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Martedì, 16 Aprile 2024
SALUTE

Ragazza suicida per colpa del wi-fi: ma è vero?

La notizia gira da qualche giorno, ma le conferme stentano ad arrivare. Ecco come stanno veramente le cose

Da alcuni giornali italiani sembrerebbe che una ragazza 15enne sia morta impiccata "per colpa" del Wifi. Ma sarà vero? Diciamo subito che la notizia non è nuova, perché risale a circa metà giugno 2015 e che, a differenza di quelle italiane, molte testate inglesi più serie hanno specificato che si tratta di un'ipotesi fatta dalla madre della vittima e non un dato accertato.

Quali sono i fatti? Come spiegato su Bufale Un Tanto Al Chilo, Jenny Fry, una ragazza di 15 anni, è morta impiccata in un bosco vicino Chadlington, nel Regno Unito: un suicidio in seguito a un messaggio di "intenti" mandato a un'amica.

Jenny stava male e soffriva di elettrosensibilità, malattia rara che fa parte della Sensibilità chimica multipla, condizione descritta per la prima volta nel 1932 e in genere sempre nel personale militare. Il problema è che, ancora oggi, non ci sono criteri di ricerca riconosciuti, che non siano solo i sintomi riferiti dai malati. Secondo Jill Meara, Direttore (PHE) del Centre for Radiation, Chemical and Environmental Hazards, “il Ministero della salute è consapevole del fatto che alcune persone riferiscono di avere sintomi che sono causati o aggravati da esposizione a campi elettromagnetici", ma non ci sono evidenze scientifiche che dimostrano un legame tra i sintomi acuti e l'esposizione. Non solo: i test finora hanno semmai dimostrato il cosiddetto effetto nocebo , ovvero la tendenza ad avere e percepire reazioni negative in presenza di un falso farmaco inerte o, nel nostro caso, di false onde elettromagnetiche in realtà non presenti.

Come confermato dall’Organizzazione Mondiale della sanità, infatti, raramente gli individui malati riescono effettivamente a rilevare l'esposizione ai campi in modo più preciso di individui "normali", né i sintomi erano correlati all’esposizione a campi elettromagnetici veri. In gioco potrebbero quindi esserci numerosi altri fattori ambientali, compresi stress e cattiva qualità dell'aria.

In conclusione se è vero che la ragazza è morta per una malattia psichiatrica, non ci sono dati per dire quale fosse realmente il problema, né tantomeno che la reazione fosse dovuta al Wifi.

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