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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ci sono state delle gigantesche esplosioni sul Sole

Le esplosioni sono state di intensità crescente e ne potrebbero arrivare altre. Si chiamano "brillament solari" e hanno provocato alcuni disagi sulla Terra

Ieri, 2 ottobre, alle 21:25 ora italiana, si sono verificate delle esplosioni sulla superificie del sole. L'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha specificato che si è trattato di un brillamento solare di classe X, che ha provocato brevi silenzi radio sopra l'Oceano Pacifico e il Nord America. Il brillamento, molto intenso, potrebbe essere accompagnato da un'espulsione di massa coronale, anche detto Cme, ossia una espulsione di materiale dalla corona solare. Ne sono attese altre in questa settimana, probabilmente di intensità maggiore. 

Cme solare: cosa è?

Cos'è un brillamento solare e quali conseguenze ha

I brillamenti solari, anche detti solare flare, sono violente esplosioni del Sole. Si possono osservare anche su molte altre stelle. Più nello specifico si tratta di improvvisi aumenti di luminosità in ordine crescente di potenza dalla A - la più bassa - a B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente. Nella banda X ad esempio emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole. Durante i brillamenti, il plasma solare può raggiungere temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.

Brillamenti solari: cosa sono

I brillamenti hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. Le onde d'urto risultanti viaggiano lateralmente attraverso la fotosfera e verso l'alto attraverso la cromosfera e la corona, a velocità dell'ordine di 5 milioni di chilometri all'ora.

I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale. Le particelle energetiche emesse da questi fenomeni solari sono le prime responsabili dell'aurora boreale e di quella australe.

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