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Venerdì, 29 Marzo 2024
Eventi meteo estremi

Torna El Niño è scombussola tutte le previsioni meteo

Solitamente questo fenomeno climatico è associato a una stagione degli uragani meno intensa, ma le temperature anomale delle acque dell'Atlantico potrebbero rendere catastrofica anche quella di quest'anno

El Niño e La Niña sono i due principali fenomeni climatici che influenzano l'atmosfera terrestre. Si alternano circa ogni quattro anni, modificando drasticamente le temperature in un'enorme area dell'Oceano Pacifico, con effetti che si ripercuotono a catena sui venti, le precipitazioni e le temperature di tutto il pianeta. Gli indizi raccolti fin ora lasciano presagire l'arrivo di El Niño entro la fine della prossima estate, evento che solitamente negli Usa è accolto con un certo sollievo, perché collegato a un numero minore di uragani. Quest'anno però gli esperti statunitensi del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) hanno qualche difficoltà a prevedere cosa succederà nei prossimi mesi: proprio in queste settimane le acque dell'Oceano Atlantico stanno infatti facendo registrare temperature da record, che potrebbero controbilanciare gli usuali effetti di El Niño, scatenando uragani di rara potenza in direzione delle coste occidentali degli Stati Uniti. 

Previsioni impossibili

Come di consueto, il Noaa ha appena rilasciato il bollettino per la prossima stagione degli uragani, che nel Nord America va ufficialmente dal primo giugno al primo novembre. E come scrivono gli esperti dell'agenzia americana, quest'anno fare previsioni è più che mai complicato: tutto considerato, ci sarebbe un 40% di probabilità di affrontare una stagione nella media, un 30% che si riveli mite, e un altro 30% che, alla fine, sia invece una stagione peggiore del solito. 

A complicare le previsioni, come dicevamo, è la presenza di due fenomeni con effetti opposti. Da un lato, l'arrivo di El Niño, cioè di un periodo in cui le acque superficiali dell'Oceano Pacifico si scaldano in media di uno o due gradi, modificando di conseguenza il clima dell'intero pianeta. Durante i periodi in cui è in gioco El Niño si assiste di norma a un aumento delle temperature e degli eventi estremi in molte zone della Terra, ma per le coste occidentali degli Stati Uniti, dove gli uragani colpiscono il continente, si tratta di un periodo di relativa quiete: i cambiamenti che apporta El Niño alla circolazione dei venti creano infatti condizioni poco favorevoli per la formazione di uragani, che tendono a essere quindi più rari e meno potenti. 

A controbilanciare questo fenomeno ci pensa però un aumento anomalo della temperatura delle acque dell'Oceano Atlantico, legata in parte ad un ciclo climatico assolutamente naturale, ma peggiorata probabilmente dagli effetti del riscaldamento globale. In queste settimane le acque nel Mar dei Caraibi, nel Golfo del Messico e lungo le coste del Sud Est degli Stati Uniti sono già diversi gradi sopra le medie stagionali, e si prevede che le temperature saliranno ulteriormente nel corso dell'Estate, creando le condizioni perfette per uragani di potenza anomala e distruttiva. Per una tempesta, infatti, le temperature elevate sulla superficie dell'oceano sono come carburante: più crescono, maggiore è la potenza che alimenta le tempeste e i cicloni che da queste hanno origine.

Anche se El Niño arriverà come previsto, quindi, non è detto che il 2023 si riveli un anno tranquillo sul fronte degli uragani. Le previsioni del Noaa parlano di un numero di tempeste con venti sopra i 65 chilometri orari compreso tra 12 e 17, tra i cinque e i nove uragani e da uno a quattro uragani maggiori, con venti oltre i 170 chilometri orari, capaci di produrre effetti devastanti una volta raggiunta la terra ferma. 

In Europa sarà caldo da record

Se negli Usa, quindi, gli effetti di El Niño sono ancora difficili da prevedere, quelli che avrà a livello globale sono più scontati: con ogni probabilità, infatti, porterà ad un'ennesima annata di aumenti record delle temperature. Come ricorda IlMeteo.it, per l'Europa El Niño è correlato a una maggiore attività dell'anticiclone Africano, che tende a espandersi verso l'Italia, e l'Europa, nei mesi estivi, portando a picchi di temperatura che raggiungono i 40 gradi, siccità ed eventi meteo estremi. L'ultimo episodio intenso di El Niño, nel 2015-2016, provocò anomalie climatiche in quasi tutto il mondo, che in Italia corrisposero ad un'estate caldissima, quella del 2015, passata alla storia come la terza più calda di sempre nel nostro paese, con oltre 2.500 morti nei mesi estivi legate alle ondate di calore. 

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