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Venerdì, 19 Aprile 2024
Difesa planetaria

Dart ha deviato con successo l'orbita di un asteroide

La Nasa ha annunciato il successo della missione: ora l’orbita di Dimorphos è 32 minuti più breve. È la prima volta che la nostra specie modifica la traiettoria di un corpo celeste

Sono trascorse due settimane dall’impatto della sonda Dart con Dimorphos, il piccolo asteroide che orbita attorno al fratello maggiore Didymos a circa 11 milioni di chilometri dalla Terra. L’obbiettivo della missione era quello di testare la possibilità di deviare la traiettoria di un corpo celeste colpendolo con la dovuta forza, utilizzando un dispositivo lanciato dal nostro pianeta. La classica operazione che, se svolta nello spazio, è ben più facile a dirsi che a farsi. Per fortuna, per ora la missione sembra sia stata un successo: nelle scorse ore la Nasa ha infatti annunciato che l’impatto ha effettivamente modificato l’orbita dell’asteroide.

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La posta in gioco, d’altronde, è più che mai alta: attualmente la specie umana non ha alcuno strumento con cui difendersi nel caso in cui scovassimo un asteroide o una cometa diretti verso il nostro pianeta. E solo grazie a test come quello organizzato dalla Nasa sarà possibile sviluppare le conoscenze tecniche e scientifiche necessarie per farsi trovare pronti in caso di necessità.

Colpire l’obbiettivo, quindi, è solo l’inizio. Perché sia realmente utile per proteggere il pianeta, un impattore cinetico (il nome tecnico di una sonda come Dart) deve essere in grado di modificarne in modo estremamente accurato la rotta del corpo celeste contro cui viene scagliato. Un po’ come giocare a biliardo nello spazio: l’importante non è colpire la boccia, ma mandarla in buca. Per questo motivo, nelle ultime due settimane gli scienziati della Nasa hanno continuato a monitorare la coppia di asteroidi, per verificare se, e quali, cambiamenti Dart abbia apportato alle loro orbite.

Per farlo hanno a disposizione diversi telescopi qui sulla Terra, e anche le immagini raccolte dal piccolo LiciaCube realizzato dalla nostra agenzia spaziale (l’Asi), che si è staccato dalla sonda Dart a poche ore dall’impatto, per monitorare da vicino l’esito della missione. I dati analizzati nelle ultime due settimane hanno permesso di stabilire che l’orbita di Dimorphos è stata effettivamente modificata dall’impatto: se prima impiegava esattamente 11 ore e 53 minuti per compiere un giro attorno a Didymos, ora ne servono solo 11 e 23 minuti. I parametri della missione prevedevano di considerarla un successo se fosse riuscita a modificare l’orbita dell’asteroide di almeno 73 secondi, e quindi con una differenza di ben 32 minuti rispetto al passato, la missione ha raggiunto un obbiettivo 25 volte superiore a quello atteso.

“Dart ci ha fornito dati affascinanti sulle proprietà dell’asteroide e sull’efficacia di un impattore cinetico utilizzato come tecnologia di difesa planetaria”, assicura Nancy Chabot, ricercatrice del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory che coordina il progetto Dart. “Il nostro team continuerà a lavorare su questo ricco dataset per comprendere a precisione gli effetti del primo test di deviazione di un asteroide a scopo di difesa planetaria mai realizzato”.

Il lavoro degli scienziati della Nasa, quindi, non termina qui. Bisognerà infatti studiare con precisione quanta parte dell’energia cinetica della sonda è stata trasferita al suo bersaglio, e quali effetti avrà il cambio di orbita Dimorphos su quella del più imponente Dydimos cui orbita intorno. Le osservazioni e le analisi quindi continueranno a ritmo serrato, in attesa della missione Hera pianificata dall’Esa per il 2026, che porterà una nuova sonda sul luogo dell’impatto per studiare da vicino le conseguenze.

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