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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Scuola

Ragazzi accompagnati all'uscita da scuola, Renzi: "Libertà di scelta per i genitori"

"Cambieremo le regole", annuncia il segretario del Pd. Il ministro Fedeli, rispondendo alle proteste di genitori e presidi, ha ribadito: per il momento "la legge è questa"

Bisogna farsene una ragione, almeno per il momento: bambini e ragazzi con meno di 14 anni non possono tornare a casa da soli da scuola al termine delle lezioni. Lo dice la Cassazione, lo pretendono i presidi, lo ribadisce il ministero dell'Istruzione Valeria Fedeli. Il segretario del Pd Matteo Renzi però annuncia che il partito sta lavorando a un emendamento per ribaltare le disposizioni che regolano l'uscita da scuola dei ragazzi. 

Cosa dicono Cassazione e ministero

La questione risale a qualche settimana fa. Tutto nasce da una recente sentenza della Cassazione che condannava un preside e un docente dell'ultima ora per non aver affidato a un adulto un ragazzino morto a 11 anni sotto a uno scuolabus. La Cassazione ha affermato che l'obbligo di vigilanza in capo all'amministrazione scolastica è legato a una precisa disposizione del Regolamento d'istituto, ma il ministero dell'Istruzione precisa che la responsabilità della scuola sussiste non solo se il regolamento di istituto impone al personale scolastico compiti di vigilanza. "In realtà - dice una nota di Viale Trastevere - la responsabilità della scuola si ricollega più in generale al fatto stesso dell'affidamento del minore alla vigilanza della scuola. La Cassazione civile ha infatti più volte affermato il principio secondo cui l'istituto scolastico ha il dovere di provvedere alla sorveglianza delle allieve e degli allievi minorenni per tutto il tempo in cui le sono affidati e quindi fino al momento del subentro, almeno potenziale, della vigilanza dei genitori o di chi per loro. Secondo la Cassazione, il dovere di sorveglianza degli alunni minorenni è di carattere generale e assoluto, tanto che non viene meno neppure in caso di disposizioni impartite dai genitori di lasciare il minore senza sorveglianza in luogo dove possa trovarsi in situazione di pericolo". Le finalità di questo obbligo di vigilanza "sono duplici: impedire che il minore compia atti illeciti e salvaguardarne l'incolumità".

Una sentenza quindi che decine di presidi hanno dovuto recepire, comunicando alle famiglie che i ragazzi con meno di 14 anni non potranno uscire da scuola da soli. 

Le proteste

Immediate le proteste, da parte dei genitori ma anche di docenti, presidi ed esperti di educazione. Su Change.org è stata lanciata addirittura una petizione rivolta al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, per chiedere che "la legge specifichi che non si considera mai abbandono di minore la normale attività autonoma dei bambini e dei ragazzi (come l'andare e tornare a scuola da soli, il giocare nei parchi pubblici o nei cortili senza sorveglianti, lo spostarsi in quartiere o in paese in autonomia), e che nessun genitore, insegnante, educatore o preside possa essere considerato responsabile di abbandono in queste condizioni". 

Le posizioni di Fedeli e Renzi

Per il momento, però, la legge è questa, ha ribadito Fedeli. "Credo che anche i genitori devono esserne consapevoli. Le scelte dei presidi sono collegate a leggi dello Stato italiano. Per cambiarle serve un'iniziativa parlamentare - ha spiegato - se si vuole innovare l'ordinamento su questo tema occorre farlo in Parlamento, introducendo una norma di legge che, a certe condizioni, dia alle famiglie la possibilità di firmare liberatorie che sollevino da ogni responsabilità giuridica, anche penale, dirigenti e personale scolastico al termine dell'orario di lezione".

Matteo Renzi, in un post su Facebook, ha annunciato di aver chiesto a Simona Malpezzi, resposabile scuola del Pd, di cambiare la legge presentando un emendamento: "Siano i genitori a scegliere e ad assumersi le responsabilità. Senza scaricarle sui professori, ma senza costringere per forza un ragazzo di terza media a farsi venire a prendere a scuola".

Con il suo post Renzi ha difeso anche la "Buona scuola", la riforma varata dal suo governo, dalle tante "bufale fatte girare ad arte" sulla questione. "Il punto è che la legislazione italiana tutela il minore, e fa benissimo, ma dimentica l'autonomia che è valore educativo e pedagogico importantissimo".

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