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Venerdì, 29 Marzo 2024
Nuovi studi / Stati Uniti d'America

Daltonico torna a vedere (in parte) i colori dopo aver mangiato funghi allucinogeni

Uno studio statunitense rivela un miglioramento netto nell'elaborazione visiva del paziente

Era affetto da daltonismo rosso-verde, ma dopo aver assunto funghi allucinogeni un 35enne ha recuperato parzialmente una visione corretta dei colori. È quanto emerge da uno studio pubblicato da un team di scienziati statunitensi. Gli autori hanno fatto sapere che le sostanze psicoattive hanno migliorato la visione, riducendo il deficit di cui soffriva il paziente. In particolare ad agire positivamente sarebbero sostanze come la dietilamide dell'acido lisergico (LSD) e la psilocibina, ma non esistono dati oggettivi “che quantificano il grado o la durata del miglioramento associato all’uso di sostanze psichedeliche”, hanno precisato gli autori dello studio.

Dello studio si sono occupati gli scienziati del Center for Behavioral Health - Neurological Institute della Cleveland Clinic, coordinati dal professor Brian S. Barnett, docente presso il Dipartimento di psichiatria e psicologia. I ricercatori hanno precisato che in vari sondaggi effettuati di recente anche altre persone daltoniche hanno riscontrato un miglioramento nella visione dei colori dopo aver consumato sostanze psichedeliche. L'uomo protagonista dello studio si è sottoposto al test di Ishihara, realizzato con immagini dotate di figure visibili soltanto a chi è in grado di distinguere i colori. Il paziente aveva ottenuto un punteggio di 14, prima di assumere la dose da 5 grammi di psilocibina. Appena dodici ore dopo, a seguito dell'assunzione dei funghi, era salito a 15. Dopo 8 giorni aveva raggiunto il punteggio di 19.

Pur non avendo al momento dati completi, i ricercatori ritengono comunque che un singolo uso dei funghetti allucinogeni potrebbe portare a un miglioramento del daltonismo anche sul lungo periodo. Serviranno altri studi per verificare e approfondire la correlazione tra l’assunzione di sostanze psicotiche e la correzione del daltonismo. Mentre è chiaro l’effetto, cioè un'alterazione dell'elaborazione visiva, rimane finora ignoto il meccanismo biologico coinvolto dato che la condizione del daltonismo è principalmente associata a un difetto genetico.

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