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Sabato, 20 Aprile 2024
Semplificazione

La "nuova" scuola da febbraio: come cambiano dad, tamponi e quarantena

Servono regole chiare per salvare l'anno scolastico. Ecco le ipotesi a cui sta lavorando il governo, in attesa del Consiglio dei ministri previsto per mercoledì 2 febbraio

C'è troppo caos nel mondo della scuola su didattica a distanza, quarantene e tamponi. La diffusione del contagio tra i giovani e la complessità delle norme, a volte inestricabili e cervellotiche per le famiglie e per gli istituti stessi, impongono di agire. Servono regole chiare, semplificate, per salvare l'anno scolastico e per gestire e ridurre la circolazione del virus in classe. Ormai è chiaro che il prolungarsi dell'attività didattica a distanza porta a situazioni di grave disagio, rende l'apprendimento più faticoso e comporta un carico di fatica ulteriore nell'organizzazione familiare. Ecco perché il governo sta lavorando su alcune novità da introdurre sul meccanismo delle quarantene e sulle tempistiche dell'esecuzione dei tamponi. Un nuovo decreto è atteso per mercoledì 2 febbraio, giorno in cui ci sarà anche un nuovo Consiglio dei ministri.

Distinzione tra alunni vaccinati e non anche alle elementari

Cosa potrebbe cambiare? Secondo le anticipazioni, una delle novità dovrebbe riguardare l'introduzione di una differenziazione tra alunni vaccinati e non anche alle elementari, e l'estensione alla scuola primaria delle regole già in vigore per medie e superiori. In sostanza, anche gli alunni più piccoli - quelli delle elementari - dovrebbero passare in didattica a distanza a fronte di tre casi positivi in classe e non più due. Se così fosse, con due contagi covid tra i banchi rimarrebbe a casa solo chi è vaccinato da più di quattro mesi o non ha mai ricevuto nemmeno la prima dose, oppure chi ha contratto il virus ed è guarito da più di 120 giorni. Finora non è stato così, e la mancata distinzione tra alunni vaccinati/guariti e non vaccinati nella scuola primaria ha provocato malumori e proteste tra i genitori.

E la didattica a distanza?

Tra le questioni aperte c'è anche quella della didattica a distanza. Il periodo di dad dovrebbe diventare più breve rispetto a quello attuale, e potenzialmente diverso. Si punta all'uniformità delle norme. Il governo Draghi dovrebbe infatti equiparare il sistema delle quarantene scolastiche a quello in vigore per tutti i cittadini: niente isolamento per vaccinati da meno di 120 giorni o con booster e guariti, cinque giorni per chi è vaccinato o guarito da più di 120 giorni e dieci giorni per i non vaccinati. Ribadiamo che si tratta di anticipazioni, in attesa del nuovo decreto del governo, ma se questa decisione fosse confermata cambierebbero anche le regole per il rientro a scuola. I ragazzi in autosorveglianza che non hanno avuto sintomi potrebbero infatti tornare in classe senza nemmeno presentare il tampone. Quest'ultimo sarebbe richiesto solo a chi è risultato positivo o ha avuto sintomi.

"La dad deve diventare una misura solo per l'emergenza. Chi è vaccinato o guarito dovrebbe restare sempre in classe: è anche un modo per spingere ulteriormente sulle vaccinazioni", ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Una linea che sposa anche la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, secondo la quale bisogna fare tutto il possibile "per mantenere il percorso didattico e l'organizzazione scolastica in presenza, anche nelle scuole primarie". La modifica dei protocolli è da tempo argomento di discussione, ma ora dalle parole si dovrà passare ai fatti, con il nuovo decreto.

I tamponi nella scuola primaria e dell'infanzia

Potrebbe cambiare anche il sistema "T0-T5" che vige nella scuola primaria e prevede sia di fare un test nel momento in cui si viene a sapere che un compagno è risultato positivo (nel "giorno zero"), sia di ripeterlo cinque giorni dopo. Secondo diverse indiscrezioni, questo tipo di sorveglianza attiva potrebbe essere sostituito da un "T3", ovvero dall'indicazione di eseguire un unico tampone a tre giorni di distanza dalla comunicazione di un caso positivo. Dovrebbe invece rimanere tutto invariato per le scuole dell'infanzia, dove con un caso di positività si applica al gruppo classe la sospensione delle attività, per una durata di dieci giorni. La scelta è dovuta al fatto che in questa fascia d'età i bambini non sono vaccinati e non portano le mascherine.
 

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