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Giovedì, 28 Marzo 2024
La ricerca sulle risonanze

Il Covid provoca danni al cervello

Nelle persone infettate è stata osservata una riduzione delle dimensioni generali e della materia grigia, in particolare nelle aree legate all'olfatto. Non è ancora chiaro però se questi effetti siano irreversibili. Lo studio pubblicato su "Nature"

Il Covid provoca danni al cervello. Anche se preso in forma lieve. È quanto emerge da uno studio realizzato da un team di ricercatori dell’università di Oxford che hanno preso in esame le risonanze magnetiche di 758 pazienti di età compresa tra i 51 e gli 81 anni, di cui 401 risultati positivi al Sars-Cov-2 e 384 non infetti, tutti sottoposti a due risonanze magnetiche del cervello a distanza di circa tre anni l'una dall'altra. I pazienti positivi sono stati sottoposti a risonanza sia prima che dopo aver contratto il virus a una distanza temporale media di 141 giorni tra la data della diagnosi e quella della seconda scansione cerebrale. I dati sono stati raccolti dalla UK Biobank.

Ebbene, gli scienziati del dipartimento di neuroscienze cliniche di Oxford hanno notato che rispetto al gruppo di controllo, ovvero i 384 partecipanti non infettati, coloro che erano entrati in contatto col virus hanno "sofferto" di una maggiore contrazione complessiva del cervello e della materia grigia, in particolare nelle aree legate all'olfatto. Le persone infettate hanno subito una riduzione delle dimensioni del cervello tra lo 0,2 e il 2%, con effetti più evidenti nelle persone anziane e in quelle ricoverate in ospedale a causa della malattia, ma presenti anche tra i partecipanti che avevano avuto una sintomatologia lieve o assente.

I ricercatori hanno riscontrato anche danni ai tessuti principalmente nelle aree cerebrali legate all'olfatto. Non è tutto: i partecipanti che avevano contratto il coronavirus avrebbero ottenuto anche punteggi più bassi nei test cognitivi di base. Una delle autrici dello studio, la ricercatrice Gwenaëlle Douaud, ha detto che tra coloro che avevano contratto il virus è stato osservato "un maggiore declino delle capacità mentali di svolgere compiti complessi", un peggioramento che "in parte" sarebbe correlato proprio alle anomalie emerse con la risonanza e che è risultato essere più marcato in età avanzata. Ciò detto vanno fatte alcune precisazioni. La prima è che i test eseguiti non sono stati sufficientemente approfonditi per valutare deficit significativi dal punto di vista cognitivo. La seconda è che non è chiaro se questo presunto "danno" causato dall'infezione sia reversibile o meno. Insomma, gli effetti della malattia potrebbero non essere a lungo termine (anche se ovviamente non ne abbiamo la certezza). Come ha osservato Douaud, infatti, il cervello è in grado di "riorganizzarsi" e può "in una certa misura guarire se stesso". 

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