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Martedì, 16 Aprile 2024
Genio e precursore

Leonardo Da Vinci e gli esperimenti sulla gravità fatti un secolo prima di Newton

L'artista e scienziato italiano avrebbe indagato sui misteri della forza di gravità circa 150 anni prima la legge di gravitazione universale enunciata dal matematico e fisico inglese: la rivelazione in un piccolo schizzo che mostra gli esperimenti effettuai per calcolare la cosiddetta costante gravitazionale

Non solo dipinti, macchine volanti e intuizioni futuristiche, tra gli studi di Leonardo da Vinci (1452-1519) ci sarebbero le indagini sul "mistero" della gravità. L'artista e scienziato avrebbe infatti condotto degli esperimenti pionieristici e finora sconosciuti sulla forza di gravità, anticipando di oltre un secolo la legge di gravitazione universale enunciata dal matematico e fisico inglese Isaac Newton nel libro "Philosophiae Naturalis Principia Mathematica" del 1687.

Gli esperimenti di Leonardo da Vinci sulla gravità

La rivelazione arriva da un saggio pubblicato sulla rivista dedicata ai rapporti tra scienza e arte "Leonardo", edita da Mit Press: primo autore dell'articolo è l'ingegnere statunitense Morteza Gharib, professore di aeronautica al California Institute of Technology di Pasedena. Il saggio su Leonardo da Vinci come precursore degli esperimenti fisici sull'accelerazione degli oggetti in caduta oltre che da Morteza Gharib è firmato anche da Chris Roh (docente di ingegneria biologica e ambientale alla Cornell University) e Flavio Noca (docente di aerodinamica alla Scuola di Specializzazione di Scienze Applicate di Ginevra). Gharib ha scoperto un piccolo schizzo nel Codice Arundel (una famosa raccolta di documenti di Leonardo) dove sarebbe calcolata la cosiddetta costante gravitazionale, utilizzata per accertare il suo effetto sugli oggetti. "Leonardo da Vinci si è avvicinato al 10% del valore utilizzato oggi. È sbalorditivo", ha commentato Gharib.

In due pagine del Codice Arundel sono presenti disegni che mostrano una brocca d'acqua il cui contenuto fuoriesce in grandi gocce circolari. Questi disegni di Gharib. In questi schizzi la traiettoria verso l'esterno e verso il basso è rappresentata lungo l'ipotenusa di un triangolo adiacente. A Gharib è bastato questo per fare un collegamento con la teoria della gravitazione di Newton, perché in questo diagramma, diviso in sezioni da linee verticali lungo il triangolo, la forza gravitazionale si scompone e accelera lentamente: si vede che il contenuto d'acqua diminuisce più rapidamente con il passare del tempo.

Gharib è convinto che Leonardo da Vinci abbia espresso quella che i fisici chiamano "costante gravitazionale" entro il 10% del suo valore reale, pur avendo condotto solo un esperimento approssimativo. Si tratta della costante di proporzionalità della legge di gravitazione universale, stabilita da Isaac Newton. Solo con Galileo Galilei nel XVI secolo e soprattutto con Newton nel XVII secolo fu formalizzata una teoria della gravitazione, sfruttando le tecniche di misurazione dell'epoca e i progressi della matematica. In seguito, Albert Einstein mise in discussione la teoria newtoniana e la arricchì con la relatività generale e speciale.

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