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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Scienze Regno Unito

Long Covid, quando i sintomi non passano: quali sono i disturbi più comuni

Stanchezza, dolori muscolari, mancanza di respiro e mal di testa: uno studio inglese prova a far chiarezza sulla persistenza della sintomatologia da coronavirus anche mesi dopo l'infezione. Riscontrati danni ad almeno più organi in un paziente su quattro

Non sempre i sintomi della Covid scompaiono completamente dopo la negativizzazione del paziente. Ci sono casi, tutt’altro che rari, di persone che continuano ad avvertire fastidi e disturbi legati all’infezione: è il così detto “long Covid”, la situazione patologica di chi si trova a dover fare i conti con i sintomi legati al coronavirus a lungo, a volte anche per molti mesi.

Secondo un recente studio condotto da ricercatori dell’Oxford University Hospital e da studiosi di altre cliniche inglesi, i dati preliminari su circa 200 pazienti colpiti da long Covid, suggeriscono che a quattro mesi dalla comparsa dei primi sintomi, quasi il 70% ha subito danni a uno o più organi, inclusi cuore, polmoni, fegato e pancreas. La buona notizia, spiega Amitava Banerjee, cardiologa e docente presso l'University College di Londra, è che quasi sempre si tratta di “danni lievi” anche se “nel 25% dei casi risultano colpiti almeno due organi”.

Lo studio inglese sul long Covid

Lo studio, che deve essere ancora sottoposto a peer review, e dunque va preso con cautela, ha preso in esame 201 pazienti con un età media di 44 anni. Il 31% di loro prima di essere contagiato dal coronavirus lavorava in ambito sanitario. Nella ricerca viene sottolineato che “la prevalenza di patologie preesistenti (obesità: 20%, ipertensione: 6%; diabete: 2%; malattie cardiache: 4%) era bassa” e solo il 18% dei pazienti “era stato ricoverato in ospedale a causa di Covid-19”. Insomma, la ricerca ha preso in esame prevalentemente soggetti a basso rischio che hanno sviluppato i sintomi del long Covid dopo la negativizzazione.

I sintomi più comuni tra i pazienti

Tra i sintomi più comunemente riscontrati vengono elencati: stanchezza (98%), dolori muscolari (88%), mancanza di respiro (87%) e mal di testa (83%). Molto comuni anche i sintomi cardiorespiratori (92%) e gastrointestinali (73%). I danni più frequenti sono stati segnalati al cuore (nel 32% dei casi) ai polmoni (33%)  nei reni (12%), nel fegato (10%), nel pancreas (17%) e nella milza (6%).

In alcuni casi, ma non in tutti, è stata individuata una correlazione tra i sintomi lamentati dal paziente e l’organo che era rimasto danneggiato dopo la malattia. Ad esempio, i “segni” sul cuore o sui polmoni erano associati alla mancanza di respiro, mentre i disturbi del fegato o del pancreas erano riconducibili a sintomi gastrointestinali. Ad ogni modo non c’è l’assoluta certezza che i disturbi lamentati dai pazienti siano riconducibili a Covid-19 anche perché – spiega il Guardian che ieri ha dedicato un articolo alla ricerca - i soggetti non era stati sottoposti a esami diagnostici approfonditi prima di sviluppare la malattia e non è escluso che avessero altre patologie pregresse rispetto a quelle note.

Certo è che i sintomi del long Covid sono ancora tutti da studiare. Secondo il National Health Service (Nhs), il sistema sanitario nazionale della Gran Bretagna, circa 60mila cittadini dell’isola hanno avuto a che fare con i sintomi del long Covid. Proprio per questo l’Nhs ha annunciato l’apertura di 40 cliniche specialistiche per curare questo tipo di pazienti.

Lo studio italiano sul long Covid

Tra i pochi studi condotti finora sul long Covid ce n’è uno italiano, pubblicato da un gruppo di medici del Policlinico Gemelli di Roma guidato dal geriatra Angelo Carfì. Tra il 21 aprile e il 29 maggio, 143 pazienti che erano ricoverati per il coronavirus sono stati dimessi, hanno accettato di partecipare alla ricerca e si sono “negativizzati” al test. Di questi, a due mesi dalla comparsa dei primi sintomi, soltanto il 12,6 per cento era totalmente privo di sintomi; il 32 per cento aveva ancora uno o due sintomi; il 55 per cento tre o di più. Nessuno aveva febbre o denunciava sintomi associati alle infezioni più gravi, ma è stato diagnosticato un peggioramento delle condizioni di vita per il 44 per cento dei partecipanti.

“Noi che il Covid lo abbiamo sconfitto”

Il tema è tuttavia ancora poco trattato. Almeno sui media e nelle tv. In rete invece non mancano le testimonianze di pazienti che sono riusciti a sconfiggere il Covid, ma che tuttavia continuano a lamentare una serie di sintomi che possono incidere anche in maniera significativa sulla qualità della vita. La pagina facebook “Noi che il Covid lo abbiamo sconfitto” raccoglie proprio le testimonianze di quei malati che dopo essersi negativizzati fanno ancora i conti con problemi legati in qualche modo alla malattia.

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