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Venerdì, 29 Marzo 2024
Anche gli animali cambiano con il clima

Il riscaldamento climatico rimpicciolisce gli uccelli

I volatili stanno evolvendo verso corpi di dimensioni ridotte e ali più lunghe: "Probabilmente aiutano a sopportare meglio le temperature elevate". Le specie più piccole inoltre stanno mutando più velocemente, mentre quelle più grandi, e meno adattabili, potrebbero presto essere a rischio

Il mondo sta cambiando rapidamente a causa dei cambiamenti climatici. E alcune specie animali sembrano già pronte ad adattarsi alla nuova normalità. Gli uccelli, ad esempio, stanno cambiando la forma del loro corpo in risposta all'aumento delle temperature, rimpicciolendosi e aumentando invece la lunghezza delle loro ali. E come rivela un nuovo studio dell'Università del Michigan, le specie di dimensioni più piccole sembra che stiano mutando con più rapidità, rispetto a quelle con corpi di grandi dimensioni. 

Due ricerche precedenti, in effetti, avevano già dimostrato che l'aumento delle temperature sta causando delle alterazioni morfologiche negli uccelli del Nord e del Sud America. Cambiamenti legati probabilmente al fatto che corpi più piccoli e ali più grandi permettono di regolare più efficacemente la temperatura corporea, in un clima che negli ultimi decenni si sta facendo sempre più caldo. 

Incrociando i dati delle due ricerche, e trovandosi così ad analizzare circa 86mila specie di volatili americani, i ricercatori dell'Università del Michigan sono riusciti a identificare un nuovo trend nei dati: gli uccelli di dimensioni minori sembra stiano mutando, in proporzione, più velocemente. Perché stia succedendo, però, non è del tutto chiaro. 

Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che gli uccelli più piccoli tendono a riprodursi più velocemente. E visto che i cambiamenti evolutivi si affermano di generazione in generazione, con più generazioni di esemplari in uno stesso arco temporale gli effetti della selezione naturale avrebbero modo di farsi vedere più velocemente negli animali di dimensioni più piccole. I dati dei due studi però vanno in direzione opposta: l'età media in cui gli individui di una specie si riproducono non sembra infatti correlata con la velocità dei cambiamenti osservati nella loro forma corporea. 

Un'altra possibilità è quella che la velocità dei cambiamenti sia correlata alla dimensione delle popolazioni di uccelli, anche in questo caso, una caratteristica spesso associata alle dimensioni corporee: le specie animali più piccole, infatti, tendono ad essere più numerose di quelle di grandi dimensioni. Anche in questo caso, però, i dati raccolti dalle due ricerche non confermano l'ipotesi. 

Allo stato attuale, insomma, è impossibile spiegare cosa stia spingendo gli uccelli più piccoli a mutare tanto velocemente la propria forma, né stabilire se i cambiamenti siano frutto di una dinamica evolutiva, o siano guidati da altri meccanismi (è possibile ad esempio che questi animali tendano naturalmente a nascere di dimensioni minori quando le temperature sono più elevate). 

Quel che è certo, però, è che gli uccelli di dimensioni maggiori stanno reagendo più lentamente ai cambiamenti che avvengono nell'ambiente a causa del riscaldamento globale. E questo potrebbe rappresentare un rischio per la loro sopravvivenza: incapaci di adattarsi, rischiano insomma di estinguersi man mano che le temperature si faranno sempre più elevate.

“I nostri risultati suggeriscono che una maggiore dimensione corporea potrebbe aumentare il rischio di estinzione, limitando la capacità di adattarsi ai rapidi cambiamenti climatici che l'uomo sta causando”, spiega Marketa Zimova, coautrice dello studio. “Al contrario, l'effetto delle dimensioni corporee sui tassi evolutivi potrebbe aumentare la persistenza dei taxa più piccoli, se i loro rapidi mutamenti morfologici riflettessero realmente una più rapida risposta adattativa in condizioni mutevoli”. 

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