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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'allarme dell'Oms

Il vaiolo delle scimmie e i "pericoli" per l'estate

C'è un elevato rischio di trasmissione, per diversi motivi, ha spiegato l'Organizzazione mondiale della sanità

Concerti, grandi eventi e festival, alcuni dei momenti di aggregazione tipici dell'estate, sono finiti sotto la lente d'ingrandimento degli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a causa del possibile rischio legato ad un'ulteriore diffusione del vaiolo delle scimmie. Considerando le più frequenti occasioni di assembramento e al di là del contemporaneo abbassamento delle misure di restrizione per il covid, proprio la stagione estiva potrebbe rappresentare, secondo l'Oms, un periodo di potenziale ed elevata propagazione del vaiolo delle scimmie. Lo ha confermato Hans Henri P. Kluge, direttore dell'Oms per l'Europa, lanciando un allarme.

La trasmissione "rapida e amplificata del virus - ha detto - si è verificata nel contesto della recente revoca delle restrizioni pandemiche ai viaggi e agli eventi internazionali. Il potenziale di ulteriore trasmissione in Europa e altrove durante l'estate è elevato". Il vaiolo delle scimmie, ha sottolineato ancora Kluge in un documento di aggiornamento sul virus già rilevato in diversi Paesi del mondo, "si è già diffuso sullo sfondo di diversi raduni di massa. Nei prossimi mesi, molte delle decine di festival e grandi feste in programma forniscono ulteriori contesti in cui potrebbe verificarsi un'amplificazione".

Allo stesso modo, proprio i contesti in cui si organizzano festival e feste estive, ha rilevato ancora l'Oms, "forniscono anche potenti opportunità per impegnarsi con persone giovani, sessualmente attive e mobili a livello globale per aumentare la consapevolezza e rafforzare la protezione individuale e della comunità". Sempre secondo Kluge, tra l'altro, è risaputo come "la maggior parte delle persone che contraggono il vaiolo delle scimmie avrà una malattia lieve e che si autolimita, ma spiacevole e potenzialmente dolorosa, che può durare fino a diverse settimane". Quello di cui ancora non si è a conoscenza, invece, è "quale impatto sulla salute ci sarà negli individui che possono avere gravi esiti dal vaiolo delle scimmie, in particolare i bambini piccoli, le donne in gravidanza e le persone immunocompromesse".

Come si è diffuso l'attuale focolaio?

Al 31 maggio risultano 557 casi di vaiolo delle scimmie confermati nel mondo, di cui 321 nell'Ue/spazio economico europeo e fra questi vengono conteggiate 14 infezioni segnalate dall'Italia. Sono i dati dell'ultimo aggiornamento dell'Ecdc, il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. In meno di una settimana il conteggio è salito di 202 casi in Ue e di 9 in Italia). Fuori dall'Unione europea, è il Regno Unito il Paese in cui il bilancio di "monkeypox" è salito di più: in sei giorni si sono aggiunti un centinaio di casi, raggiungendo quota 179.

La stessa Organizzazione mondiale della sanità ha ricordato che l'attuale focolaio si è diffuso attraverso contatti collegati in gran parte all'attività sessuale, riguardante principalmente uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini. "Dobbiamo ricordare, tuttavia, come abbiamo visto da precedenti focolai, che il vaiolo delle scimmie è causato da un virus che può infettare chiunque e non è intrinsecamente associato ad alcun gruppo specifico di persone", è stato precisato dagli esperti.

Cosa fare per far fronte alla diffusione del virus? Secondo l'Oms, una risposta efficace non richiederà le stesse diffuse contromisure rivolte alla popolazione che sono state necessarie per far fronte al Covid-19, dal momento che il virus non si diffonde nella stessa maniera. Però, ha proseguito Kluge, "e questo è importante, non sappiamo ancora se riusciremo a contenerne del tutto la diffusione". Proprio per questo motivo, ha concluso, è necessaria "una riduzione significativa e urgente delle esposizioni attraverso una comunicazione chiara, l'isolamento dei casi durante il periodo infettivo e un'efficace tracciabilità e monitoraggio dei contatti".

E le possibili cure? Sebbene un vaccino, denominato "MVA-BN", e un trattamento specifico (il Tecovirimat) siano stati già approvati per il vaiolo delle scimmie di recente, queste contromisure "non sono ancora ampiamente disponibili. L'obiettivo è dunque contenere questo focolaio interrompendo la trasmissione uomo a uomo nella massima misura possibile", ha riferito ancora l'Oms.
 

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