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Giovedì, 25 Aprile 2024
Scienze

Donare il proprio cadavere alla scienza: ora la scelta è più facile (ma se ne parla pochissimo)

Gli italiani non sembrano essere molto informati sull'utilità della donazione del corpo umano per la scienza. Le donazioni sono pochissime. All'estero invece è una realtà consolidata. Una riforma è stata approvata dal consiglio regionale della Lombardia: contrario solo il M5s

Si potrà donare il proprio cadavere alla scienza in Lombardia. Mettere a disposizione il proprio corpo, dopo la morte, per finalità di studio e ricerca, è un'opzione più semplice oggi, dopo la novità introdotta dalla riforma funeraria approvata dal consiglio regionale della Lombardia nei giorni scorsi, grazie a due emendamenti di Michele Usuelli (+Europa), approvati da tutti i consiglieri eccetto quelli del Movimento 5 Stelle. Chissà se altre regioni prenderanno spunto. 

Donare alla scienza il proprio cadavere

L'obiettivo è evitare di importare cadaveri dall'estero come accade oggi per consentire agli studenti di Medicina di esercitarsi. La legge italiana non vieta esplicitamente di "destinare" il proprio corpo, o parte di esso, a finalità di ricerca e studio, né di donare alla scienza parti anatomiche amputate e/o che hanno subìto di interventi chirurgici, ma le norme attuative sono poco chiare. Un vuoto normativo spesso denunciato in passato. 

Gli emendamenti di Usuelli (a sua volta medico) sono stati scritti in collaborazione con la sezione lombarda della Società Italiana di Anatomia Patologica, a dimostrazione che rispondono a una specifica richiesta del mondo scientifico. "Si apre una pagina nuova e importante per la libertà di ricerca scientifica in Lombardia", è il commento di Usuelli: "Gli emendamenti, accolti dalla giunta e dal consiglio, contribuiranno ad arginare la triste pratica dell'importazione di cadaveri da altri Paesi per consentire agli studenti di esercitarsi". "Mi auguro - conclude il consigliere di +Europa - che altre Regioni seguano il nostro esempio. Non mi stupisce, purtroppo, il voto contrario del Movimento 5 Stelle che conferma la sua linea di opposizione alla scienza, al progresso e alla ricerca".

Oggi in Italia proliferano laboratori a pagamento, rivolti a specialisti, che importano cadaveri dagli Stati Uniti. Come l’Aims academy, centro di chirurgia mini invasiva all’interno dell’ospedale Niguarda di Milano. "Ogni anno riusciamo a organizzare circa 50 corsi e a importare più o meno 20 corpi – dice al Fatto il fondatore e presidente Raffaele Pugliese -. Per il viaggio e il trattamento di sette salme spendiamo più di 20mila euro". Lombardia  aparte, un disegno di legge sulla donazione del proprio corpo dopo la morte ai fini di studio, formazione e ricerca scientifica, per individuare le strutture universitarie e le aziende ospedaliere di riferimento, è fermo in parlamento.

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Perché donare il proprio corpo alla scienza

Non è un tema di cui si parla spesso, né lo si fa molto volentieri, forse perché da molti ritenuto "macabro", sgradevole, inutile o persino triste: ma è una scelta che permette ai giovani chirurghi di fare pratica e a quelli già esperti di sperimentare nuove tecniche ed esercitarsi in caso di interventi molto complessi. Riducendo il rischio di errori. "Più vita", meno decessi.

Gli italiani non sembrano essere molto informati sull'utilità della donazione del corpo umano per la scienza. Le donazioni sono pochissime. All'estero invece è una realtà consolidata e il dibattito meno opaco. In Olanda ad esempio una pubblicità sugli autobus invitava a donare il proprio corpo per il training medico, e ci sono Paesi dovuto bloccare le donazioni, in quanto erano in eccesso. Non ci sono requisiti specifici, tutti i cadaveri si possono donare alla scienza, anche quelli di persone anziane. Sono esclusi quelli con un interesse giudiziario, su cui deve essere fatta l'autopsia, perché potrebbe essere chiesta l'analisi della salma anche a distanza di anni.

Altra domanda frequente: "Se dono il corpo, avrò lo stesso una tomba?". Come spiegava l’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) in una guida sul tema di qualche tempo fa, ci sono due tipi di donatori: quelli che decidono di lasciare il proprio corpo alla ricerca e non vogliono più saperne nulla, e quelli che chiedono che il corpo venga poi riconsegnato ai familiari. In quest'ultimo caso, il funerale si svolge regolarmente e dopo il corpo viene portato in un centro dove resta per qualche settimana o mese. Quindi viene ricomposto e portato definitivamente al cimitero. 

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