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Venerdì, 29 Marzo 2024
Smartphone e salute

Troppo tempo davanti a smartphone e pc potrebbe farci invecchiare prima

Colpa della luce blu emessa dagli schermi a led: secondo un nuovo studio americano potrebbe alterare il metabolismo delle cellule, causandone la morte prematura e un conseguente invecchiamento precoce dell’organismo

Tablet, computer e cellulari sono indubbiamente utili. Ma possono causare anche problemi per la salute, specie se permeano ogni momento delle nostre giornate. Troppo tempo di fronte allo schermo di questi device digitali sembra infatti collegato allo sviluppo di obesità, problemi metabolici, disturbi dell’umore e del sonno. Ma non solo: la luce blu degli schermi digitali, infatti, potrebbe persino determinare un invecchiamento precoce del nostro organismo. A suggerirlo è un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Aging da un team di ricercatori dell’Università dell’Oregon. 

“Un’esposizione eccessiva alla luce blu emessa da televisioni, computer portatili e smartophone potrebbe avere effetti deleteri su una vasta gamma di cellule presenti nel nostro corpo, da quelle della pelle a quelle del grasso, passando anche per i neuroni sensoriali del cervello”, spiega Jadwiga Giebultowicz, biologo dell’Università dell’Oregon che ha coordinato la ricerca. “Con il nostro studio abbiamo rivelato infatti, per la prima volta, un’alterazione dei livelli di specifici metaboliti – sostanze chimiche essenziali per il corretto funzionamento delle cellule – nei moscerini della frutta che vengono esposti alla luce blu”. 

Come ammette lo stesso scienziato, la ricerca non presenta dati ottenuti su esseri umani, ma piuttosto sulle drosofile, i comuni moscerini della frutta. Un organismo molto diverso dal nostro quindi, ma anche molto ben studiato, e utilizzato di frequente come modello per le ricerche sugli effetti fisiologici di sostanze e abitudini potenzialmente dannose.

Nel nuovo studio i ricercatori americani hanno esposto un gruppo di drosofile ad una luce blu ad alta intensità per un periodo di due settimane, al termine del quale hanno comparato i metaboliti presenti nelle cellule della loto testa con quelli riscontrabili in un altro gruppo di drosofile, tenute invece al buio per la durata dell’esperimento. In una serie di esperimenti precedenti, gli stessi ricercatori avevano già dimostrato che i moscerini tenuti al buio hanno in media una vita più lunga di quella degli insetti esposti alla luce blu. E con le nuove analisi è emersa la possibile spiegazione. Nelle drosofile cresciute alla luce sono emersi infatti livelli più elevati di succinato, un metabolita coinvolto nella crescita delle cellule. 

“Il succinato è essenziale per la produzione del carburante con cui vengono alimentate le funzioni e la crescita delle cellule”, chiarisce Giebultowicz. “Avere alti livelli di succinato nelle cellule in seguito all’esposizione alla luce blu è un po’ come avere una pompa di benzina piena, e non riuscire a inserire il carburante nell’auto. Un’altra scoperta preoccupante è stato trovare bassi livelli di sostanze necessarie per la corretta comunicazione tra neuroni, come il glutammato, in seguito all’esposizione alla luce blu”.

Secondo Giebultowicz, gli indizi raccolti puntano ad un funzionamento subottimale delle cellule in seguito all’esposizione prolungata alla luce blu. Una situazione che ne può causare la morte prematura, e quindi un invecchiamento precoce dell’organismo. Come dicevamo, si tratta di risultati ottenuti lavorando con i moscerini della frutta, e andranno quindi approfonditi con ulteriori ricerche anche nella nostra specie, anche per identificare, eventualmente, la quantità di esposizione giornaliera che può causare problemi in animali molto più grandi, e complessi, come noi. Giebultowicz comunque sembra sicuro delle sue intuizioni: “Il nostro studio – spiega – suggerisce che evitare l’esposizione eccessiva alla luce blu è probabilmente un’ottima strategia anti-aging”. 

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