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Venerdì, 29 Marzo 2024
Covid negli animali

Covid, la variante inglese può infettare cani e gatti e può causare miocarditi

La variante inglese di Sars-Cov-2 sembrera più infettiva anche per gli animali da compagnia, e aumenterebbe il rischio di complicazioni cardiache per gli animali. Lo rivela uno studio inglese

Anche i nostri animali da compagnia potrebbero essere più a rischio con l’arrivo delle nuove varianti di Sars-Cov-2. Uno studio appena pubblicato sulla rivista Veterinary Record documenta infatti, per la prima volta, il contagio di sei gatti e un cane con la variante inglese (o variante Alfa secondo la nomenclatura ufficiale) emersa lo scorso anno in Gran Bretagna. Tutti gli animali studiati hanno inoltre sviluppato sintomi cardiovascolari compatibili con una miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco spesso associata con Covid 19. Indizi – scrivono gli autori della ricerca – che potrebbero indicare una maggiore trasmissibilità della variante inglese, e una maggiore capacità di causare complicazioni gravi, anche nei confronti dei nostri amici a quattro zampe.

Che Covid 19 possa colpire anche diverse specie animali non è esattamente una novità. Fino ad oggi però negli animali da compagnia erano state accertate unicamente infezioni causate dal ceppo originale del virus, quello diffuso nei primi mesi di pandemia, prima della comparsa delle famigerate varianti come la Alfa e la Delta. In tutti i casi noti, inoltre, negli animali la malattia aveva prodotto unicamente blandi sintomi influenzali.

Tra dicembre del 2020 e marzo del 2021 i veterinari del Ralph Veterinary Referral Centre di Marlow, nel Regno Unito, hanno notato invece un fatto insolito: un aumento inspiegabile nel numero di cani e gatti che venivano ricoverati nel centro con sintomi compatibili con una miocardite virale. Negli esseri umani la miocardite è una delle complicazioni non respiratorie più comuni di Covid 19, e la coincidenza temporale dell’aumento dei ricoveri con il picco di contagi provocato dalla variante inglese negli esseri umani sembrava fin troppo sospetto.

Due indizi non fanno una prova, è vero, ed è per questo che gli autori dello studio hanno deciso di testare gli animali in cerca del virus. Dei sette animali studiati, tre sono risultati positivi al tampone, e le analisi seguenti hanno confermato che l’infezione era causata proprio dalla variante Alfa di Sars-Cov-2. Altri tre, pur non presentando tracce del virus nell’organismo, sono risultati positivi ad un test sierologico, il segno di un contatto recente con Covid 19. Per gli autori della ricerca si tratta di indizi chiari: cani e gatti sono suscettibili alla variante inglese, e probabilmente rispetto al virus tradizionale quello inglese provoca un maggior rischio di gravi miocarditi nei nostri animali domestici.

Fortunatamente, i rischi per gli esseri umani sembrano minimi: tutti gli animali studiati erano stati infatti contagiati dai loro padroni, e in nessun caso è stato registrato un contagio da animale a uomo, o tra animale e animale. Se non rappresentano dunque un veicolo di infezione, cani e gatti sono comunque a rischio con l’arrivo delle nuove varianti di Sars-Cov-2. Un motivo in più per prestare attenzione alle norme di prevenzione e per aderire alla campagna di vaccinazione anti Covid 19. Se non per proteggere la propria salute, almeno per tutelare quella dei nostri amici a quattro zampe.

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