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Sabato, 20 Aprile 2024
La spiegazione

L'aria condizionata favorisce i contagi covid negli ambienti chiusi?

L'aumento dei casi di positività sta portando molti a chiedersi se non sia il caso di chiudere gli impianti di condizionamento, visti come possibili agenti propagatori del virus. Cosa dicono gli esperti

L'aria condizionata favorisce i contagi covid negli ambienti chiusi? Con il numero di positivi da covid che risale e un caldo che ha raggiunto livelli record per il mese di giugno, questa domanda torna d'attualità, facendo crescere la preoccupazione di chi considera gli impianti di condizionamento come un potenziale vettore che favorisce il ritorno dei contagi. Sarebbe meglio spegnere l'aria condizionata, quindi? Cosa dicono gli esperti? La risposta è chiara: per ridurre il rischio di contagio in ambienti chiusi non è necessario spegnere i condizionatori. Il problema non sono questi impianti di condizionamento, ma la mancanza di ventilazione meccanica controllata.

Aprire le finestre in un ambiente chiuso potrebbe non bastare e comunque, con il condizionatore acceso, significherebbe sprecare energia e disperdere l'aria fresca. I condizionatori servono per gestire la qualità dell'aria e mantenere un certo comfort termico: se venissero spenti, difatti, si aumenterebbe lo stress termico e non si ridurrebbe il rischio di contagio covid.

Chi rischia di più con un condizionatore acceso?

La presenza di aria condizionata all'interno di un ambiente chiuso, spiegano ancora diversi esperti, non modifica in alcun modo il rischio di contagio. Il moto delle particelle di un impianto di condizionamento, infatti, è soggetto a numerosi fattori e non è sempre scontato prevedere chi possa esserne svantaggiato. Chi rischia di più è normalmente chi è seduto di fronte al flusso d'aria che va dal soggetto infetto a quello sano, una situazione però difficilmente prevedibile in ambienti chiusi. Non serve perciò spegnere il condizionatore. Anzi, se il dispositivo è dotato di filtro ci può essere una mitigazione del contagio. Nemmeno il ricircolo dell'aria rappresenta un problema: il sistema è usato per risparmiare energia e se studiato bene, quindi con un filtro in grado di eliminare inquinanti e virus, può essere utile. Comunque, anche nel caso in cui ne sia sprovvisto, non aumenta o diminuisce il rischio di contagio.

Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'università Statale di Milano, spiegava già due anni fa che "i filtri presenti all'interno degli impianti hanno il compito di purificare l'aria, trattenendo le particelle nocive, e di deumidificare (ottimo contro il virus) ed evitare la formazione di muffe". Per chi ha ancora dei dubbi, le norme di prevenzione sono chiare: "Scegliere se possibile la funzione di ventilazione a circolo aperto, per avere sempre aria pulita dall'esterno; far ventilare ogni due-tre ore e pulire i filtri ogni settimana, per evitare l'accumulo di sporco e polvere".

Covid a parte, se i filtri del condizionatore non venissero puliti a dovere c'è il rischio di contrarre il virus della legionella, un'infezione polmonare che può avere sintomi simili a quelli del coronavirus (tosse, dolore al petto e affanno, oltre a dolori muscolari e cefalea). Ecco perché è importante usare bene il condizionatore, provvedendo a una sua manutenzione e controllo da parte di personale specializzato prima di metterlo in funzione.

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