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Giovedì, 25 Aprile 2024
Missioni spaziali

Buon compleanno Perseverance: un anno su Marte, ecco cosa ha scoperto

Il rover è arrivato su Marte il 18 febbraio del 2021. Nel breve tempo trascorso sul pianeta rosso ha già raggiunto obbiettivi importanti. E il 2022 – assicurano dalla Nasa – sarà un anno da ricordare

Buon compleanno Perseverance. Esattamente un anno fa, il nuovo rover della Nasa atterrava infatti sul suolo marziano, raccogliendo il testimone di Curiosity, alla ricerca di indizi della presenza di forme di vite nel lontano passato del pianeta rosso. Dopo un anno su Marte, il piccolo rover ha già raggiunto diversi obbiettivi importanti, raccogliendo e studiando campioni di suolo, e sperimentando il primo drone che abbia mai volato nei cieli marziani. Ma rimane ancora molto da fare, e il 2022 – assicurano dalla Nasa – sarà un anno da ricordare per Perseverance: inizierà infatti l’esplorazione dell’antico delta di un fiume, uno dei siti più promettenti per trovare tracce di vita organica. In attesa, ovviamente, dei prossimi sviluppi: il rover Rosalind Franklin, che dovrebbe arrivare quest’anno, e quindi – nei prossimi decenni – l’esplorazione umana di Marte.

Un anno su Marte

La prima sfida affrontata da Perseverance è stata testare il suo compagno di viaggio, Ingenuity, un piccolo elicottero pensato per dimostrare che il volo su Marte è possibile, nonostante la bassissima densità della sua atmosfera (pari un l’un percento di quella terrestre), e la gravità tre volte inferiore a quella della Terra. Il piccolo drone ha preso il volo per la prima volta il 3 aprile dello scorso anno, e per cinque settimane ha compiuto altrettanti voli di prova, andati tutti a buon fine.

Completato il test di Ingenuity, Perseverance ha potuto quindi concentrarsi sul suo compito principale: estrarre campioni di rocce marziane, analizzarli, e stiparli in contenitori di titanio che li conserveranno in vista di una futura missione, che prevede di raccoglierli e inviarli sulla Terra per analisi ancora più accurate. Dopo qualche tentennamento iniziale, dallo scorso settembre Perseverance ha raccolto già ben 6 campioni, provenienti da rocce magmatiche che hanno permesso agli scienziati della Nasa di datare con maggiore precisione la formazione del cratere Jezero (l’area in cui è atterrato il rover). La composizione minerale dei campioni ha rivelato inoltre che con ottime probabilità le rocce in passato sono entrate in contatto con acqua liquida, e rappresentano quindi il luogo ideale per cercare tracce di antiche forme di vita marziane.

Le prossime tappe

Archiviata la fase iniziale della missione, da dicembre Perseverance è in cammino per raggiungere la destinazione più eccitante del suo viaggio: il delta del cratere Jezero. Siti del genere sul nostro pianeta sono perfetti per cercare tracce di composti organici che possono tradire la presenza di antiche forme di vita, e gli scienziati della Nasa sperano che valga lo stesso su Marte. Attualmente, Perseverance è sulla via del ritorno verso il sito di atterraggio, dopo una deviazione che lo ha portato ad esplorare una zona del cratere nota come South Séítah. Tra due settimane il viaggio di ritorno dovrebbe essere completo, e Perseverance inizierà finalmente a dirigersi verso il delta, dove si tratterrà per tutto il prossimo anno, esplorando i resti di un antichissimo lago e di un antico fiume scomparsi da miliardi di anni.

Il futuro dell’esplorazione marziana

Se nei prossimi mesi tutta l’attenzione rimarrà concentrata su Perseverance, a settembre arriverà il momento di Rosalind Franklin, il prossimo rover a partire per Marte. La missione è una collaborazione tra Esa e Roscosmos, l’agenzia spaziale russa. Se tutto andrà come sperato, il rover dovrebbe partire intorno al 20 settembre del 2022, e atterrare poi su Marte l’anno seguente, nel giugno del 2023, per iniziare una missione di sette mesi, dedicata interamente alla ricerca di tracce di antiche forme di vita sul pianeta.  

L’attesa più grande, comunque, è quella per la prima missione umana in direzione del pianeta rosso. Gli annunci non sono mancati, e attualmente sia la Nasa che l’agenzia spaziale cinese stanno lavorando attivamente per orchestrare il primo, pionieristico, viaggio degli esseri umani in direzione di un altro pianeta. Tra le difficoltà maggiori da superare c’è senz’altro la durata del volo, che attualmente richieste tra i 150 e i 300 giorni per essere completato, e metterebbe a dura prova la resistenza di qualunque astronauta. Per questo motivo, sono in fase di sviluppo diversi sistemi di propulsione alternativi, che potrebbero ridurre notevolmente la durata del viaggio, come i razzi termici nucleari, che sfruttano un reattore nucleare e impiegherebbe circa 100 giorni per completare la traversata.

I ricercatori della McGill University hanno però appena annunciato una scoperta che potrebbe cambiare le carte in tavola. Un nuovo concetto di astronave, che potrebbe raggiungere Marte in poco più di un mese: un razzo a propulsione termica laser. L’idea è abbastanza estrema, perché prevede di utilizzare un laser di potenza inaudita (10 metro di diametro e 100 megawatt di potenza) posto sulla Terra per riscaldare il serbatoio di idrogeno di un’astronave in orbita, fornendo l’energia necessaria per raggiungere velocità attualmente impossibili. “L’astronave che abbiamo in mente è una specie di dragster – ha spiegato su Universe Today Emmanuel Duplay, primo autore dello studio in cui viene proposta la nuova tecnologia – accelererebbe molto velocemente mentre è ancora nei pressi della Terra. Pensiamo che sarebbe persino possibile utilizzare lo stesso motore alimentato dal laser per riportare il booster del razzo sulla Terra, dopo aver spinto il veicolo principale verso Marte, in modo da poterlo riciclare per il prossimo viaggio”. Attualmente, purtroppo, un laser come quello immaginato dai ricercatori della Mc Gill non esiste. Ma per dimezzare i tempi di viaggio verso Marte, non è detto che qualcuno alla Nasa non decida presto di rimediare.

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