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Martedì, 16 Aprile 2024
Scienze Italia

Un farmaco antitumorale "affama" il coronavirus: la ricerca accende la speranza di una cura

"Dimostrato che può inibire la duplicazione del virus". Un traguardo raggiunto per ora solo in laboratorio dai ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e dell'Università di Brescia. "Presto la sperimentazione clinica sui pazienti"

ll metotrexato, farmaco già in uso per alcuni tumori e malattie auto-immuni, riesce a inibire la duplicazione del coronavirus SarsCoV2 e può limitarne gli effetti, se utilizzato sui pazienti ai primi sintomi o con forma lieve della malattia. La scoperta, fatta per ora a livello di laboratorio ma destinata alla sperimentazione clinica, è stata pubblicata sul Journal of Medical Virology dai ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e dell'Università di Brescia.

Al più presto partirà la sperimentazione clinica sui pazienti.

L’idea dei ricercatori è stata quindi di intervenire non sul virus, ma sulle cellule ospiti dei pazienti lievi o ai primi sintomi: se si blocca la produzione dei nucleotidi, il virus non riceve più materiali per fare copia di se stesso. Viene, per così dire, "affamato" e non può proliferare all’interno dei polmoni né migrare in altre parti del corpo. Ne viene così limitato il potenziale infettivo.

Come tutti i virus, il Sars-CoV-2 infatti per replicarsi ha bisogno di fare tante copie delle due parti di cui è costituito: l’RNA – l’acido ribonucleico, ovvero il corredo genetico – e la parte proteica (esterna). Per replicare il suo RNA, il virus deve utilizzare nucleotidi, metaforicamente dei "mattoncini da costruzione" che però devono venir forniti dalla cellula umana che lo ospita.

Il Metotrexato, farmaco approvato dalla Fda statunitense e utilizzato da anni in terapie antitumorali e su patologie autoimmuni, è in grado di inibire la biosintesi delle purine, uno dei costituenti dei nucleotidi che vengono prodotti dalle cellule per costruire il proprio RNA. È stato quindi testato su cellule in vitro nel laboratorio di microobiologia di Brescia, diretto da Arnaldo Caruso.

I risultati della sperimentazione hanno soddisfatto le aspettative: utilizzando questo approccio di biologia sistemica, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che il Metotrexato, somministrato in quantitativi paragonabili a quelli usati per altre terapie già consolidate, inibisce la replicazione dell’RNA del Sars-CoV-2, la sua sintesi virale e quindi la sua replicazione. Il virus viene così tenuto "sotto controllo". Inoltre potrebbe essere impiegato efficacemente su altre varianti del Sars-CoV-2 che risultassero insensibili a futuri vaccini o trattamenti antivirali specifici.

La ricerca sul Metotrexato come cura per la Covid-19

Come spiega Milanotoday alla sperimentazione in vitro seguirà al più presto lo studio clinico sull’efficacia del Metotrexato nell’inibire la duplicazione del Sars-CoV-2. L’obiettivo è confermare se il farmaco sia in grado di ridurre gli effetti del virus sui pazienti dai sintomi lievi o precoci. Per prevenire, in combinazione con la risposta del sistema immunitario del paziente, la diffusione dell’infezione e l’insorgenza di possibili complicazioni fatali.

"Questo studio è il risultato di un metodo molto innovativo - afferma Lilia Alberghina, Direttore scientifico del Centro di Systems Biology dell’Università di Milano-Bicocca - su diversi piani: l'approccio scientifico metodologico, basato sulla biologia sistemica; una fortissima interdisciplinarietà, visto che alla ricerca hanno preso parte clinici, biochimici, virologi e microbiologi; una forte collaborazione tra più istituzioni. Lo stesso team ha già definito le fasi di svolgimento dello studio clinico. Ora occorre partire al più presto per validare anche a livello clinico l’efficacia terapeutica del farmaco e così cercare di portare sollievo ad una pesante ed angosciosa situazione sociale ed economica".

"Un approccio nuovo alla terapia antivirale - aggiunge Arnaldo Caruso, docente di Microbiologia dell’Università degli Studi di Brescia e presidente della Società Italiana di Virologia - che parte dalle nostre conoscenze su Sars-CoV-2. Un virus che ha bisogno di replicare continuamente nella cellula che infetta altrimenti viene degradato ed eliminato. Il Metotrexato toglie energia alla cellula impedendo che il virus replichi. Con questo semplice meccanismo noi possiamo bloccare il virus ed i suoi effetti patogenetici. Non essendo un farmaco diretto verso componenti virali, non dobbiamo temere che mutazioni del virus possano in futuro renderlo inefficace. Se poi consideriamo i già noti effetti anti-infiammatori del Metotrexato, la sua efficacia nei pazienti Covid potrebbe diventare ancora più significativa. Una speranza in attesa della sperimentazione sul paziente".  

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