Maturità 2022 senza mascherine: perché sì e perché no
L'ora degli esami si avvicina e, complice il gran caldo, si riapre il dibattito sull'obbligo di indossare i dispositivi anti Covid. Chi preme per il "liberi tutti" e chi frena. La decisione spetterà al ministro della Salute, Roberto Speranza
Ultime settimane di scuola e poi, per chi frequenta l'ultimo anno delle superiori, esami di maturità. In vista delle prove si riaccende il dibattito sulle regole da seguire, non da un punto di vista didattico ma della prevenzione Covid. La scuola resta uno dei pochi luoghi in cui è ancora obbligatorio in Italia indossare le mascherine, ma cresce il fronte dei dissidenti. E si fa largo la proposta di fare decadere l'obbligo per le prove finali.
"Almeno l'esame di maturità sia senza il vincolo della mascherina", si augura il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso (Lega) che all'Adnkronos sottolinea come "sull'opportunità di togliere le mascherine a scuola mi pare si stia creando una convergenza non solo politica: ci sono tanti scienziati e medici che concordano sul fatto che i benefici sarebbero maggiori rispetto ai rischi". "Personalmente - ribadisce - sarei per eliminare l'obbligo fin da ora, ma almeno all'esame di maturità studenti e insegnanti dovrebbero poter stare in classe senza più vincoli: vediamo se Speranza si farà guidare dal buon senso, evitando di estendere l'obbligo dopo la naturale scadenza di metà giugno. Tra l'altro - evidenzia - soprattutto nelle regioni del Sud Italia, le temperature sono già molto alte e stare così tante ore con la mascherina diventa un esercizio davvero faticoso, sia per i ragazzi che per gli insegnanti. Diamo fiducia alla comunità scolastica - conclude - che da due anni sta dimostrando uno spirito di adattamento straordinario".
Chiaramente sulla stessa linea il leader del Carroccio, Matteo Salvini: "Più di 30 gradi in classe e obbligo di mascherina per ore anche seduti al banco? Non ha senso, cambiamo questa regola inutilmente punitiva".
Non tutti però sono dello stesso parere. "Attenzione, questo periodo ci ha fatto capire che facilmente si torna indietro", interviene Virginia Kaladich, presidente della Fidae, la Federazione che raggruppa le scuole cattoliche primarie e secondarie del Paese, all'Adnkronos, fa notare che si tratta di usare "il giusto equilibrio" e che le vere battaglie si devono fare per il "bene dei ragazzi". Per Kaladich "la questione non è tanto mascherina 'sì' o mascherina 'no'. - annota Kaladich -. Si tratta di usare buon senso e di guardare in faccia la realtà augurandoci di non riprecipitare indietro. I dati che vediamo, ci dicono che ci sono ancora morti, in calo ma ci sono; ci sono contagi, meno, ma ci sono; purtroppo questo ultimo periodo ci ha fatto capire che facilmente si torna indietro. Certamente la vaccinazione è stata un buon passo in avanti ma la scienza ci dice che occorre ancora prudenza. Un libera tutti rischia di farci tornare indietro".
Prudente Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all'Università Sapienza di Roma. "Anche l'anno scorso in questi stessi giorni avevamo il caldo e si portavano le mascherine a scuola. Mi sembra questo - evidenzia - un dibattito solo politico e non scientifico. E' il calo o meno dei contagi e non le temperature a stabilire se le misure si possono cambiare. Il virus circola ancora molto".
L'ultima parola sarà del ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale "prende tempo" e si appella proprio ai dati. Per l'esponente del Governo, "sono valutazioni che deve fare la nostra comunità scientifica. Non sono mai state scelte politiche, sono scelte tecniche che - sottolinea - vanno valutate in quanto tali".