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Venerdì, 29 Marzo 2024
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SlowFood elogia una pianta che elimina i pesticidi: ma è OGM

Dopo aver commentato positivamente una ricerca scientifica, SlowFood si accorge che si stava parlando di OGM e fa un passo indietro, scatenando polemiche a non finire

"Belle notizie dall'Università La Sapienza di Roma". Iniziava così un articolo di SlowFood che parlava di uno studio scientifico che ha permesso di capire  il meccanismo delle piante per autodifendersi dalle infezioni. Alla base del processo ci sarebbero delle sostanze chiamate oligogalatturonidi. Dall'articolo si diceva che "il trucchetto starebbe nel favorire la produzione", grazie a "una sorta di macchinetta proteica".

La notizia è davvero molto interessante, perché si potrebbero rendere resistenti le piante a infestanti, con una maggiore produzione e senza dover usare pesticidi dannosi per l'uomo e l'ambiente. Tutto bene, quindi? Non proprio.

Beatrice Mautino, divulgatrice scientifica, si accorge di un piccolo - fondamentale - particolare. La citata "macchinetta" altro non è, come si legge nello studio originale, che un particolare costrutto che è stato inserito nel DNA della pianta e che contiene DNA di un fungo, in modo che la pianta possa difendersi da sola. Il risultato sarebbe a tutti gli effetti una pianta OGM, i famosi organismi geneticamente modificati.

Se a livello scientifico questo non sconvolge, né spaventa, vista la mole di dati che dimostra la sicurezza degli OGM in commercio, è noto che SlowFood sia da sempre contrario all'utilizzo di OGM. Il risultato è stato quindi un vespaio di polemiche, tanto che sul sito è comparso un altro articolo di "smentita", per ribadire ancora una volta la contrarietà agli organismi geneticamente modificati.

Com'è stato fatto notare da molti, però, appare chiara un'incoerenza. Una pianta con caratteristiche positive, interessanti per risolvere dei problemi è stata prima salutata con positività e ottimismo. Quando poi si è scoperto che si trattava di un OGM, cioè una pianta ottenuta con ingegneria genetica, il parere è cambiato e la pianta è diventata non più interessante e la notizia non più positiva. Anche se la pianta è sempre la stessa, le proprietà non sono cambiate, è diverso solo il metodo con cui è stata ottenuta.

Beatrice Mautino, al termine delle polemiche, ha commentato amareggiata (ma anche un po' ottimista): "Se quella pianta lì, quella descritta nell'articolo di Slow Food, ci piaceva così tanto perché permetteva di ridurre l'uso di pesticidi, ha senso che non ci piaccia più solo perché è stata fatta con la tecnica degli OGM?"

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