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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'intervista

Perché la terra trema in Romagna

Il cesenatese è interessato ormai da settimane da uno sciame sismico che ha prodotto due terremoti di magnitudo 4. E nonostante la costa adriatica sia una zona ad alta sismicità, i terremoti in quest'area sono in qualche modo inaspettati

Da qualche settimana non c'è pace dalle parti di Cesenatico: la terra continua a tremare. Gli eventi più forti sono stati quelli del 26 e del 28 gennaio, con magnitudo 4, preceduti e seguiti da terremoti di potenza minore che proseguono ormai da diverse settimane. Nonostante la costa adriatica sia una zona a sismicità relativamente elevata, il tratto in questione, compreso tra Cesenatico e Gambettola, è un'area tradizionalmente poco interessata da terremoti. Cosa spinge quindi la terra a tremare, e come può evolvere l'attuale sciame sismico?

“Focolai sismici come quello che si sta concentrando tra Cesenatico e Gambettola sono piuttosto comuni nel nostro paese”, ci spiega Alessandro Amato, sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Si tratta di una sequenza iniziata con scosse piccole, a cui sono seguiti due terremoti di magnitudo più importante, e poi nuovamente scosse di entità ridotta. A differenza delle sequenze che iniziano con un terremoto forte a cui seguono poi le cosiddette scosse di assestamento, in casi come questo è molto più difficile prevedere come evolverà la situazione. Nella maggior parte dei casi, comunque, sciami del genere tendono ad esaurirsi nell'arco di un paio di settimane”. 

Le due scosse più forti, avvertite distintamente in tutta l'Emilia Romagna e nelle Marche fino a Pesaro, hanno spinto all'evacuazione delle scuole a Cesenatico e Gambettola, e a una sospensione di  alcune ore, in via precauzionale, della linea ferroviaria Bologna-Ancona. In totale, dall'inizio dello sciame sismico sono stati registrati più di 60 terremoti nell'area. Ma fortunatamente, negli ultimi giorni la situazione sembra andare scemando, con pochissime scosse, tutte di di magnitudo contenuta, che potrebbero far presagire (ricordiamoci però che le certezze quando si parla di terremoti non esistono) una fine imminente dello sciame sismico. 

A rendere peculiare la situazione, ci spiega Amato, è che pur trovandosi in un'area relativamente attiva dal punto di vista sismico, nella zona di Cesenatico non sono mai stati registrati molti terremoti. “Si tratta di un'area particolare, posizionata a margine della struttura di faglie che sappiamo correre lungo la costa, dalle Marche settentrionali fino al riminese – spiega – sulle mappe questa struttura di faglie non viene fatta continuare anche a Cesenatico e dintorni,  e riprende intorno a Forlì-Faenza. Sappiamo poco, quindi, sulla natura geologica della zona di Cesenatico, e sui processi che possono provocare terremoti”. 

Le faglie in questo tratto di costa adriatica sono legate ad un processo di accrescimento crostale, che spinge la placca adriatica sotto all'Appennino. Un processo lento, che procede ad un tasso di circa un millimetro l'anno, e produce però faglie attive caratterizzate da una sismicità importante. Non è chiaro se le faglie in questione proseguano anche nell'area attualmente interessata dallo sciame sismico, o se invece in questo caso si tratti di una cosiddetta faglia di svincolo, posta al margine di quella riminese. 

“Va considerato però che i terremoti degli scorsi giorni sono stati particolarmente profondi, con ipocentri compresi tra i 15 e i 25 chilometri, un particolare che ha contribuito a limitarne la portata in superficie”, conclude Amato. “Quelli che avvengono lungo la faglia di Rimini sono più superficiali, e quindi potremmo essere di fronte a un fenomeno ancora diverso, come una deformazione del basamento della placca”. 

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