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Sabato, 20 Aprile 2024
Scienze

Molnupiravir: c'è un farmaco in grado di bloccare il coronavirus in 24 ore?

Uno studio pubblicato su 'Nature Microbiology' è stato accolto con grande entusiasmo dai media, ma la sperimentazione è stata condotta solo su alcuni furetti infettati con Sars-CoV-2. Non c'è nessuna certezza che funzioni anche sugli esseri umani

Esiste davvero un farmaco in grado di bloccare la replicazione del coronavirus Sars-Cov-2 nel giro di 24 ore? Uno studio pubblicato su 'Nature Microbiology' è stato accolto con grande entusiasmo dai media, ma come abbiamo imparato in questi nove mesi di pandemia in casi del genere serve più che mai cautela. Il farmaco in questione è un antivirale ed è basato sulla molecola molnupiravir (o Mk-4482/Eidd-2801). I ricercatori  della Georgia State University guidati da Richard Plemper sostengono che la molecola si è rivelata efficace nel contrastare il Covid-19, soprattutto nelle sue fasi iniziali. Il problema, non da poco, è che il farmaco finora è stato sperimentato solo su un gruppo di furetti precedentemente infettati dal Sars-Cov-2. 

Il molnupiravir può bloccare l'infezione da coronavirus Sars-Cov-2?

"Abbiamo testato l'efficacia del molnupiravir a scopo terapeutico per attenuare l'infezione e bloccarne la trasmissione - ha spiegato Robert Cox, co-autore dello studio - scegliendo questi animali perché trasmettono facilmente il virus ma hanno dei sintomi clinici minimi e ciò è molto simile a quanto accade nella propagazione del virus nell'uomo tra i giovani adulti". In particolare, il molnupiravir avrebbe impedito l’evoluzione della malattia in una forma grave, riuscendo ad impedire la replicazione del virus in 24 ore. 

Josef Wolf, altro ricercatore che ha firmato lo studio, "quando abbiamo messo nella stessa gabbia gli animali infettati e poi trattati insieme a furetti non trattati nessuno è stato infettato". Al contrario nello studio di controllo "tutti i contatti dei furetti che avevano ricevuto il placebo sono risultati infettati". Ma certo, bisogna ancora vedere quale sarà l’efficacia del farmaco negli esseri umani. Secondo il New York Times sono stati già avviati due studi di fase 2/3 sugli esseri umani, ma non è chiaro quando verranno conclusi. Il quotidiano spiga che “a differenza del remdesivir che deve essere somministrato per via endovenosa, il molnupiravir può essere somministrato per via orale”. E anche per questo potrebbe rivelarsi più efficace nel “fermare la malattia nelle prime fasi dell’infezione”. Ma per ora non c’è nessuna certezza che il molnupiravir funzioni anche sugli esseri umani. 

I farmaci inefficaci contro Covid-19

Finora, come spiegavamo in un altro articolo, molti farmaci inizialmente sponsorizzati come risolutivi si sono poi rivelati un fiasco. È il caso ad esempio dell’idrossiclorochina che oltre a non essere efficace contro il virus secondo l’Ema - l'agenzia comunitaria dell'Unione europea per la valutazione dei medicinali che ha sede ad Amsterdam - può provocare effetti collaterali anche gravi come "disturbi psichiatrici e comportamenti associati al suicidio".

Secondo il report del New England Journal of Medicine, anche la terapia con il plasma iperimmune non sembra avere effetti nel contrastare Covid-19 sebbene non siano stati rilevati particolari effetti collaterali. 

Diverso il caso del Remdesivir, l'antivirale approvato dall'Fda (Food and drug administration) e dall'Ema che sembrava aver mostrato la sua efficacia nei pazienti gravi e nel ridurre i giorni di ospedalizzazione. Recentemente, però, l'Oms ne ha sconsigliato l'utilizzo dopo nuovi test. E ora l'Ema, sulla scorta degli ultimi sviluppi, sta valutando come precedere. Tra le possibilità c'è quella di una sospensione dell'immissione in commercio del farmaco.

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