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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ostaggio delle correnti a getto

Le correnti super veloci che rendono l'Italia un deserto

Le precipitazioni che interessano l'Italia dipendono dal comportamento dell'anticiclone delle Azzorre e di quello africano, che in questi anni sono stati spinti a Nord anche dall'azione delle correnti a getto portando a una persistente siccità nel Nord Italia

I cambiamenti climatici non si vedono dall'oggi al domani. Ma le temperature in aumento costante ormai da 15 anni sono una spia piuttosto affidabile: fa sempre più caldo, ed è impossibile non attribuire questi cambiamenti del clima italiano al riscaldamento globale causato dall'uomo. Lo stesso non si può dire parlando di precipitazioni: pioggia e neve dipendono da quella che viene definita variabilità meteorologica, influenzata dalle aree di bassa e alta pressione, cicloni e anticicloni, che agiscono su scala temporale molto più ridotta rispetto ai fenomeni che interessano il clima. Per questo motivo, anche se negli ultimi anni il Nord della penisola ha visto meno precipitazioni del normale non vuol dire che sarà così anche in futuro. E di contro, il centro Sud che ha visto ridursi meno le giornate di pioggia non può dirsi al sicuro nei prossimi anni. 

“Questo ultimo decennio è stato il più caldo di sempre, ogni anno, o quasi, c'è stato un aumento della temperatura”, spiega Sandro Fuzzi, dell'Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna. “Ormai abbiamo informazioni su scala secolare, e la differenza che c'è in questo ultimo periodo è chiaramente effetto di un trend climatico che inizia almeno 50 anni fa, e che è legato al riscaldamento globale. Prevedere come mutano le precipitazioni è invece più difficile. Ci sono eventi estremi, come ondate di calore o periodi estesi di siccità, che si stanno facendo più frequenti e in modo evidente. Ma l'effetto del clima sulla meteorologia è molto difficile da prevedere: il primo varia su una scala almeno decennale, il meteo invece dipende da fenomeni che hanno effetto nell'arco di giorni o settimane”. 

La variabilità meteorologica è infatti legata infatti a fenomeni complessi che agiscono su scala locale e su scala globale, e che “sporcano” i dati climatici. Se ad esempio al Nord Italia negli ultimi anni un aumento delle temperature medie è corrisposto a una riduzione delle nevicate e in generale a un periodo di siccità, lo stesso non è vero se guardiamo ai dati del Centro Sud, dove la pioggia, specie in alcune aree come quelle del versante adriatico, non è mancata. 

“Per quanto riguarda le precipitazioni non vale sempre l'equazione riscaldamento globale uguale siccità”, ci spiega Edoardo Ferrara, meteorologo 3bmeteo. “La siccità ad esempio che in questo momento è in atto nel Nord Italia è dovuta al posizionamento anomalo dell'alta pressione sub tropicale. Può avere sì una responsabilità climatica. Ma poi ci sono tanti altri fattori, come le interconnessioni, l'oscillazione atlantica, la corrente a getto, e così via”. 

Se l'aumento delle temperature medie ha certamente contribuito a ridurre le giornate di neve nei territori del Nord, anche l'assenza di precipitazioni ha quindi svolto la sua parte. E questa – spiega Ferrara – è stata causata principalmente da un posizionamento anomalo dell'anticiclone delle Azzorre e di quello africano, che negli ultimi anni si sono spostati più a Nord del solito, in un'area compresa tra Inghilterra, Francia e Spagna, bloccando l'arrivo delle perturbazioni atlantiche dirette verso il nostro paese. 

“Quando gli anticicloni si ergono sull'Ovest Europa, e si sbilanciano fuori dalle loro zone d'origine – chiarisce Ferrara – succede che le perturbazioni, che di solito arrivano in Italia soprattutto da Ovest, non riescono a passare e raggiungere in modo diretto il Nord Italia, e quindi circumnavigano questa bolla anticiclonica e rientrano magari dai Balcani, interessando il Centro Sud”.

In questo momento, quindi il Nord sta vivendo una fase siccitosa, ma è impossibile dire quanto durerà, o con che frequenza in futuro, nonostante il riscaldamento globale, torneranno nuove annate piovose. Finché l'alta pressione concentrata negli anticicloni continuerà a mostrare un posizionamento anomalo, è probabile che perdurerà la situazione attuale, in particolare nelle aree settentrionali della nostra penisola. Ma moltissimi fenomeni atmosferici influenzano il comportamento degli anticicloni, e possono intervenire per modificare le condizioni che si sono viste negli ultimi anni. Tra questi, ad esempio, le cosiddette correnti a getto, flussi di aria ad altissima quota che ondulano intorno agli emisferi Nord e Sud, e che con le loro ondulazioni alimentano cicloni e anticicloni. 

“Possiamo immaginarle come una corda che ondula – continua Ferrara – e quando questa corda fa un cavo d'onda, al suo interno troveremo le cosiddette saccature, dove si formano le perturbazioni. Quando invece siamo in presenza di un promontorio d'onda, ci sono solitamente gli anticicloni. Più le correnti a getto si posizionano verso Nord, quindi, e più abbiamo un trascinamento verso l'alto delle fasce anticicloniche. Per contro più si posiziona verso il basso, e più abbiamo un trascinamento verso il meridione dei cicloni. Il cambiamento climatico può influire sui movimenti della corrente a getto, su larga scala, e questa ha un peso sui posizionamenti dei cicloni e degli anticicloni e quindi, in modo indiretto, sulle precipitazioni che interessano il nostro paese”. 

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