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Martedì, 16 Aprile 2024
Come si evolverà il virus

Appariranno varianti in grado di "bucare" i vaccini? E la contagiosità aumenterà all'infinito?

L'intervento di Roberto Burioni ed Eric Topol sulla rivista 'Nature': presto o tardi il Sars-Cov-2 si stabilizzerà in una forma "definitiva" che diventerà il ceppo dominante. Sulla capacità del virus di resistere ai vaccini si può essere cautamente ottimisti, a patto di non dimenticarsi dei Paesi poveri

Il Sars-Cov-2 non continuerà a mutare all'infinito. Presto o tardi raggiungerà la sua massima contagiosità e si stabilizzerà in una forma che diventerà il ceppo dominante. Non è detto però che questa mutazione "definitiva" sarà in grado di "bucare" l'immunità indotta dai vaccini. Da questo punto questo di vista, pur con tutte le cautele del caso, si può invece essere ragionevolmente ottimisti. Il perché lo spiegano il virologo Roberto Burioni e il collega Eric Topol in un articolo pubblicato sulla rivista 'Nature'.

I due scienziati ripercorrono le fasi evolutive del virus, dalla comparsa della mutazione D614G che ha portato a un aumento della trasmissibilità del 20%, all'ascesa della variante Alpha (ex inglese) B.1.1.7 che rispetto alla precedente aveva il "vantaggio" di essere più trasmissibile del 50%, fino ad arrivare alla variante Delta (ex indiana) B.1.617.2 che sembra avere caratteristiche che la rendono sia più contagiosa che parzialmente in grado di eludere la risposta immunitaria.

Parallelamente sono emerse altre mutazioni in grado di sfuggire al sistema immunitario (ma non alla risposta indotta dai vaccini più potenti), ovvero la variante gamma (ex brasiliana) P1 e la B.1.351 (beta, ex sudafricana).

Come si evolvono i virus

Per adesso tuttavia l'evoluzione prevalente del virus è stata orientata ad una maggiore trasmissibilità. Ed in effetti, spiegano i due studiosi, è probabile che nel tempo emergeranno varianti sempre più contagiose, ma dal momento che "in natura nulla è infinito" presto o tardi il Sars-Cov-2 raggiungerà la sua forma di massima trasmissibilità e diventerà il ceppo dominante sperimentando solo variazioni occasionali e minime. Del resto, argomentano Burioni e Topol, possiamo ritenere per omologia che lo stesso sia avvenuto per altri tipi di virus a RNA quali morbillo epatite A, poliomielite, parotite e rosolia, di cui conosciamo solo la forma più stabile. È legittimo infatti pensare che un virus come quello del morbillo (passato dai bovini all'uomo nel dodicesimo secolo) fosse all'inizio meno trasmissibile di quello di oggi e che si sia stabilizzato solo dopo aver raggiunto il fenotipo più contagioso. L'evoluzione del Sars-Cov-2 si appresta però ad essere alterata da un evento senza precedenti in una pandemia: ovvero la disponibilità di vaccini che non sono solo efficaci, ma sembrano in grado di ostacolare la stessa replicazione virale e dunque la trasmissione del Sars-Cov-2.

Le nuove varianti potrebbero "bucare" i vaccini?

Un doppio colpo da (quasi) k.o. a cui il virus potrebbe opporre come risposta un'evoluzione questa volta orientata ad eludere la risposta immunitaria dei vaccini anti-Covid. Se qualche studioso ritiene inevitabile uno scenario di questo tipo, per Burioni e Topol non è affatto scontato che emergeranno varianti in grado di resistere ai vaccini più potenti. "I dati molecolari raccolti finora hanno chiarito che lo 'spazio evolutivo' che SARS-CoV-2 ha per eludere l'immunità indotta dal vaccino", argomentano gli autori dell'articolo, è infatti "notevolmente ridotto" se paragonato a quello orientato ad una maggiore trasmissibilità. In altre parole, il virus ha una notevole capacità di diventare più contagioso, ma un'abilità molto inferiore nel "bucare" i vaccini.

Certo, non è detto che ciò non possa accadere. Questa ipotesi non può essere scartata a priori. Per cui bisogna prestare attenzione. E soprattutto farsi furbi (e generosi). Dal momento che il rischio di varianti in grado di resistere ai vaccini è ben più elevata in presenza di una maggiore diffusione del virus, aiutare i Paesi meno fortunati  nella campagna vaccinale oltre che essere un obbligo morale è anche una necessità oggettiva. "Sarà nell'interesse dell'umanità" spiegano Burioni e Topol, "non essere avidi e fornire vaccini a un prezzo accessibile a tutti: la storia infatti ha insegnato che quando si ha a che fare con il controllo globale di malattie infettive, il modo più efficace per essere egoista è essere generoso".

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