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Venerdì, 19 Aprile 2024

Per la Ue nucleare e gas sono attività "verdi": (quasi) tutti contenti

Ormai è certo che la Commissione europea includerà l'energia nucleare - e il gas naturale - nella "tassonomia della finanza sostenibile", che è sostanzialmente un elenco di quelle attività che la Ue certifica come 'verdi' (e quindi poi destinatarie di finanziamenti agevolati eccetera). La decisione non era scontata, il nucleare continua ad avere sempre molti oppositori, in primis i partiti verdi, che in alcuni stati hanno molto peso, e le associazioni ambientaliste, nonché le multinazionali dell'oil&gas con i loro lobbysti.

Il nucleare come energia pulita

Ma sarebbe stato difficile per la Commissione non includere il nucleare, soprattutto dopo che il Centro comune di ricerca (Jrc), cioè il braccio tecnico-scientifico della Commissione Europea, incaricato dalla stessa di valutare se nucleare possa essere etichettabile come 'verde', nel suo corposo studio che ha analizzato la letteratura scientifica concludeva che “non c’è evidenza scientifica che dimostri che l’energia nucleare faccia più danni alla salute umana o all’ambiente rispetto ad altre tecnologie di produzione di elettricità già incluse nella tassonomia come attività a sostegno della mitigazione del cambiamento climatico [cioè le nuove rinnovabili]”.

Non solo: sotto diversi parametri, come per esempio utilizzo di materie prime, consumo di suolo e impatto ambientale, il nucleare è persino meglio di eolico e fotovoltaico. Però purtroppo insieme al nucleare anche il gas naturale è stato incluso nella tassonomia, sebbene considerando due semplici parametri, le emissioni di CO2 e i morti da inquinamento e incidenti per unità di energia (Wh), il gas è di diversi ordini di grandezza peggiore di nucleare e rinnovabili. Nell'immagine sottosante il noto grafico di Our World in Data che mostra l'impatto in termini di tonnellate di CO2 e decessi da inquinamento e incidenti per unità di energia (GWh e TWh) delle diverse forme di energia: nucleare e gas non sono certo comparabili.

La politica è arte del compromesso

Come mai allora questa scelta? Il gas è stato inserito su pressione della Germania e altri stati quali Belgio e Portogallo in quanto nonostante gli investimenti da centinaia di miliardi di euro sulle fonti rinnovabili hanno ancora un tremendo bisogno di gas per garantire il proprio fabbisogno energetico, soprattutto da quando hanno deciso di disinvestire e chiudere anticipatamente le centrali nucleari (come la Germania e il Belgio). Viceversa altri paesi guidati dalla Francia (con Finlandia, Slovacchia, Slovenia, Romania ecc.), che hanno centrali nucleari e vogliono continuare a sviluppare questa tecnologia, giustamente chiedevano che, alla luce dell'evidenza scientifica, il nucleare non venisse discriminato rispetto alle moderne rinnovabili.

Con buona pace della definizione scientifica di "sostenibile" è stato inserito anche il gas, sebbene con delle limitazioni, nonostante abbia emissioni di CO2 di 350 g/kWh contro i 12 g/kWh del nucleare (30 volte in più). Chi è contento per questo compromesso? I 'nuclearisti': finalmente vedono ufficialmente riconosciuta dalle istituzioni UE l'energia nucleare come pulita e sicura, come afferma da tempo la comunità scientifica. E dopo anni di ostracismo, dovuto anche agli effetti sull'opinione pubblica della cattiva informazione sugli di incidenti di Černobyl' e Fukushima, possono sperare di vedere finalmente rilanciata questa tecnologia, anche in Europa, con le attuali centrali di III+ e quelle prossime di IV generazione, per quei paesi che vorranno. Dalla loro parte c'è anche il fattore tempo: presto sarà sempre più evidente che il nucleare è la forma di energia pulita più efficiente ed efficace che abbiamo a disposizione.

Nucleare e gas: tutti contenti? Forse no

Sono contenti anche i petrolieri: da anni stanno spostando la loro produzione verso il gas, la fonte fossile meno peggiore di petrolio e carbone. E sanno bene che il loro alleato sono le rinnovabili, che da sole non possono bastare a soddisfare la crescente domanda di elettricità, soprattutto se si decarbonizzano i trasporti e i riscaldamenti. È contenta ovviamente anche la Germania, che si sta rendendo sempre più conto che inseguire la chimera del 100% rinnovabile sta costando troppo e l'obiettivo è sempre più irrealizzabile, soprattutto dopo aver spento quasi tutte le ottime centrali nucleari tedesche. Con la Germania però è contenta anche la Russia di Putin, che si appresta a pompare gas nel nuovo mega-gasdotto russo-tedesco North Stream 2. Così non solo incasserà euro ma, aumentando la nostra dipendenza energetica dalla Russia, potrà anche ricattare politicamente l'Europa. Chi non sono contenti sono quegli ambientalisti e partiti verdi che in questi mesi si sono opposti all'inserimento di nucleare e gas nella tassonomia, paradossalmente avversando di più il nucleare. Ma lo sono per motivi sbagliati, perché viene proprio da dire che "chi è causa del suo mal, pianga sè stesso". Infatti, se gli ambientalisti e i Verdi in questi anni non avessero fatto la guerra all'energia nucleare, ignorando l'evidenza scientifica, oggi forse la Germania e il Belgio non starebbero dismettendo le proprie centrali nucleari dovendo così ricorrere al gas quando non al carbone per produrre elettricità. Senza che uno stato membro di peso come la Germania fosse obbligato a ricorrere al gas a causa delle sue scelte scellerate, spinto anche da ragioni elettorali, forse oggi avremmo incluso solo il nucleare nella tassonomia della finanza sostenibile Chi però più di tutti non dovrebbe essere contento siamo noi cittadini europei. Questo triste compromesso ci allontana ancora di più dalla neutralità climatica e rende l'Europa ancora più debole in politica estera, ponendola sotto il giogo di dittature (Russia) e oligarchie feudali (come i paesi del Golfo Persico).

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