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Giovedì, 25 Aprile 2024
Covid e bambini

Le misteriose epatiti dei bambini potrebbero essere un effetto dei lockdown

L’allerta è iniziata nel Regno Unito, e ora si registrano possibili casi anche in altre nazioni europee. Le cause non sono ancora chiare, ma si sospetta che il colpevole sia un adenovirus, forse reso più grave da due anni di distanziamento sociale

Epatite grave, senza una apparente spiegazione: 108 nel Regno Unito. 5 in Irlanda, 3 in Spagna. E casi sospetti anche in Danimarca, Olanda, Stati Uniti e Italia. Strane epatiti che colpiscono bambini piccolissimi, sotto ai sei anni, e di cui al momento non si conoscono le cause. Visto il periodo, comunque, è difficile non sospettare che Covid, anche in questo caso, ci abbia messo lo zampino. Direttamente, producendo la malattia come conseguenza di una precedente infezione. O, più probabilmente almeno secondo alcuni esperti, in modo indiretto, impedendo l'esposizione precoce ai virus dell'infanzia nei lunghi mesi in cui ci ha costretto al lockdown, e rendendo ora più gravi gli effetti delle infezioni.

L’allarme è scattata lo scorso 12 aprile, quando gli European Centre for Disease Prevention and Control hanno diramato un’allerta, avvertendo di un anomalo aumento di casi di epatite acuta in età pediatrica nel Regno Unito. I sintomi più comuni – scrive l’Ecdc – sono vomito, ingiallimento della pelle e della sclera (il bianco degli occhi). Tutti riconducibili ad un’infiammazione acuta del fegato – ovvero un’epatite – un problema relativamente raro in età infantile, e che se pur solitamente curabile, può degenerare fino a rendere necessario un trapianto, come capitato purtroppo ad otto dei piccoli pazienti inglesi.

Le possibili cause sono molte: intossicazioni alimentari, reazioni a farmaci o vaccini, infezioni virali. I dati raccolti dalle autorità sanitarie inglesi, per ora, sembrano escludere il coinvolgimento di tossine alimentari, così come quello dei vaccini, visto che nessuno dei bambini aveva ricevuto quello contro Sars-Cov-2. Parlando di virus, solo una piccolissima percentuale dei piccoli pazienti è risultata positiva a Covid a ridosso del ricovero, e nessuno sembra aver contratto i virus dell’epatite A, B, C, o E, le più comuni cause virali per queste patologie.

In assenza di certezze, gli esperti per ora possono solo limitarsi a formulare ipotesi. La più concreta punta il dito contro gli adenovirus, virus estremamente comuni in età pediatrica, che di norma però provocano blandi raffreddori. “L’ipotesi più probabile al momento ruota attorno agli adenovirus – scrive su Eurosorveliance un team di esperti che sta indagando sui casi registrati in Scozia – o una nuova variante con sintomi clinici distinti da quelle note, o una di quelle che circolano tradizionalmente, che ha un impatto più severo su bambini piccoli il cui sistema immunitario non ha mai incontrato il virus”.

L’epatite è una complicazione nota, se pur estremamente rara, delle infezioni causate dagli adenovirus. Secondo gli esperti, guidati dalla ricercatrice Kimberly Marsh, che lavora per il sistema sanitario scozzese, potremmo quindi trovarci di fronte ad un nuovo adenovirus con sintomatologie epatiche più gravi e comuni del solito. Oppure, più probabile, agli effetti involontari del distanziamento sociale. Le misure anti Covid hanno ridotto le occasioni di incontrare tutti i virus, anche quelli che di norma contraiamo tutti nei primi anni di vita, quando tendono a dare sintomi più blandi. Con le riaperture i bambini sono tornati ad infettarsi, e per i più piccoli l’incontro del virus con un sistema immunitario impreparato potrebbe aver aumentato il rischio di sviluppare sintomi gravi, come le epatiti.

Gli sforzi per identificare la causa di queste anomale epatiti pediatriche continueranno ovviamente nelle prossime settimane. Per ora, comunque, non ci sono indicazioni particolari a limitare gli spostamenti verso i paesi che hanno registrato casi sospetti. E gli esperti invitano i genitori ad evitare il panico: le normali misure di igiene sono sufficienti a limitare il rischio di contrarre adenovirus o altre potenziali fonti di infezione, e il numero di casi confermati di epatiti infantili, per quanto anomalo, rimane comunque estremamente contenuto.

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