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Venerdì, 29 Marzo 2024
Contraccettivi maschili

Sesso, il "pillolo" funziona (per ora) nei topi: "Ora sperimentazione umana"

Sarebbe quasi pronta la pillola contraccettiva non ormonale per gli uomini. Sperimentata su topi ha dimostrato un’efficacia del 99% e nessun effetto collaterale. Presto la sperimentazione sugli esseri umani

Pillola, spirale, cerotti e anelli vaginali. Le scelte nel campo della contraccezione non mancano di certo. Ad oggi, però, rimane una responsabilità tutta femminile. L’unica opzione maschile, senza contare la vasectomia, rimane è ancora il preservativo, una scelta efficace, ma non priva di svantaggi o anche possibili problemi, soprattutto quando il profilattico non è utilizzato in modo corretto. Un team di ricercatori dell’Università del Minnesota potrebbe però avere la soluzione: un “pillolo”, capace di indurre una sterilità temporanea nell’organismo maschile, senza effetti collaterali. I dati a disposizione sono appena stati presentati al convegno annuale dell’American Chemical Society, e per quanto preliminari e ottenuti con esperimenti su topi da laboratorio, sembrerebbero abbastanza promettenti da garantire l’avvio di un trial clinico a tutti gli effetti, previsto già nei prossimi mesi.

“La scienza tenta da decenni di sviluppare un contraccettivo orale maschile, ma ad oggi non ci sono ancora farmaci approvati disponibili sul mercato”, spiega Abdullah Al Noman, uno dei ricercatori che si stanno occupando dello sviluppo del nuovo farmaco. Le ragioni per questo ritardo sono in parte biologiche, e in parte culturali. Da un lato, il sistema riproduttivo femminile è più facile da mettere in stand-by utilizzando ormoni che simulino una gravidanza, momento in cui si ferma l’ovulazione per dare spazio alla crescita del feto. Per fare lo stesso con un corpo maschile bisogna interferire con la quantità o la qualità degli spermatozoi che produce, e farlo utilizzando degli ormoni (agendo cioè sul testosterone) ha sempre indotto effetti collaterali come disturbi dell’umore, aumento di peso e colesterolemia, ritenuti eccessivi per immettere in commercio un simile farmaco.

A dirla tutta, è facile notare guardando la lista di effetti collaterali appena citata che è più o meno identica a quella che si legge sul bugiardino delle pillole contraccettive femminili. In effetti è così, e per questo motivo molte attiviste lamentano da anni che lo sviluppo della contraccezione orale maschile si scontra anche con resistenze culturali radicate in profondità nelle nostre società. Gli stessi rischi, insomma, sono considerati più gravi nel caso degli uomini, forse perché esiste già un’opzione femminile, o perché i benefici tendono (magari involontariamente) ad essere considerati minori per gli uomini.

Polemiche a parte, i problemi a cui sono andati incontro negli anni i contraccettivi ormaonali maschili hanno fatto scegliere una strada diversa ad Al Norman e colleghi. Hanno deciso infatti di concentrarsi su una proteina chiamata recettore alfa dell'acido retinoico (RAR-α), che svolge un ruolo chiave nel modulare la crescita cellulare, nella formazione degli spermatozoi e nello sviluppo embrionale. Studiando la struttura di RAR-α i ricercatori hanno sviluppato un centinaio di molecole potenzialmente in grado di inibirne l’attività in modo selettivo. E le hanno quindi sperimentate su topi per testarne l’efficacia, e valutare la presenza di effetti collaterali.

Una delle molecole, identificata per ora con la sigla YCT529, si è rivelata estremamente promettente: induce una riduzione estremamente significativa della conta spermatica (il numero di spermatozoi presenti nel liquido seminale), ha un’efficacia del 99% nel prevenire le gravidanze, e non produce effetti collaterali, almeno negli animali. Una volta sospesa la terapia, inoltre, la normale produzione di spermatozoi riprende nell’arco di un mese o poco più. Un pillolo perfetto, insomma, almeno sulla carta. Senza sperimentazioni che coinvolgano esseri umani, infatti, è impossibile stabilire se i dati raccolti nei roditori saranno confermati anche per la nostra specie. Per scoprirlo, comunque, non bisognerà attendere a lungo: un primo trial clinico con YCT529 è previsto già per la seconda metà del 2022. E se i risultati continuassero ad essere quelli visti fin’ora, nel giro di pochi anni il nuovo pillolo potrebbe già arrivare sul mercato.

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