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Giovedì, 28 Marzo 2024
Scienze

Da Dolly alle scimmie, ma la clonazione dell'uomo non s'ha da fare

I due primati clonati in Cina hanno riaperto un dibattito iniziato nel '96 con la celebre pecora. Quanto siamo vicini agli esperimenti sull'uomo? Le risposte a Today del genetista Giuseppe Novelli 

Le due scimmiette clonate in Cina con la stessa tecnica usata nel 1996 per la pecora Dolly hanno attirato l'attenzione di tutti, dagli esperti in genetica ai normali cittadini. Una scoperta scientifica epocale, ma che apre la porte a quesiti che ci riguardano molto da vicino. Quanto siamo lontani dalla sperimentazione sull'uomo? E soprattutto, a cosa potrebbe servire la clonazione di un essere umano?

Per rispondere a queste domande abbiamo chiamato in causa il dott. Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell'Università Tor Vergata di Roma: “Per il primo quesito la risposta è molto semplice: da un punto di vista puramente tecnico siamo molto vicini alla sperimentazione sull'uomo, basta pensare che le scimmie hanno un Dna che combacia per il 99% con quello degli esseri umani”. 

Ma per Novelli la domanda veramente importante è un'altra, a cosa servirebbe?: “Questo è il quesito che adesso dobbiamo porci. La mia risposta? Clonare l'uomo sarebbe un errore e non avrebbe alcuna utilità dal punto di vista scientifico. Chi vorrebbe vivere in un mondo in cui sono tutti uguali? L'individualità andrebbe persa nella ricerca della perfezione”. 

“La clonazione non sarebbe utile neanche per le coppie che non riescono ad avere figli -  conclude Vettori – esistono già altre tecniche per aiutare le persone con questo tipo di problema. Quello che invece serve è una regolamentazione della pratica sugli animali, che potrebbe rivelarsi fondamentali nella ricerca scientifica”.

Cina, clonate due scimmie (FOTO ANSA)

Il 'no' della Chiesa

Ma quello che gli scienziati vedono come una grande scoperta, nel mondo clericale viene inquadrato come una vera e propria minaccia per il genere umano, come dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera dal cardinale Elio Sgreccia: “Quello che mi preoccupa è la volontà che si cela dietro questa ricerca. Io ci vedo una minaccia per il futuro dell’umanità. Prima la pecora, poi la scimmia… Pare il tentativo di avvicinarsi all’uomo, come fosse un penultimo passo. Una prospettiva che la Chiesa, naturalmente, non potrà mai approvare”. 

Come nei migliori film di fantascienza, il timore di Sgreccia è che questo tipo di esperimenti possano portare alla fine del genere umano: “Una simile manipolazione profonda dovrebbe essere sentita da tutti come una minaccia alla persona umana, il tentativo di degradare la sua dignità”.

Da Dolly alle scimmie 

Sembrano due peluche Zhong Zhong e Hua Hua, le due scimmiette clonate in Cina, che nessuno potrebbe distinguere da due esemplari nati in maniera naturale. Ma come siamo arrivati a questo punto? Tutto ebbe inizio nell'ormai lontano 1996, quando al Roslin Institute di Edimburgo veniva clonato il primo mammifero: la celebre pecora Dolly. In quel esperimento l'ovino venne generato da una cellula della madre, dimostrando per la prima volta la possibilità di far tornare ad uno stato 'giovanile' le cellula di un mammifero adulto. La notizia della clonazione della pecora Dolly venne divulgata soltanto un anno dopo la sua nascita, aprendo un dibattito mondiale su questa nuova frontiera della ricerca. Sette anni più tardi Dolly venne abbattuta a causa di una infezione polmonare, per poi essere imbalsamata e conservata nel Royal Museum di Edimburgo. Dopo Dolly gli esperimenti continuarono su animali diversi: nel '99 fu la volta del toro Galileo, prima di passare  a mucche, cavalli e cammelli. L'obiettivo di questi esperimenti era la realizzazione di “campioni” in grado di migliorare la produttività. Nello stesso anno venne clonata negli Stati Uniti anche Tetra, una femmina di macaco, per cui però venne utilizzata una tecnica diversa, che imita il processo naturale dei gemelli identici. 

Mai più Dolly

Dopo anni di dibattiti e sperimentazioni, nel 2013 sono state proposte a livello europeo direttive per vietare la clonazione di suini, bovini, ovini, caprini ed equini allevati, oltre a bandire dai mercati europei qualsiasi alimento ottenuto facendo ricorso a tecniche di clonazione animale. Poi nel settembre del 2017 il Parlamento europeo ha votato contro la clonazione di tutti gli animali per fini alimentari, bandendo da qualsiasi mercato dell'Ue non solo gli alimenti derivanti dai cloni, ma anche quelli della progenie di animali clonati. Ad oggi la clonazione resta possibile soltanto per fini medico-scientifici o per salvaguardare le specie a rischio. 

La tecnica utilizzata per clonare le scimmie 

Come detto in precedenza, per clonare le scimmie Zhong Zhong e Hua Hua è stata utilizzata la stessa tecnica che diede vita alla pecora Dolly. Fino ad oggi tutti gli esperimenti di questo genere sui primati erano falliti, perché i nuclei delle loro cellule differenziate contengono geni che impediscono lo sviluppo dell'embrione. Ma gli scienziati cinesi sono riusciti ad individuare a riattivare i geni con degli interruttori molecolari.

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Tutti i dettagli e le immagini dell'esperimento portato a termine dall'Istituto di neuroscienze dell'Accademia cinese delle scienze a Shanghai, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell. Mentre il mondo saluta questi due simpatici animaletti, il dibattito continuerà a tenere banco. 

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