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Giovedì, 23 Marzo 2023
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Gli Stati dell'Unione Europea possono vietare gli Ogm: una buona notizia?

Per la terza volta in 25 anni cambia la direttiva europea sugli OGM. E le polemiche non mancano

La nuova Direttiva sugli OGM (organismi geneticamente modificati), che sostituirà la 2001/18 attualmente in vigore, è stata appena approvata dal Parlamento Europeo. Secondo queste nuove regole, gli Stati Membri potranno vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio.

Una novità?

Non proprio, in realtà. Come segnalato sulla testata giornalistica Strade, era già possibile vietare gli OGM approvati per la commercializzazione a livello dell'Unione Europea qualora vi fossero rischi per la salute o per l'ambiente, ma evidenze di questo tipo non ce ne sono mai state (anzi, ogni anno vengono pubblicati nuovi studi che confermano la sicurezza dei prodotti OGM). Un altro motivo per bloccare la coltivazione era l'impossibilità di poter garantire la coesistenza tra i vari tipi di agricoltura, ma anche in questo caso gli studi, anche italiani, han dimostrato che era possibile senza particolari grattacapi.

Gli OGM (in particolare il mais Mon810, unico OGM coltivabile in Europa) però sono stati vietati più volte, anche se per motivi, piuttosto fantasiosi, che nulla avevano a che vedere con quanto stabilito dalla Direttiva: in altre parole questi divieti erano sempre stati divieti illegittimi e non validi.

Ma da ora le cose cambiano. La nuova Direttiva, infatti, autorizza i singoli Stati Membri a vietare gli OGM. Tutto questo senza dover dimostrare con dati che ci sono possibili pericoli.

Tutto questo senza che l'Unione Europea possa, com'è stato finora, avere ruolo di garante.

Può sembrare apparentemente una bella notizia, eppure rivela le contraddizioni del Bel Paese: l'Italia importa (legalmente) ogni anno circa 4 milioni di tonnellate di soia OGM per dar da mangiare ai propri animali, che a loro volta vengono utilizzati per fare i prodotti tipici italiani. Eppure ne blocca la coltivazione e perfino la sperimentazione scientifica in campo, con ripercussioni anche a livello della capacità di innovare in agricoltura.

Vista da un altro punto di vista, questa nuova Direttiva di fatto nega ai cittadini-coltivatori interessati la possibilità coltivare OGM, lasciando loro la possibilità di importarli e pagarli a caro prezzo. Una scelta che non pare lungimirante per la libertà di scelta degli agricoltori, per il settore ricerca italiano e per i gravi problemi dell'agricoltura italiana.

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