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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Scuola

I presidi bocciano la bozza del Piano Scuola per la riapertura a settembre

Per l'Associazione Nazionale Presidi le indicazioni contenute nella bozza del Piano Scuola non contengono "indicazioni operative" e il documento viene definitivo "alquanto generico"

La bozza con le linee guida per la riapertura delle scuole a settembre non piace ai presidi. La versione non definitiva del Piano Scuola 2020-2021 "non contiene indicazioni operative né definisce livelli minimi di servizio ma si limita ad elencare le possibilità offerte dalla legge sull'autonomia, senza assegnare ulteriori risorse e senza attribuire ai dirigenti la dovuta libertà gestionale", è il commento dell'Associazione Nazionale Presidi (Anp), guidata da Antonello Giannelli dopo la diffusione delle linee guida sulla ripresa, che dovranno avere il via libera della Conferenza Stato-Regioni.

Per Giannelli si tratta di "documento alquanto generico". "Ci aspettavamo maggiore concretezza. Afferma cose condivisibili, come quelle sull’autonomia delle scuole, ma poi non dà gli strumenti per realizzarle", denuncia il presidente dell'Anp.

La bozza con le indicazioni per il rientro a scuola

Tra le varie indicazioni contenute nella bozza del Piano Scuola ci sono la frequenza scolastica in "turni differenziati" e l'estensione del tempo scuola settimanale alla giornata di sabato, laddove non sia già prevista, su delibera degli organi collegiali competenti. Il ricorso all'attività didattica resterà in misura marginale e solo per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado nei casi in cui "le opportunità tecnologiche, l'età e le competenze degli studenti lo consentono". Previsti anche una riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento, l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso e l'aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari. Gli istituti potranno poi valutare l'opportunità di effettuare la refezione scolastica in due o più turni così da evitare l'affollamento dei locali e qualora questo non sia sufficiente, gli enti locali potranno studiare la realizzazione di soluzioni alternative come il consumo del pasto in monoporzioni all'interno dell'aula scolastica. Le scuole potranno inoltre "adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività parallele o alternative alla didattica tradizionale".

Secondo quanto riportato nella bozza, in ogni scuola è necessario prevedere attività di funzionale organizzazione degli spazi esterni e interni, per evitare raggruppamenti o assembramenti e garantire ingressi, uscite, deflussi e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica, per alunni, famiglie, personale scolastico e non scolastico.

Le istituzioni scolastiche, se interessate da un servizio di trasporto appositamente erogato per la mobilità verso la scuola, dovranno comunicare singolarmente o in forma aggregata all'Ente competente, anche per il tramite dell'Ufficio di ambito territoriale, gli orari di inizio e fine delle attività scolastiche, tenendo a riferimento costante l’esigenza che l'arrivo a scuola degli alunni possa essere differito e scaglionato in maniera da evitare assembramenti nelle aree esterne e nei deflussi verso l'interno. Questo argomento potrà essere oggetto di disamina nei Tavoli regionali o territoriali di coordinamento attivati per contrastare l’emergenza, prevedendo il coinvolgimento delle aziende del Trasporto pubblico locale. Durante gli ingressi e le uscite, nonché durante gli spostamenti da limitare comunque alle effettive esigenze, tutto il personale e gli alunni dovranno attenersi alle prescrizioni di sicurezza indicate.

Bozza del Piano Scuola, niente mascherine per i minori di sei anni

Secondo le indicazioni contenute nella bozza, non è previsto l'uso delle mascherine per i bambini con meno di sei anni. Per quanto riguarda invece i dispositivi di protezione per gli adulti - per i quali si raccomanda l'uso di visierine "leggere" e, quando opportuno, dei guanti di nitrile – questi non devono far venir meno la possibilità di essere riconosciuti e di mantenere un contatto ravvicinato con i bambini piccoli e tra i bambini stessi. Dal ministero sottolineano come empatia e l'arte di incoraggiare siano tra le attitudini fondamentali di chi esercita il ruolo di educatore e di insegnante, tanto più importanti in occasione di situazioni di emergenza come quelle che stiamo vivendo, dove alla scuola viene richiesto di esercitare un ruolo di rassicurazione e di costruzione di fiducia.

Bozza del Piano Scuola, nella scuola d'infanzia ingressi a fascia temporale "aperta"

Già ora l'ingresso dei bambini nella scuola d'infanzia avviene in una fascia temporale "aperta" (che spesso raggiunge i 90 minuti: dalle 7,30 alle 9,00). Questa fascia secondo le indicazioni della bozza potrà essere adeguata alle nuove condizioni, programmata e concordata con i genitori. No ai giocattoli portati da casa, ma ai bambini saranno consentite attività educative che permettano loro di giocare, osservare ed esplorare l'ambiente naturale all'esterno, con l'utilizzo di giocattoli, materiale e costruzioni frequentemente igienizzati. Se le condizioni atmosferiche lo consentono, sì alle attività educative anche all'aperto, in spazi delimitati, protetti e privi di elementi di pericolo, con la eventuale disponibilità di tensostrutture temporanee o ambienti protetti.

Sempre per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, nella riprogettazione degli spazi e degli ambienti educativi dovranno essere seguite delle accortezze, spiega la bozza: i bambini frequentano per il tempo previsto di presenza, con gli stessi insegnanti e collaboratori di riferimento in gruppi stabili; a ogni gruppo di bambini va garantito uno spazio interno ad uso esclusivo, con i suoi rispettivi arredi e giochi che saranno opportunamente sanificati. Tutti gli spazi disponibili (sezioni, antisezioni, saloni, atrii, laboratori, atelier) dovranno essere 'riconvertiti' in spazi distinti e separati per accogliere stabilmente gruppi di apprendimento, relazione e gioco. Si potranno variare gli spazi solo dopo attenta igienizzazione. Si raccomanda inoltre una continua aerazione degli ambienti. Per quanto riguarda i pasti, la colazione o la merenda andranno consumati nello stesso spazio di esperienza dedicato al gruppo dei bambini mentre il pasto completo dovrà essere consumato negli spazi adibiti alla refezione scolastica, adeguatamente organizzati. Per l'esterno, la suddivisione andrà effettuata con segnaletica mobile, degli eventuali spazi disponibili per i diversi gruppi di bambini presenti nella scuola, con utilizzo da parte di ogni gruppo di un’area dedicata con i propri giochi, anche in tempi alternati, previa pulizia delle strutture.

Formazione per docenti e personale Ata

Nella bozza viene posto l'accento sulla cura alla formazione dei docenti, come deliberata dagli Organi collegiali, e del personale Ata anche attraverso webinar organizzati a livello territoriale, attraverso le reti di ambito per la formazione ed integrando i temi formativi già declinati con appositi approfondimenti sugli strumenti per la didattica digitale, modalità e procedure della valutazione 'a distanza', salute e sicurezza sul lavoro per il personale e per gli studenti in Dad. Per i Dirigenti scolastici potranno essere organizzati specifici momenti formativi su Privacy e sicurezza nella Didattica digitale integrata, gestione dello stato emergenziale, gestione delle riunioni e degli scrutini a distanza.

Scuola, cosa fare in caso di una nuova emergenza

Qualora dovessero verificarsi nuovamente situazioni emergenziali a livello nazionale o locale, la bozza prevede – sulla base di un tempestivo provvedimento normativo – la sospensione della didattica in presenza e la ripresa di quella a distanza, attraverso la modalità di didattica digitale integrata. Pertanto ogni istituzione scolastica dovrà integrare il Ptof con il Piano scolastico per la Didattica digitale integrata, che tiene conto delle potenzialità digitali della comunità scolastica emerse nel corso della sospensione delle attività in presenza nel 2020, si legge nella bozza, e ogni scuola dovrà individuare le modalità per riprogettare l'attività didattica, con particolare riguardo alle necessità specifiche degli alunni con bisogni educativi speciali. Si dovranno necessariamente e preliminarmente individuare le modalità e le strategie operative per garantire a tutti gli studenti le stesse possibilità, in termini di accesso agli strumenti necessari per una piena partecipazione.

Educazione civica obbligatoria a scuola

Dal ministero dell'Istruzione sono inoltre arrivare alle scuole le linee guida per l'insegnamento dell'Educazione civica. A partire dal prossimo anno scolastico, il 2020/2021, questo insegnamento, trasversale alle altre materie, sarà infatti obbligatorio in tutti i gradi dell'istruzione, a partire dalle scuole dell'infanzia. Tramite le linee guida dirigenti scolastici e insegnanti potranno dare seguito alle regole che entreranno in vigore a settembre. Secondo quanto previsto dalla legge 92 del 2019, infatti, l'insegnamento di Educazione civica avrà, dal prossimo anno scolastico, un proprio voto, con almeno 33 ore all'anno dedicate. Tre gli assi attorno a cui ruoterà l'Educazione civica: lo studio della Costituzione, lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale.

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