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Martedì, 23 Aprile 2024
ALIMENTAZIONE

Caos clima, in Italia è boom di frutti esotici

In Sicilia si coltiva frutta esotica e negli ultimi anni la geografia dell'agricoltura italiana è mutata radicalmente a causa del cambiamento climatico: il vino è cresciuto di un grado e l'ulivo ora cresce anche in Valtellina

Ulivi in Valtellina, pomodori da conserva nella Pianura Padana, vigneti sulle Alpi. Il cambiamento climatico degli ultimi decenni ha modificato radicalmente l’agricoltura italiana e presto vedremo sui nostri mercati banane e avocado con la scritta “Made in Italy”, come quelli esposti da Coldiretti nel suo padiglione a Expo.

Negli ultimi trent’anni, il vino italiano è aumentato di un grado e il surriscaldamento ha anticipato la vendemmia di quasi un mese rispetto al tradizionale settembre. Il caldo ha modificato anche la distribuzione dei vigneti sul territorio, arrivati ora a quasi 1200 metri d’altezza, come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d'Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.

Ma ormai anche l’olivo si è abituato all’alta quota. L’ultima frontiera dell’olio d’oliva italiano, oltre il 46esimo parallelo, è la provincia di Sondrio. In appena dieci anni, si è passati da zero a circa diecimila piante  di ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese, su quasi 30mila metri quadrati di terreno. Circa metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva, cultura tipicamente mediterranea, arriva oggi dalla Pianura Padana, da cui arriva anche il grano duro per la pasta.

Dal vino all'olio, in Italia ormai è anche tempo di frutti esotici. Ai piedi dell’Etna, sfruttando l’ormai torrido clima siciliano, Andrea Passanisi è riuscito a coltivare i primi avocado made in Italy mentre a Palermo, grazie al microclima e alla posizione soleggiata, Letizia Marcenò riesce produrre le prime banane nostrane.

Ma il riscaldamento non ha cambiato solo l’agricoltura: i suoi effetti si vedono anche sui prodotti tipici (come la stagionatura dei salumi, l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini) e c’è chi teme il rischio di estinzione di quel patrimonio di prodotti Made in Italy che deve le proprie caratteristiche a tutta una serie di combinazione di fattori naturali e umani.

In questo senso l'Expo per la Coldiretti serve anche raccontare la terra che cambia e come l’uomo cerca di adattarsi con i cambiamenti climatici che sono uno degli aspetti centrali della Carta di Milano, il documento di impegno collettivo sul cibo che raccoglie le proposte dell’Italia sul tema ma guiderà anche il dibattito che si svolgerà nei prossimi. 

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