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Mercoledì, 24 Aprile 2024
SALUTE

Testosterone e Alzheimer, c'è un legame: la carenza dell'ormone favorisce la malattia

A dirlo uno studio scientifico pubblicato sul Journal of Clinical Oncology da un team di ricercatori delle Università di Pennsylvania e Stanford. I dati però sono ancora pochi

Una bassa concentrazione di testosterone potrebbe aumentare il rischio di sviluppo dell'Alzheimer. Questo almeno è il dato che emerge da uno studio scientifico pubblicato sul Journal of Clinical Oncology da un team di ricercatori delle Università di Pennsylvania e Stanford.

Il testosterone è un ormone "androgeno", prodotto prevalentemente nei testicoli a partire dal colesterolo. Regola la formazione della prostata, la comparsa dei caratteri secondari maschili e femminili e aiuta a prevenire l'osteoporosi e forse addirittura rischi cardiovascolari. D'altra parte da decenni si è visto che un blocco della sintesi di testosterone (deprivazione androgenica) è un'ottima strategia per combattere il tumore alla prostata e anche per questo la sua somministrazione per prestanza fisica e sessuale va considerata attentamente col medico.

Il nuovo studio, quindi, mette qualche ombra proprio sulla deprivazione di testosterone che seguono i pazienti con cancro alla prostata e che potrebbero come, effetto collaterale, manifestare con più frequenza l'Alzheimer. Questo allarme arriva in seguito all'analisi di quasi 5 milioni di persone, dei quali 17mila con diagnosi di cancro alla prostata. Il risultato è stato che 2.400 (cioè quasi il 15%) avevano seguito la terapia di deprivazione. Numeri piuttosto alti, verificati con diversi metodi statistici.

Sembra quindi che bassi livelli di testosterone siano associati a una minor resistenza all'Alzheimer e che a influenzare sia anche la durata della cura. A dire il vero, effetti sul decadimento cognitivo sono abbastanza evidenti in pazienti anziani sotto terapia da anni. Non va però fatto allarmismo, perché come dichiarato dall'urologo e andrologo Franco Gadda su FondazioneVeronesi.it, i dati disponibili sono ancora pochi e devono far dimenticare i grandi vantaggi e successi della terapia contro il cancro alla prostata.

Se verranno confermati i risultati, sarà importante informare i pazienti e il medico affinché la terapia venga valutata con attenzione soprattutto se da protrarre per tanto tempo.

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