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Martedì, 23 Aprile 2024
Le cose da sapere

Epatite acuta nei bambini: i sintomi e la differenza tra caso confermato e caso possibile

Cosa sappiamo finora e come riconoscere questa patologia infantile di natura ancora sconosciuta

Secondo una circolare del ministero della Salute, al 22 aprile sono undici i casi sospetti in Italia di epatiti acute di natura non conosciuta nei bambini. Solo due di questi sono stati confermati e ad uno, giudicato "possibile", è stato eseguito un trapianto. Non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti Covid-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune, ha fatto sapere il ministero nel documento firmato dal direttore della prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza, che invita le autorità sanitarie regionali a continuare a segnalare ogni tipo di caso sospetto. La ricerca delle cause vede come più probabile un nuovo virus, ma al momento attuale la causa "non si conosce e questo costituisce senz'altro un problema perché ci si trova di fronte a un'entità sconosciuta", spiega Medical Facts, portale lanciato dal virologo Roberto Burioni, oggi sotto la direzione scientifica di Renata Gili.

Epatite acuta pediatrica: cosa sappiamo sui sintomi

Cosa sappiamo finora e come riconoscere questa patologia infantile di natura ancora sconosciuta? Andiamo con ordine. Con epatite si intende un'infiammazione del fegato, di solito in risposta a un'infezione o a una lesione. Si conoscono cinque ceppi identificati con le lettere dell'alfabeto (A, B, C, D ed E). Ma nessuno dei bambini malati è risultato positivo al test. Quando non si riesce a identificare l'agente patogeno, di solito si indica un'eziologia sconosciuta o indeterminata. Anche gli adenovirus possono causarla. I sintomi sono in gran parte aspecifici: febbre, mal di pancia, nausea e vomito. Quelli specifici sono ingiallimento della pelle e della sclera degli occhi (la parte bianca degli occhi), dolore nella parte alta destra dell'addome, nausea e vomito.

L'origine di questa forma di epatite "ha tutte le caratteristiche di quelle virali", ha spiegato Giuseppe Indolfi, consulente dell'Oms e coordinatore del gruppo fegato della Società europea di gastroenterologia ed epatologia. "I bambini, in larga parte sotto i 6 anni, cominciano con vomito e diarrea e poi vanno incontro a un particolare stato di stanchezza, fanno gli esami del sangue e riscontrano l'aumento delle transaminasi. Questo - ha aggiunto Indolfi - è tipico di un'infezione virale, ma finché non siamo certi che tutti questi casi siano determinati da uno specifico virus possiamo solo ipotizzarlo".

L'epatite spesso non ha sintomi evidenti, ma questi ultimi possono includere urine scure, feci di colore grigio pallido, prurito della pelle e ingiallimento degli occhi e della pelle. Le persone infette possono anche soffrire di dolori muscolari e articolari, febbre alta, sentirsi male ed essere insolitamente stanche per tutto il tempo. Nei bambini i sintomi sono molto riconoscibili: l'epatite acuta si manifesta con disturbi gastrointestinali, ma soprattutto il bambino assume un colore giallo. Nei casi diagnosticati ci sono state guarigioni spontanee, nelle quali gli epatociti (le cellule caratteristiche del fegato) si sono rigenerati. In altri casi invece il fegato non è riuscito a recuperare il danno e si è reso necessario un trapianto.

La circolare del ministero della Salute sull'epatite acuta pediatrica (Pdf)

"Per ognuno di noi non c'è nulla da fare se non mantenere la calma, non preoccuparsi e utilizzare le misure preventive che già conosciamo e che riducono il rischio di trasmissione di molte infezioni virali, come un'accurata igiene delle mani e respiratoria", si legge sul portale Medical Facts, che a questa epatite ha dedicato un focus sui social con alcune cose da sapere. Come detto, l'epatite è un'infiammazione del fegato che riconosce cause diverse. Le più comuni sono virali, i cosiddetti virus dell'epatite. In alcuni casi possono essere implicati virus differenti, oppure un meccanismo autoimmune o tossico (per esempio alcuni farmaci). Spesso l'epatite guarisce senza lasciare strascichi, ma talvolta può cronicizzare e portare a conseguenze pericolose come cirrosi epatica e cancro (pensiamo, per esempio, all'epatite B, per la quale fortunatamente abbiamo un vaccino che viene fatto ai bambini). Quanto ai casi che si stanno monitorando in questi giorni, "i virus dell'epatite sono stati esclusi in tutti i casi. Si stanno studiando, invece, altre cause virali o fattori ambientali ma si tratta - precisa Medical Facts - di ipotesi. Le autorità sanitarie stanno investigando per non lasciarne nessuna inesplorata, ma dobbiamo avere pazienza e aspettare".

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Un punto viene però ribadito, cioè la risposta alla domanda: può c'entrare il vaccino anti covid? "No, in nessuno dei casi nel Regno Unito i bambini erano stati vaccinati e questo ci permette, per fortuna, di escludere un legame con il vaccino. La priorità al momento è giustamente quella di identificare tempestivamente la causa, in modo da poter curare al meglio i bambini e mettere in atto ogni misura di sanità pubblica necessaria a prevenire l'insorgenza di queste epatiti". La circolare del ministero della Salute dà invece alcune indicazioni su come riconoscere una situazione che potrebbe essere legata all'epatite acuta a eziologia sconosciuta in età pediatrica:

  • bambino di età inferiore ai 10 anni;
  • un test negativo per i virus dell'epatite A, B, C, D ed E;
  • valori molto alterati degli enzimi che segnalano una sofferenza del fegato.

La differenza tra caso confermato e caso possibile

Si tratta di definizioni provvisorie basate sulle prime indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Nel documento vengono elencate sia le caratteristiche del caso da classificare come "confermato", sia quelle del paziente da ritenere come "caso possibile". I criteri del caso confermato sono: paziente di età uguale o inferiore a 10 anni che presenta un'epatite acuta (con test negativo ai virus dell'epatite A, B, C, D, E) con il valore di specifici enzimi, "aspartato aminotransferasi (AstST) o alanina aminotransferasi (ALT), superiore a 500 U/L". Significativa anche la data in base alla quale discriminare i casi, cioè a partire dal primo gennaio 2022. Rientra invece nella fattispecie di "caso possibile" il paziente di "età compresa tra 11 e 16 anni, che presenta un'epatite acuta (con test negativo ai virus epatici A, B, C, D, E)" e con gli stessi picchi nei valori che indicano sofferenza epatica, sempre da gennaio 2022. C'è poi il "caso correlato epidemiologicamente", che è un paziente di qualsiasi età con i criteri di epatite acuta illustrati, "contatto stretto di un caso confermato, dal primo gennaio 2022". Sia il numero che la classificazione dei casi - spiega la circolare - potranno cambiare in conseguenza di nuove segnalazioni, nuovi accertamenti diagnostici, o modifiche nella definizione di caso.

Epatite pediatrica: trapianti per 17 bambini, un deceduto

Diciassette bambini (circa il 10%) dei 169 colpiti da epatite acuta di origine sconosciuta in dodici paesi del mondo sono stati sottoposti a trapianto di fegato ed è stato segnalato almeno un decesso. È il primo bilancio al 21 aprile che l'Organizzazione mondiale della Sanità ha elaborato in un aggiornamento sulla situazione. Sono stati segnalati casi nel Regno Unito (114), Spagna (13), Israele (12), Stati Uniti (9), Danimarca (6), Irlanda (5), Paesi Bassi (4), Italia (4), Norvegia (2), Francia (2), Romania (1) e Belgio (1). Il bilancio è in continuo aggiornamento e sabato il ministero della Salute contava per l'Italia undici casi sospetti.

"I pazienti hanno un'età compresa tra il mese e i 16 anni - spiega l'Oms - e 17 (circa il 10%) hanno richiesto un trapianto di fegato". L'adenovirus è stato rilevato "in almeno 74 casi", 18 dei quali colpiti dal sierotipo 41. Sars-CoV-2 è stato identificato in 20 casi di quelli testati. Inoltre, 19 avevano una coinfezione da Sars-CoV-2 e adenovirus. Non è ancora chiaro, precisa l'agenzia Onu per la salute, se si sia verificato un aumento dei casi di epatite o un aumento della consapevolezza su questa problematica. Mentre l'adenovirus è un'ipotesi possibile, le indagini per identificare l'agente eziologico sono in corso, conclude l'Oms. Molti casi hanno riportato sintomi gastrointestinali inclusi dolore addominale, diarrea e vomito che hanno preceduto la presentazione con epatite acuta grave e livelli aumentati di enzimi epatici.

"La maggior parte dei casi non aveva la febbre. I virus comuni che causano l'epatite virale acuta (virus dell'epatite A, B, C, D ed E) non sono stati rilevati in nessuno di questi casi. I viaggi internazionali o i collegamenti ad altri paesi sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sono stati identificati come fattori", spiega l'Oms. Il Regno Unito, dove fino ad oggi è stata segnalata la maggior parte dei casi, ha recentemente osservato un aumento significativo delle infezioni da adenovirus nella comunità (in particolare rilevate nei campioni fecali nei bambini) a seguito di bassi livelli di circolazione all'inizio della pandemia di Covid-19. I Paesi Bassi hanno anche riferito di una concomitante crescente circolazione di adenovirus nella comunità. Tuttavia, a causa del miglioramento dei test di laboratorio per l'adenovirus, questo potrebbe rappresentare l'identificazione di un raro esito esistente che si verifica a livelli non rilevati in precedenza che ora viene riconosciuto a causa dell'aumento dei test, conclude l'Organizzazione mondiale della Sanità.

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