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Giovedì, 28 Marzo 2024
Scuola Roma

"Cinque politico" in prima media: la circolare della preside che divide il mondo della scuola

La decisione della dirigente dell'istituto comprensivo Visconti di Roma ha provocato subito reazioni contrastanti fuori e dentro l'istituto romano

Divide il mondo della scuola la circolare della preside dell'istituto comprensivo Visconti di Roma nella quale si invitavano i docenti a "non attribuire il voto corrispondente al 4/10 (o inferiore a questo) alla alunni di prima media".

La decisione della dirigente Rossana Piera Guglielmi sul "cinque politico" per la quale le insufficienze gravi non fanno altro che "annichilire" i piccoli studenti delle medie, ha infatti provocato subito reazioni contrastanti fuori e dentro l'istituto romano.

"Cinque politico" alle medie, prof e presidi divisi

"La valutazione è parte integrante della profossionalità del docente, non del dirigente, la sua voce non deve prevalere - commenta Paola Spinelli, professoressa dell'istituto comprensivo Sinopoli-Ferrini di Roma, all'agenzia di stampa Dire - se si lavora con i ragazzi verso una consapevolezza del proprio percorso, a mio avviso una valutazione autentica non può che responsabilizzare lo studente, ma ovviamente il discrimine tra le preparazioni non deve essere una colpa, piuttosto un incoraggiamento a fare meglio".

Dal punto di vista amministrativo, invece, la scelta è lecita, e compete alla scuola nell'esercizio della sua autonomia. "È previsto dalle norme ed è giusto che ogni scuola stabilisca cosa fare - ha detto Antonello Giannelli, presidente dell'Anp, l'Associazione nazionale presidi - Quello che conta è che i ragazzi sviluppino competenze e la scuola le valuti, ma come arrivano ad acquisirle è un problema della singola istituzione scolastica".

"Cinque politico" a scuola, il dibattito

Intanto, docenti, studenti e personale del mondo della scuola esprimono i loro pareri. Se da una parte inauguarare la carriera scolastica con un voto inferiore al 4 potrebbe essere un trauma, dall'altra i professori si mostrano scettici. Per Rosamaria Lauricella, dirigente dell'istituto comprensivo Giovan Battista Valente di Roma, bisogna accompagnare gli alunni nel proprio percorso, senza farli sentire puniti o giudicati.  "La valutazione dev'essere uno strumento favorevole alla promozione ed al miglioramento del percorso di ogni alunno, utilizzando ogni strategia che il collegio ritiene opportuno per il proprio contesto studentesco - commenta la preside - Il voto, dunque è uno stimolo e un potenziamento dell'autostima dell'alunno, e se motivato e corretto, verrà vissuto dallo studente come conforme al suo impegno ed al suo rendimento". Ieri anche il ministro dell'istruzione Marco Bussetti, ospite a Tg2Italia aveva commentato la notizia: "La scelta è un po' strana. I voti vanno da 1 a 10, ma comprendo che ricevere una brutta valutazione non è mai una cosa semplice; gli studenti devono capire che il voto non è un giudizio sulla loro persona".

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