero molto rari.

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