Il "maltolo" cura il cancro, ma le multinazionali coprono tutto: ecco la verità
Una nuova cura per il cancro basata sul maltolo che sarebbe coperta dalle multinazionali. Facciamo chiarezza
Ultimamente è tornata a girare sui social la storia di una cura del cancro a base di maltolo. Questa terapia sarebbe però stata realizzata da ricercatori precari italiani, ma coperta e nascosta dalle multinazionali e dai mezzi di informazione.
La notizia è falsa, o meglio. Solo parzialmente vera. Esiste infatti effettivamente una ricerca su questo composto che ha dato buoni risultati (la notizia non è nuova perché risale al 2013), mentre tante voci sono totalmente inventate o malinterpretate. Come riassume bene il giornalista Gianluca Spinelli, non esiste alcun complotto di multinazionali o giornali che vogliano tenere nascosto il farmaco e i ricercatori non sono precari (anzi, uno dei due autori non è nemmeno ricercatore).
E poi la cosa più importante: vi sono molti diversi tipi di cancro ed è quasi impossibile pensare che esista una cura e in particolare una singola molecola in grado di curare tutto.
Che cosa dicono i ricercatori della loro ricerca?
Ecco le dichiarazioni di Mirco Fanelli:
“Mi sento di esternare un ringraziamento a tutti coloro che hanno condiviso con noi i risultati della nostra attività di ricerca. Come spesso capita in queste situazioni, e toccando certi argomenti, si rischia di far trapelare messaggi non corretti. Ci tengo a precisare che le molecole che abbiamo brevettato non devono essere considerate la soluzione nella lotta contro il cancro."
Il motivo è semplice: si tratta ancora di una fase sperimentale alla quale dovrà per forza di cose seguire una lunga sperimentazione clinica sugli esseri umani che richiederà ancora anni.
Fanelli continua: "Siamo ricercatori e non è nelle nostre intenzioni vendere fumo. Le nostre molecole ad oggi sono promettenti……la futura attività di ricerca dimostrerà se sarà possibile utilizzarle nell’uomo e con quali benefici."
Dunque, se è vero che esiste questa cura sperimentale è importante ribadire che siamo ancora agli inizi e che passerà probabilmente molto tempo prima di poterla avere pronta per l'utilizzo su pazienti.