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Giovedì, 28 Marzo 2024
Gli eventi avversi dei farmaci anti-Covid

Trombosi venosa cerebrale: "Con il Covid si rischia otto volte di più che con il vaccino"

Secondo uno studio dell'Università di Oxford la CVT è stata riscontrata in 39 pazienti Covid su un milione contro i 5 casi di persone vaccinate con AstraZeneca

Il problema c'è, inutile negarlo. Ma c'è anche il virus. Parliamo dei rari casi di trombosi registrati dopo il vaccino Vaxzevria (AstraZeneca) e a quanto sembra, in misura ancora meno frequente, anche in seguito alla vaccinazione con Johnson&Johnson della cui vicenda si sta occupando la Fda americana.

Nonostante si parli di eventi estremamente rari, c'è una comprensibile apprensione tra chi dovrà sottoporsi al vaccino. Il rischio di sviluppare una trombosi venosa cerebrale (CVT) è tuttavia molto più alto nei pazienti Covid che in quelli sottoposti a vaccinazione. Nello specifico, secondo una ricerca dell'Università di Oxford, chi si ammala ha una probabilità otto volte superiore di sviluppare questa rara forma di trombosi che dopo aver ricevuto una dose del vaccino AstraZeneca. Stando ai risultati dello studio, la trombosi è stata riscontrata in 39 casi Covid su un milione, contro i 5 eventi di CVT rilevati tra le persone vaccinate con Vaxzevria e i 4 riscontrati con altri vaccini. I ricercatori hanno anche osservato che nel caso di Covid-19 il 30% di questi casi si verifica in persone sotto i 30 anni. Dall'Università di Oxford spiegano che i risultati devono essere presi con cautela "poiché i dati continuano ad accumularsi". Lo studio peraltro è ancora in pre-print: deve essere cioè ancora sottoposto a revisione.  

Paul Harrison, professore di psichiatria ad Oxford, ha spiegato che dall'indagine si possono trarre "due importanti conclusioni". In primo luogo, "COVID-19 aumenta notevolmente il rischio di trombosi venosa cerebrale, aggiungendosi all'elenco dei problemi di coagulazione del sangue causati da questa infezione. In secondo luogo, con COVID-19 il rischio è più alto di quello che vediamo con gli attuali vaccini, anche per gli under 30". Un dato "che dovrebbe essere preso in considerazione" quando si soppesano "i benefici e i rischi della vaccinazione".

AstraZeneca, Speranza: "18 morti su 32 milioni di vaccinazioni"

Del caso AstraZeneca ha parlato oggi in aula alla Camera il ministro Speranza: "Su 32 milioni di vaccinazioni e 222 segnalazioni di eventi avversi per il vaccino di Vaxzevria ci sono stati 82 eventi avversi di cui 18 fatali: è un fenomeno molto ridotto che non va sottovalutato, mantenendo alta la vigilanza. I cambi di rotta nelle indicazioni del vaccino fanno parte di questa attenzione".

Il ministro ha poi spiegato che "la scelta che abbiamo fatto di raccomandare l'utilizzo del vaccino AstraZeneca per i cittadini tra i 60 e i 79 anni ha una duplice motivazione. La prima: le pochissime reazioni avverse sono concentrate per il 90% nei vaccinati al di sotto dei 60 anni. La seconda: sulla base dell'esperienza inglese il vaccino AstraZeneca è particolarmente indicato nelle persone che abbiano un sistema immunitario in declino".

Pfizer, Moderna e trombosi rare: "Nessun caso registrato finora"

Per quanto riguarda i vaccini a mRNA va fatta invece una precisazione importante. Due giorni fa la Fda statunitense, ovvero l'ente governativo che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici, ha spiegato che su 180 milioni di dosi Pfizer e Moderna somministrate non sono stati registrati eventi di trombosi rare "associate con trombocitopenia", un fenomeno che si è registrato invece in alcune persone (nell'ordine di qualche unità per milione) vaccinate con Johnson & Johnson negli Usa e con AstraZeneca in Europa. Lo ha spiegato spiega Peter Marks, direttore del centro per la ricerca e la valutazione biologica dell'Fda statunitense, in un briefing trasmesso on line dall'ente regolatorio americano per illustrare le ragioni che hanno portato le autorità Usa a sospendere temporaneamente la somministrazione del vaccino Janssen (J&J).

In giornata, Moderna era già intervenuta con una nota per rassicurare sul suo prodotto anti covid. "Dopo una verifica su dati di 64,5 milioni di dosi somministrate a livello globale di vaccino mRna-1273 non è emersa nessuna associazione con casi di trombosi cerebrali dei seni venosi o eventi trombotici", ha affermato l'azienda in un comunicato. "Una valutazione completa della totalità dei dati di sicurezza disponibili per il mRNA-1273 dopo oltre 64,5 milioni di dosi somministrate a livello globale non suggerisce un'associazione con trombosi del seno venoso cerebrale (CVST) o eventi trombotici ", ha poi twittato - parlando del proprio vaccino - il produttore. Le analisi sono state realizzate utilizzando dati relativi al periodo fino al 22 marzo, precisa il tweet.

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