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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Redazione

Vaccini ma non solo: di cosa ha bisogno la scuola per riaprire in sicurezza

Il ritorno a scuola in presenza a settembre è la priorità per tutti. Lo ha detto il Ministero dell'Istruzione, lo ha detto il governo, lo dicono i sindacati, lo dicono le famiglie.Tra il dire e il fare però, come sempre, c'è di mezzo il mare. E la riunione di ieri tra sindacati e ministero ha fatto emergere con ancora più chiarezza questo punto, insieme però alle tante incognite che ancora gravano sulla riapertura della scuola a settembre. Ci si aspettavano chiarimenti, si è usciti dalla riunione con ancora tanti spazi bianchi da riempire e domande che non hanno trovato risposte certe.

I nodi sono sempre gli stessi: spazi, distanziamento, gestione e tracciamento dei contagi, trasporti. Perché la vaccinazione è fondamentale, questo è fuor di dubbio e ripeterlo non è mai abbastanza, ma il timore è che potrebbe non bastare. Il ministro Bianchi ha detto ancora una volta che già l'85,5% del personale scolastico ha ricevuto la prima dose, anche se ci sono forti differenze tra una regione e l'altra, e per il momento l'ipotesi dell'obbligo vaccinale per docenti e Ata sembra congelata (nel Piano Scuola che domani Bianchi metterà sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni dovrebbe esserci una "forte raccomandazione" a vaccinarsi). Il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, si è detto favorevole alla vaccinazione obbligatoria non solo dei docenti ma anche dei ragazzi ("oltre al personale scolastico, serve anche l'obbligo di vaccino per gli studenti che possono farlo"). Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, ha fatto notare che "ci sono oltre 8 milioni di studenti che non sarà materialmente possibile vaccinare in massa in un mese. Oltre al fatto che il vaccino non è previsto al di sotto dei 12 anni".

"Non è credibile ritenere che da sola la campagna di vaccinazione risolva i problemi che la scuola vive da troppi anni amplificati dal contesto pandemico, e che si possa tornare in presenza e in sicurezza allo stesso modo in tutti gli ordini e gradi di scuola senza adottare anche altre misure", ha detto Sinopoli, per il quale "raggiungere la massima copertura vaccinale possibile per il personale scolastico è fondamentale", quindi la scuola farà la sua parte e "laddove non si raggiungano i risultati sperati, deciderà giustamente lo Stato con una legge che andrà rispettata", ma è anche vero che "ritenere che ciò possa risolvere tutti i problemi di settembre è una grave sottovalutazione". E come lui la pensano anche altre sigle sindacali, dalla Cisl all'Anief, dalla Uil alla Gilda, che dopo l'incontro con il ministro hanno chiesto a gran voce, una volta di più, investimenti contro le classi pollaio, per il tracciamento, per gli organici aggiuntivi e per i trasporti. Ossia le stesse richieste che venivano avanzate già l'anno scorso, in questo stesso periodo, guardando all'avvio di quello che era il primo anno scolastico in tempo di pandemia. A rileggerle oggi le notizie che arrivano sul tema sembra un po' il giorno della marmotta… Certo, rispetto all'anno scorso ovviamente c'è una campagna vaccinale che sta proseguendo e deve proseguire e questo non è chiaramente un elemento di poco conto da considerare in vista di settembre. Ma come fanno notare dal mondo della scuola potrebbe non essere la panacea e non dovrebbe far distogliere lo sguardo da quelli che sono gli altri problemi sul tavolo. Guarda caso, sempre gli stessi. 

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