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Venerdì, 19 Aprile 2024
Scienze Bolivia

C'è un altro virus in giro e si chiama Chapare

Due i focolai registrati, entrambi in Bolivia e a distanza di 16 anni l'uno dall'altro. Di recente i Cdc statunitensi hanno scoperto che può essere trasmesso da uomo a uomo. Ma per adesso non è il caso di farsi prendere dal panico

I ricercatori dei Cdc statunitensi (Centers for diseas, control and prevention) avrebbero trovato la prova che il virus Chapare, di cui si contano solo due focolai in Bolivia, può essere trasmesso da uomo a uomo. Per ora, lo premettiamo, la notizia non deve allarmare: come spiegano gli stessi Cdc, solo due focolai sono finora riconducibili a questo virus. Il primo è stato registrato nel 2003 nella provincia di Chapare ed ha provocato una vittima. A 16 anni di distanza dal primo caso, nel 2019, un nuovo focolaio è stato scoperto a La Paz, sempre in Bolivia, con cinque contagiati e tre vittime accertate. Secondo gli scienziati, due pazienti avrebbero trasmesso il virus a tre operatori sanitari.

Come si trasmette il virus Chapare

Due medici e un gastroenterologo “hanno contratto il virus dopo aver avuto contatti con pazienti infetti", ha detto Caitlin Cossaboom, epidemiologa della divisione di patogeni e patologie ad alto rischio del CDC. Il virus Chapare ha provocato il decesso di due sanitari e un paziente e secondo Cossaboom ci sono sufficienti indizi per ritenere che possa essere trasmesso da uomo a uomo. I Cdc spiegano che il virus Chapare così come altri arenavirus sono tipicamente trasmessi “attraverso il contatto diretto o indiretto con la saliva, l'urina o gli escrementi di roditori infetti”, ma aggiungono che anche “una persona infetta può diffondere la malattia ad altre persone attraverso il contatto con i fluidi corporei del paziente”.

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Virus Chapare: perché non è il caso di farsi prendere dal panico

Di questo virus comunque si sa pochissimo: troppo pochi i casi registrati per avere informazioni più specifiche e soprattutto attendibili. I ricercatori non hanno escluso che il virus possa essere circolato per anni senza essere rilevato perché confuso con la dengue , un virus che provoca sintomi simili. Dobbiamo preoccuparci? Il Guardian sottolinea che in generale i virus che si trasmettono tramite fluidi sono molto più facili da contenere rispetto ai virus respiratori come il nuovo coronavirus SARS-COV-2. Insomma, nonostante la notizia della trasmissibilità da uomo a uomo non sia certo positiva, non è il caso di farsi prendere dal panico. Ad ogni modo i sanitari sono già al lavoro per prevenire lo scoppio di eventuali nuovi focolai.

Grazie alla collaborazione tra le autorità sanitarie americane, boliviane ed esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità, gli studiosi sono riusciti in breve tempo a sviluppare un test diagnostico. "Quando abbiamo isolato il virus ci aspettavamo di trovare una malattia più comune, ma i dati della sequenza indicavano il virus Chapare", ha detto Maria Morales-Betoulle, patologa del CDC. "Siamo rimasti davvero sorpresi."

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