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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cambio di rotta

2022, fuga dall'università

Nell'ultimo anno accademico si è registrato un calo delle immatricolazioni del -3% rispetto al 2020/21, più forte negli atenei del Mezzogiorno (-5%). I dati del rapporto AlmaLaurea

I giovani fuggono dall’università nonostante questa assicuri maggiori opportunità di trovare un lavoro e maggiori possibilità di guadagno. Nell'ultimo anno accademico 2021/22 si è registrato un calo delle immatricolazioni del -3% rispetto al 2020/21, molto più forte negli atenei del Mezzogiorno (-5%). Inoltre il numero degli immatricolati è ancora oggi inferiore rispetto a quello del 2003/04 (-5%), anno in cui si registrò un notevole calo degli iscritti all’università. Questi sono i principali dati che emergono dal XXIV Rapporto del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, annuale fotografia su profilo e condizione occupazionale dei laureati, presentato oggi nella sede dell'Università di Bologna. Quali sono le facoltà che continuano ancora ad attrarre i giovani?

I laureati guadagnano il 37% in più dei diplomati

Laurearsi conviene perché permette di non restare disoccupati e di guadagnare di più. Secondo il XXIV Rapporto del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, nel 2021 il 79% dei laureati nella fascia di età 20-64 anni è risultato occupato, a fronte del 65,2% dei diplomati (dati ISTAT). Inoltre, secondo la documentazione OECD (Organization de Coopération et de Développement Économiques), chi ha conseguito una laurea guadagnava nel 2017 il 37% in più rispetto a un diplomato.

Guardando i dati a un anno dal conseguimento del titolo, risulta un tendenziale miglioramento del tasso di occupazione pari a +2,9 punti percentuali rispetto al 2019 per i laureati di secondo livello e +0,4 punti per i laureati di primo livello. Anche le retribuzioni risultano in aumento: rispetto all'indagine del 2019 si rileva un +9,1% per i laureati di primo livello e un +7,7% per quelli di secondo livello. Nonostante i dati dimostrino che i lavoratori fanno meno fatica a trovare un lavoro va segnalato un aumento dei contratti a tempo determinato tra i neo-laureati. Chi la frequenta sembra amare l’università. L’88% dei laureati ne dà una valutazione positiva, dichiarandosi soddisfatto per il rapporto con i docenti mentre il 72,9% confermerebbe la scelta compiuta sia di corso sia di ateneo.

Università, immatricolazioni in calo nel 2022

Nonostante i dati accertino che i laureati siano maggiormente occupabili e maggiormente retribuiti rispetto ai diplomati, le immatricolazioni sono in calo. Dopo un boom di immatricolazioni nell’anno accademico 2020/21, con un +21% di matricole rispetto al 2013/14 (fonte MUR), sempre meno giovani hanno deciso di iscriversi ad un corso di laurea. Nell’anno accademico 2021/2022, le immatricolazioni hanno segnato un -3%, con una fuga dalle università molto più forte negli atenei del Mezzogiorno, dove si è registrato un -5%. I dati delle immatricolazioni dello scorso anno risultano inferiori anche rispetto a quelli dell’anno accademico 2003/2004 (-5%), in cui si registrò un notevole calo degli iscritti all’università.

L’area STEM continua ad attrarre i giovani

Quali sono le facoltà che piacciono di più e di meno ai giovani italiani? L’area STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics, in italiano Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica, ndr) continua a riscotere un buon successo, mostrando un aumento del 14% rispetto all'a.a. 2003/04. Bene anche l’area sanitaria e agro-veterinaria, che ha registrato un incremento del 2%. A perdere appeal negli ultimi anni sono state soprattutto l'area artistica, letteraria ed educazione e l'area economica, giuridica e sociale, con cali rispettivamente del -11% e -15% rispetto al 2003/04.

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